REGGIO CALABRIA – La Procura antimafia di Reggio Calabria ha disposto il sequestro probatorio della casa, della barca e del telefono cellulare di Giovanni Aiello, l’ex poliziotto della Mobile di Palermo conosciuto come “Faccia da mostro”, deceduto ieri mattina sulla spiaggia di Montauro.
Ultime notizie
Io sto con Riace- Appello al Governo Italiano-Raccolta firme
Al Governo Italiano/ Ministero dell’Interno e la Prefettura di Reggio Calabria.
L’anno 2017 non verrà ricordato solo come un anno dove il meteo ha toccato temperature massime, sarà ricordato (dalle tante persone, associazioni, cooperative ecc che hanno potuto conoscere in questi anni l’esperienza di Riace), anche come un anno di passaggio importante per la possibile continuità del progetto di accoglienza.
Riace in festival-Edizione 2017- Premio “Gianluca Congiusta”-Tutto il programma
Inaugurazione Festival
Giovedi 3 Agosto
Anfiteatro di Riace Superiore ore 18
Domenico Lucano sindaco di Riace e Peppino Mazzotta
Incontro fra operatori: Miserie e Nobiltà: viaggio nei progetti di accoglienza
Alberto Mossino – Piam onlus Asti
Viola De Andrade Piroli – Baobab Roma
Davide Grilletto, Arci Reggio Calabria
Emilio Sirianni, Magistrato
Coordina Giovanni Maiolo progetto Sprar Gioiosa
Coordinamento Libera Locride-21 luglio “Diario della memoria” 22 luglio ” I sentieri della memoria”
“La memoria è come il mare: può restituire brandelli di rottami a distanza di anni” scriveva Primo Levi
Al via oggi il campo di E!state Liberi a Gioiosa, campo di volontariato e formazione sui beni confiscati alle mafie.
Da anni l’associazione Don Milani – Onlus in collaborazione con Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, offre la possibilità a ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia di essere protagonisti del cambiamento che vorremmo vivere sui nostri territori e testimoni del riscatto sociale per il quale fortemente ci battiamo.
Libera- “La Memoria non va in vacanza”
“La memoria non va in vacanza“, un periodo ricco di iniziative del Coordinamento Libera Locride
Libera: “Necessaria e urgente la riforma del Codice Antimafia”
Necessario e urgente approvare in via definitiva la riforma del codice antimafia attesa ormai da tempo che consente di fare un passo in avanti notevole nella lotta alle mafie e alla corruzione.
Chiediamo un forte senso di responsabilità per non compromettere una riforma così importante, senza restare prigionieri di tecnicismi e opportunismi. Il provvedimento contiene novità nella maggior parte condivisibili che raccolgono gran parte delle proposte avanzate da chi combatte quotidianamente la criminalità organizzata.
In particolar modo, Libera sottolinea alcuni degli aspetti positivi introdotti quali l’accelerazione del procedimento di applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali e di gestione dei beni sin dalla fase del sequestro, la trasparenza, la rotazione e le incompatibilità sulla nomina degli amministratori giudiziari, il rafforzamento di ruolo e funzioni affidati ai nuclei di supporto delle Prefetture e l’aumento di dotazione organica dell’Agenzia, nonché l’introduzione di ulteriori norme finalizzate a rendere effettivo, quando possibile, il riutilizzo sociale dei beni e a favorire la continuità produttiva delle aziende sequestrate e confiscate insieme alla tutela dei loro lavoratori.
Pur riconoscendo alcune criticità presenti nel testo, riteniamo indispensabile portare a compimento e senza arretramenti la riforma per rendere più efficace la lotta alla criminalità organizzata e mafiosa, alla criminalità economica e alla criminalità politica.
La rete nazionale di Libera, a cui aderiscono associazioni e cittadini continuerà a vigilare sull’iter legislativo in corso nella consapevolezza che la lotta la corruzione va completata a partire dall’inserimento dell’aggravante del metodo corruttivo nel reato di associazione mafiosa.
fonte: libera informazione
Calabria, il vescovo di Locri-Gerace: “Qui pezzi di Chiesa a braccetto con la ‘ndrangheta”
Alla presenza di Marco Minniti, il monsignore ha aperto così un incontro sul santuario della Madonna di Polsi, che in più inchieste viene indicato come luogo d’incontro dei boss. “E la società civile non è stata attenta”. Il ministro dell’Interno: “Parole potenti. Qui occorre separare Dio dalla ‘ndrangheta”
REGGIO CALABRIA – Il santuario della Madonna di Polsi, alle pendici dell’Aspromonte, viene indicato in diverse inchieste della magistratura come luogo d’incontro dei boss di ‘ndrangheta, in concomitanza con la festa dell’1 e 2 settembre che richiama migliaia di fedeli.
