
Chi ricorda i militi ignoti della lotta alla mafia? Troppi sono stati dimenticati dal marketing del martirio.
L’8 agosto 1956 in quella miniera belga morirono 262 giovani di 12 nazionalità, 136 erano italiani. Una tragedia europea anche perché il carbone serviva a risollevare le sorti del nostro Paese e del Continente. Chi ignora questa storia non capirà i migranti
Oggi, 8 agosto, ricorre il 60° anniversario della tragedia di Marcinelle. Che cosa ne sappiamo di quel che accadde quel giorno? Che cosa sappiamo di quel che avvenne prima e di quel che avvenne dopo? Nulla.
nadia ferrigo
inviata a gioiosa jonica
L’ultima nata a Camini, poco più di duecento anime abbarbicate nella Locride a mezz’ora di curve, erba bruciata e fichi d’india dalla statale, si chiama Giusy. Nomignolo assai comune al Sud, molto meno in Nigeria. Mamma e papà sono tra i centoventi migranti che in Calabria hanno trovato una nuova vita, il nome invece è un ringraziamento a Rosario Zurzolo e Giusy Carnà, marito e moglie a capo del progetto di accoglienza diffusa capace di ripopolare un borgo altrimenti destinato a scomparire.
La Rete dei Comuni Solidali, associazione di Promozione Sociale nata dall’esigenza di coinvolgere e far cooperare concretamente i Comuni “ricchi” con quelli “poveri”, è dal gennaio 2014 Ente Gestore del progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di cui è titolare il Comune di Gioiosa Jonica, guidato dal sindaco Salvatore Fuda.
REGGIO CALABRIA – “Leggendo libri come Dimenticàti e Gotica ho scoperto la storia delle vittime innocenti della ‘ndrangheta e ho deciso di partecipare con la mia famiglia alla marcia in Aspromonte”.
Una sorpresa e un cambiamento al programma del Festival per la giornata conclusiva del 31 Luglio. Al termine della cerimonia di premiazione dei corti e della consegna del premio Gianluca Congiusta ci sarà il concerto/incontro di Roberto Vecchioni
Per indicare il cammino. Per segnare una presenza. Per ridare vita alla vita. Questo significa intitolare una strada a Gianluca Congiusta un giovane ucciso dalla ‘Ndrangheta a Siderno (RC).
di Simona Musco
«Se pensavate di ucciderli vi siete sbagliati. Loro, le vittime, continuano a volare. Voi ‘ndranghetisti avete perso. Questo luogo, che volevate luogo di morte, sta diventando luogo di vita. Noi non vi odiamo, perché non siamo come voi. Salvate i vostri figli, non fate fare loro la vostra vita di latitanza e carcere. Se decidete di farlo troverete il nostro aiuto. Oggi non è un giorno di lutto, è un giorno di festa perché la ‘ndrangheta ha perso e noi abbiamo vinto».