Il tribunale di Bologna ha condannato in primo grado tutti e 23 gli imputati nel processo ‘Black Monkey’ per associazione mafiosa.
‘ndrangheta
«Ecco come cresce un figlio della ‘ndrangheta»
I verbali del collaboratore di giustizia Domenico Agresta, «Micu Mc Donald», il più giovane «pentito» della storia della ‘ndrangheta. Vissuto a Volpiano, Buccinasco e Platì, ha raccontato come si comportano e che cosa si apettano dai figli le famiglie mafiose
di Monica Coviello
Fino a due anni fa, non gli sarebbe mai venuto in mente di collaborare.
Da Locri l’urlo contro tutte le mafie
di Antonio Maria Mira
Il 21 marzo la Giornata della memoria coi vescovi calabresi in prima linea. L’evento promosso da Libera e da Avviso pubblico si svolgerà nella cittadina jonica
La mattina del 23 giugno 1967, cinquanta anni fa, un commando ’ndranghetista spara all’impazzata nel mercato di Locri.
Locri, cittadinanza onoraria a don Luigi Ciotti e all’associazione “Libera”
Giovanni Calabrese scrive a Don Luigi Ciotti
Caro Don Luigi,
la memoria è un impegno e Lei lo sa bene.
Dopo un anno di fermo ricomincia il processo Congiusta
Dopo lo stop utile a far esaminare il caso alla Corte Costituzionale torna in appello il processo per l’omicidio di Gianluca Congiusta, assassinato la sera del 24 maggio 2005.
Mosaico dei giorni- La Chiesa parte civile
Mosaico dei giorni-La Chiesa parte civile

Oltre alle vittime dirette, chiunque ritenga di essere stato leso in qualche modo dal reato commesso, può richiedere di essere riconosciuto in quel ruolo, condurre indagini e produrre prove fino alla richiesta di un risarcimento. Nei reati di abusi sessuali e di pedofilia (termine quanto mai inadeguato a definire quel tipo di reato!) commessi da preti è l’intera comunità cristiana a subire danni gravissimi non tanto alla propria immagine quanto alla stessa missione e alla credibilità dell’annuncio evangelico che intende proporre. Per questa ragione le diocesi in cui si verificano questo tipo di crimini o atti di violenza da parte di ecclesiastici, devono costituirsi parte civile. Sarebbe un segno esplicito e inequivocabile da parte della comunità cristiana di volersi schierare decisamente dalla parte delle vittime. Non so se finora si sia mai verificato un caso di questo tipo, ma ritengo che possa diventare quello più efficace ed eloquente. Poi ci sarà tutto il tempo per usare misericordia nell’accompagnamento fraterno delle vittime stesse compreso lo stesso prete, a suo modo anche lui vittima, ma intanto la Chiesa faccia capire a tutti da che parte sta. La violenza, da chiunque sia commessa, non può trovare giustificazioni, compromessi, silenzi e men che meno complicità. Prima che il codice penale, lo insegna il Vangelo.
http://www.mosaicodipace.it/mosaico/i/3053.html
‘Ndrangheta, Klaus Davi colpisce ancora: “lite” con Nicola Bonavota (VIDEO)
L’incontro, che ha avuto diversi momenti di tensione, è avvenuto davanti ad un bar a Sant’Onofrio, nel Vibonese
“Scontro verbale” fra Nicola Bonavota, indicato dalla procura di Catanzaro come uno dei referenti dell’omonimo clan di Sant’Onofrio e presunto mandante di due omicidi, e il giornalista Klaus Davi.
Chiesa e ’ndrangheta: c’è chi dice basta a silenzio e paure
Inchini e infiltrazioni nelle processioni, e non solo al noto santuario di Polsi. A lungo la criminalità organizzata calabrese ha sfruttato i riti religiosi per affermare il proprio potere. Ma dopo la scomunica del Papa, qualcosa sta cambiando, a partire dai decaloghi per le processioni “pulite”
30/01/2017 Silvana Pepe
Tra dicembre e febbraio al santuario della Madonna di Polsi, nel cuore dell’Aspromonte, è difficile incontrare anima viva. Il freddo e la neve ad altezze che raggiungono quasi 2 mila metri non sono condizioni favorevoli. Eppure a Polsi, uno dei più popolari santuari del Sud Italia, quando dal 30 agosto al 2 settembre si celebra la festa della Madonna della montagna, arrivano migliaia di persone in pellegrinaggio dal Reggino ma anche dalla Sicilia.
Il colpevole che non vuole sconti di pena
di Barbara Benedettelli
«Rinuncio all’appello. Merito l’ergastolo». Una grande lezione quella di Carlo Lissi, che nel 2014 a Motta Visconti uccise la moglie e i due figli piccoli.
‘Ndrangheta, finita la latitanza del boss Antonino Pesce. Catturato dai carabinieri
È il reggente della cosca. Sfuggito al blitz “Vulcano” del luglio scorso, si nascondeva in un’abitazione della frazione marina di Gioia Tauro. A lui il compito di curare i contatti con i Bellocco e i Molè
Nelle prime ore di oggi, 29 gennaio 2017, a Gioia Tauro, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria unitamente a quelli della locale Compagnia Carabinieri, collaborati da militari dello Squadrone Cacciatori Calabria, hanno tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, Antonino Pesce, 34 anni, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti.