BENTIVOGLIO, un’antimafia sociale senza colore politico. CANNIZZARO (cdl)

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di FRANCESCO CANNIZZARO – (rep) L’ennesimo attentato all’imprenditore Tiberio Bentivoglio dimostra, ancora una volta, come non esista lo Stato per chi denuncia, per chi si oppone alla ‘ndrangheta e crede in quella legalità per la quale tutti insieme dovremmo lottare affinché venga rispettata.

Durante la riunione di ieri pomeriggio del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, convocata dal prefetto Claudio Sammartino, è stato ribadito che lo Stato non arretra ma rilancia con maggiore determinazione e forza, è presente ed è vicino alla comunità.

Ma al cittadino non sembra così.Lo Stato in che misura e con quali scelte sta sostenendo l’imprenditore reggino Bentivoglio, un uomo che non si è piegato al racket e che hanno pure tentato di ammazzarlo, che doveva, anzi dovrebbe, essere da esempio ad altri commercianti, professionisti, imprenditori, tutti vittime ancora oggi della continua pressione da parte della criminalità organizzata.

Ieri sera, la comunità civile si è stretta attorno al commerciante, avviando anche una raccolta fondi. Un’iniziativa di straordinario significato voluta da Noi, dalla gente perbene, da quella comunità locale sana, viva, solidale che vuole lanciare un messaggio positivo di “rinascita” e di ripartenza.

Ma mi chiedo: perché bisogna ricorrere a questa raccolta e non debba rispondere quello Stato che non è stato capace di tutelarlo? La ‘ndrangheta si combatte in tutt’altro modo: la si contrasta facendo squadra, avendo sempre la forza dello Stato sul territorio, parlandone ma anche mobilitando una grande antimafia sociale.

L’anti ‘ndrangheta non ha colore politico. Le mafie si rafforzano su quel “silenzio complice” che noi tutti dobbiamo eliminare. E per farlo serve una grande antimafia sociale seguita da una buona informazione con messaggi chiari che eliminano gli stereotipi di una criminalità in continua espansione ed evoluzione che necessita urgentemente di sistematicità degli interventi. Sono vicino all’imprenditore Bentivoglio e a tutti coloro che dicono “no alla ‘ndrangheta” e malgrado la tentazione di mollare tutto, dico a Tiberio di non farlo, di non fermarsi perché se lo facesse, vorrebbe dire al mondo che ha vinto, ancora una volta, la ‘ndrangheta. Una sconfitta ed una resa sociale che Reggio e la Calabria dovranno impedire.

Francesco Cannizzaro, Capogruppo Cdl, Consiglio regionale Calabria

 fonte: stretto Web

L’Antimafia milanese arresta il direttore delle Poste di Siderno

La farmacia di piazza Caiazzo comprata coi soldi della ‘ndrangheta
Giuseppe Strangio sarebbe stato una sorta di «banchiere» a disposizione della ‘ndrangheta. I pm di Ilda Boccassini: «Reimpiego di capitali di provenienza illecita»
di Luigi Ferrarella

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Chi ha un direttore di banca per amico ha un tesoro, ma in fondo anche chi «tiene» un direttore delle Poste, visto che ormai le Poste fanno la banca come le banche.

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Incendio distrugge deposito di Tiberio Bentivoglio

Le fiamme si sono sprigionate ieri sera a Reggio Calabria. Nonostante l’immediato intervento dei Vigili del fuoco, tutta la merce è andata distrutta. Indagini affidate alla polizia

incendio tiberio

REGGIO CALABRIA Un incendio ha completamente devastato i magazzini della sanitaria Sant’Elia di proprietà del testimone di giustizia Tiberio Bentivoglio, l’imprenditore antimafia da anni in prima linea contro il racket.

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Delitto Agostino, il padre dell’agente ucciso riconosce l’ex poliziotto come “faccia da mostro”

Confronto all’americana nell’aula bunker dell’Ucciardone per l’omicidio del poliziotto e della moglie avvenuto il 5 agosto 1989. L’uomo riconosciuto è Giovanni Aiello, ex della squadra mobile: secondo Agostino senior, sarebbe andato a trovare il figlio pochi giorni prima dell’agguato. Poi l’anziano ha avuto un malore, ma si è ripreso.

vincenzo agostino

di SALVO PALAZZOLO
“E’ lui faccia da mostro”. Giovanni Aiello, l’ex poliziotto della squadra mobile di Palermo accusato di essere un sicario al servizio delle cosche, è stato riconosciuto in aula da Vincenzo Agostino, il padre dell’agente ucciso 27 anni fa.

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