La ‘ndrangheta non crea posti di lavoro, ma disperazione

La ‘ndrangheta non crea posti di lavoro, ma disperazione

rocco

di Redazione • ottobre 31, 2015

Riceviamo e pubblichiamo un intervento del testimone di giustizia Rocco Mangiardi

È da diverso tempo ormai che sento nelle parole di lavoratori esasperati, perché disoccupati, un appello agli ‘ndranghetisti affinché essi facciano quello che la politica e le istituzioni non hanno fatto cioè: creare posti di lavoro.

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Truffa servizio sanitario, ai domiciliari l’ex direttore Ospedale israelitico e presidente Inps Antonio Mastrapasqua

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Quattordici ordinanze di custodia cautelare e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di medici e dirigenti della casa di cura privata. Le ipotesi di reato sono falso e truffa in danno della sanità pubblica: l’accusa è di aver chiesto alla Regione rimborsi gonfiati per le prestazioni sanitarie. Mastrapasqua era noto come “mister 25 poltrone”

di | 21 ottobre 2015

L’ex direttore dell’Ospedale israelitico di Roma Antonio Mastrapasqua è finito ai domiciliari con l’accusa di truffa ai danni del Sistema sanitario nazionale nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi gonfiati a fronte di prestazioni sanitarie. Insieme a lui sono stati raggiunti da misure restrittive altri 16 tra dirigenti, medici e operatori della casa di cura privata.

Già nel gennaio dello scorso anno era emerso che Mastrapasqua, noto per i 25 incarichi in consigli di amministrazione e collegi sindacali e all’epoca anche presidente dell’Inps e vicepresidente di Equitalia, era indagato per questa vicenda, incentrata sulle schede di dismissione “taroccate” per ottenere dalla Regione Lazio milioni di euro di rimborsi non dovuti. Una settimana dopo il commercialista ha lasciato la poltrona di vertice dell’istituto previdenziale, su cui sedeva dal 2008. Decisione presa a valle della presentazione da parte del governo Letta di un disegno di legge sul conflitto di interessi.

Le ipotesi di reato sono falso e truffa in danno della sanità pubblica. Le misure, che comprendono 14 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, sono state eseguite dai carabinieri del Nas di Roma e derivano dai risultati di indagini condotte dallo stesso nucleo antisofisticazioni e sanità e coordinate da un pool della Procura di Roma. Tra i destinatati dei provvedimenti, emessi dal gip Maria Paola Tomaselli su richiesta dei pm Corrado Fasanelli e Maria Cristina Palaia, figurano il direttore generale e amministrativo Tiziana D’Agostini, Gianluigi Spinelli, direttore sanitario nonché responsabile del Day Hospital, Mirella Urso, responsabile dell’ufficio controllo appropriatezza cartelle cliniche, Elvira Di Cave, primario del reparto di ortopedia, Pietro Aloisi, responsabile del servizio urologia, e Naim Nasrollah, medico chirurgo. L’autorità giudiziaria di Roma ha disposto anche un sequestro preventivo per equivalente di 7,5 milioni di euro, somma pari all’indebita richiesta economica eccedente le prestazioni erogate dalla struttura.

Le indagini, che si sono concentrate sui conti della struttura tra il 2006 e il 2009, hanno messo in luce molti ‘interventi fantasma‘: il 94% delle cartelle cliniche, stando a quanto accertato dagli investigatori, era stato alterato per far risultare prestazioni più costose rispetto a quelle effettivamente erogate. Per esempio ricoveri al posto di operazioni in regime ambulatoriale. I filoni dell’inchiesta sono però tre: oltre a quello che si concentra sull’alterazione della tipologia di interventi eseguiti (specie per biopsie prostatiche e tiroidee e correzione dell’alluce valgo) per ottenere rimborsi maggiorati, ce n’è anche uno sulla modifica dello stato dei luoghi, della destinazione d’uso dei locali ospedalieri e delle attività sanitarie per mascherare lo svolgimento di attività irregolari e un terzo sull’erogazione parziale, in carenza di autorizzazione, dei servizi di assistenza domiciliare.

Fonte: il fatto quotidiano

 

 

 

Lettera di un collega e amico di Gianluca

Lettera di un collega e amico di Gianluca

gianluca congiusta

Buongiorno, 
oggi navigando in rete, mi sono piacevolmente imbattuto in questo sito e ci sono rimasto incollato per ore, tralasciando impegni di lavoro e quant'altro.
Sono Mariano Marabella, non soltanto un collega di Gianluca ma un amico, seppur vivendo a Sciacca eravamo sempre in contatto, ci confrontavamo spesso su offerte e strategie commerciali da mettere in campo, quali avevano funzionato e quali meno.
Giorni prima della disgrazia eravamo a Palermo in un corso di vendita organizzato da Tim. 
Con Gianluca avevamo in comune il lavoro, l'attenzione per il benessere fisico e lo sport.
Quando ci trovavamo all'estero per lavoro non ci mancavano mai le corsette mattutine, quando tutti i nostri colleghi dormivano, io e Gianluca eravamo in pantaloncini a correre.
Lo ricordo distinto, profumato e sempre allegro, anche quando le vendite registravano piccole flessioni, Gianluca aveva sempre una parolina per sdrammatizzare e per intravedere una sorta di positività che era insita nella sua indole, gli invidiavo sincerità e bontà d'animo. 
Non sono riuscito a trattenere le lacrime, il giorno del funerale, quando il feretro ha fatto tappa davanti al negozio principale sul corso, dopo 10 anni lo sento ancora come fosse ieri e provo ancora un brivido nel ricordarlo. Oggi ho figli grandi ed ancor meglio posso capire cosa significhi per un genitore perdere un figlio.
Ho apprezzato tanto la dignità e la tenacia della famiglia, colpita da una simile disgrazia, la forza con la quale avete lottato e continuate a lottare per la verità, lotte che hanno dato i suoi frutti ed anche se non cancellano il dolore, almeno servono a placare la voglia di giustizia e di verità che la nostra terra ci ha abituati a sopire. 
Questo è quanto mi sono sentito di scrivere, non sono bravo ad esprimere i sentimenti a parole, ma volevo bene a Gianluca perché era uno come me......
Un abbraccio forte alla famiglia.
Mariano Marabella

 

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