Gratteri: «Per le istituzioni calabresi la ricreazione è finita»
Il procuratore di Catanzaro è stato sentito dalla Commissione parlamentare antimafia. Al centro delle audizioni le indagini della Dda nel Crotonese: «Prima quella provincia era un buco nero». L’emergenza degli organici: «Non ho con chi lavorare»
ROMA- È stata l’inchiesta Jonny (e lo scottante tema della gestione del Cara di Isola Capo Rizzuto) il tema caldo dell’audizione del procuratore capo della Repubblica di Catanzaro davanti alla commissione parlamentare Antimafia che ha sottolineato come l’indagine stia continuando relazionando sull’argomento a telecamere spente alla commissione.
Reggio Calabria, boss della ‘ndrangheta fa causa a Klaus Davi: “suoi documentari mi diffamano”
Domenico Foti, conosciuto come ‘Mimmo Vecchia Romagna’ e condannato in via definitiva nel 2002 per associazione mafiosa, ha chiesto al massmediologo Klaus Davi di rimuovere con effetto immediato i video che riguardano lui e la sua presunta appartenenza al feroce clan ‘ndranghetista dei Labate, conosciuti anche come ‘Attila’ o ‘Timanigiu’. Lo dichiara lo stesso Klaus Davi in una nota. A scrivere a Davi è stato il legale del Foti, l’avvocato Nicoletta Gattuso, la quale, a mezzo raccomandata a nome e per conto del Foti stesso (trovate in allegato la lettera), smentisce il presunto ruolo apicale del suo assistito all’interno del clan Labate e i suoi possibili interessi nell’attività dell’usura e chiede a Klaus Davi di ritirare il filmato che riguarda il proprio assistito nonché i post di lancio dello stesso, in quanto le notizie riportate, si legge nella missiva, sarebbero “assolutamente false e diffamatorie”. Il legale si domanda poi se il massmediologo sia “destinatario di gravissime fughe di notizie allo stato sconosciute a tutti”. Il massmediologo dichiara: “Non solo i famigliari di Mimmo Foti si sono barricati nel loro negozio quando ci siamo recati per far loro le domande, che tra l’altro volevano rappresentare un’opportunità di replica a quelle accuse verso di lui mosse dalla cittadinanza reggina, ma suo figlio mi ha verbalmente aggredito in diretta, dicendo a più riprese ‘ammazzati’. Intendiamoci, è un suo diritto non rispondere come è un nostro diritto porre domande sulle sue presunte attività nel quartiere del Gebbione che, come hanno dimostrato numerose indagini svolte dai Pm Antonio De Bernardo e Stefano Musolino, è ostaggio da anni di questa famiglia e delle sue pratiche estorsive; famiglia con cui il Foti intratteneva solidi rapporti di natura mafiosa”. Klaus Davi ha inoltre scritto, chiedendo un incontro, a Maria Elena Boschi: “È stata qui in Calabria per inaugurare un campo da calcio. Un’iniziativa che appoggio, ma ora c’è bisogno di una legge che impedisca le querele temerarie e punisca severamente le aggressioni ai cronisti”. Lo stesso Davi è stato brutalmente malmenato da due persone legate al clan Lo Bianco di Vibo Valentia, lo scorso luglio, mentre realizzava, insieme ad Alberto Micelotta, un’intervista a Rita Lo Bianco, madre del collaboratore di giustizia Andrea Mantella. Per tali violenze i due uomini sono stati rinviati a giudizio dalla Procura di Vibo. Di queste ore, inoltre, le pallottole all’indirizzo della giornalista Alessia Truzzolillo, alla quale va tutta la vicinanza del massmediologo che conclude: “Ho ricevuto la solidarietà di esponenti del CSM come Gianluigi Legnini, Luca Palamara e di molti altri, che ancora oggi ringrazio. Ma ora l’urgenza di studiare una legge contro le querele temerarie si fa inderogabile. Per questo ci batteremo finanche con azioni estreme affinché la politica si dia finalmente una mossa e si occupi della Calabria con un impegno reale e concreto”. Nessun passo indietro di Davi: “Reggio Calabria va liberata dai Labate e dal loro dominio mafioso”.
fonte:strettoweb