Si svolgerà sabato 7 gennaio ( e non mercoledì 4), sempre a partire dalle ore 18.00, alla libreria Calliope Mondadori di Siderno (RC), “Diverse visioni”, con la proiezione dei cortometraggi “Rosa” di Vincenzo Caricari e “Nel cuore delle rane” di Bernardo Migliaccio Pina.
locride
‘Ndrangheta, don Pino Strangio indagato per concorso esterno: verso rinvio a giudizio
Chiuse le indagini sul canonico responsabile del santuario di Polsi nell’inchiesta sull’associazione segreta di tipo massonico
di ALESSIA CANDITO
Non è un mafioso, ma per i magistrati ha “contribuito al rafforzamento dell’associazione”.
Riace: Lucano ritira le dimissioni
Locride. Il vescovo restituisce i soldi «sospetti» donati alla parrocchia
Antonio Maria Mira giovedì 10 novembre 2016
Monsignor Oliva ha fatto restituire soldi donati per il restauro della Chiesa Matrice di Bovalino e ha sciolto il consiglio pastorale parrocchiale di Platì favorevole ai funerali pubblici a un mafioso
Siderno: Venerdì 11 novembre Francesco Forgione presenta “I Tragediatori”
Chi sono, da dove vengono e perché stanno crollando le icone e i «miti» dell’antimafia. Imprenditori, giornalisti, magistrati, associazioni sono travolti da inchieste giudiziarie e dalla questione morale. Hanno costruito carriere, accumulato potere, fatto affari.
Roccella: Domenica la presentazione del libro “Padrini e padroni” di Gratteri e Nicaso
Domenica 6 novembre alle ore 18, all’ex Convento dei Minimi di Roccella Ionica, sarà presentato l’ultimo libro scritto da Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, noto per l’impegno in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta, e da Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali e docente universitario, dal titolo: “Padrini e padroni – Come la ‘ndrangheta è diventata classe dirigente”.
I sindaci di Siderno e Locri chiedono di essere ricevuti dal ministro Lorenzin
Ecco la nota che i Sindaci di Locri e Siderno hanno inviato al Ministro Beatrice Lorenzin per chiedere di essere ricevuti, congiuntamente agli alti Sindaci della Locride, il prossimo sette novembre nel corso della visita che farà a Reggio per partecipare all’inaugurazione della nuova Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli.
Melito Porto Salvo, per l’arcivescovo di Reggio non è solo ‘ndrangheta e omertà. “C’è un problema di educazione sessuale”
Il nuovo prefetto Michele Di Bari: “Entrerò nella Vostra storia per respirare le Vostre speranze”
Con gioia vengo tra Voi per percorrere le strade di un territorio che ha bisogno, nella quotidianità, della forza costruttiva di tutti coloro che avvertono la legalità quale strumento di crescita e di sviluppo.
Dopo avere fatto ricorso al Tar- Denunciò i clan, avrà l’auto di scorta
Nell’ordinanza emessa dal Tar del Lazio si afferma che ‘sussistono per Mangiardi le condizioni di eccezionale gravità ed urgenza’. I giudici, inoltre, parlano di ‘gravi pericoli per l’incolumità personale’ del testimone di giustizia ‘in una zona caratterizzata, peraltro, da gravi fenomeni criminali’.
Ricordiamo che nel 2006 il ‘no’ dell’imprenditore agli inviati del clan Giampà e l’immediata denuncia alle Forze dell’ordine avevano consentito di fare luce su numerosi fatti e vicende di ’ndrangheta della città calabrese. Mangiardi aveva poi confermato le sue accuse nel corso del processo nel 2009, indicando i suoi estersori in aula.
Subito dopo gli era stata assegnata la scorta di due uomini con auto blindata, ridotta dopo alcuni mesi a due uomini con auto non blindata. Lo scorso 5 agosto gli era stata comunicata un’ulteriore riduzione. Per il Viminale ha infatti diritto solo a un uomo di scorta ma, come si leggeva nella comunicazione, ‘la misura sarà attuata mediante l’utilizzo di un’autovettura di proprietà dell’interessato’. Ovviamente non blindata. E visto che Rocco non guida, toccherà all’unico poliziotto farlo, con evidenti problemi in caso dovesse intervenire. E questo mentre sono in corso alcuni processi in cui è testimone e a Lamezia sono riprese le violenze.
Ma lui, quando lo avevano intervistato lo scorso 8 agosto, non aveva fatto alcun passo indietro. «Malgrado quello che mi sta succedendo non cambio idea – ci aveva detto con un sorriso –. Anche se mi lasciano senza tutela. Piuttosto è una questione di principio. Lo Stato non può pretendere che per tutelarmi io gli compri la macchina». Per questo aveva fatto ricorso al Tar che per ora, con un decreto di sospensiva cautelare, gli ha dato ragione. I giudici entreranno poi nel merito ma già ora sembrano invitare il Viminale a rivedere la decisione. Rocco è per ora soddisfatto, ma anche dispiaciuto. «Ho dovuto presentare ricorso contro lo Stato. Proprio io che ho sempre creduto nelle istituzioni. Purtroppo ho dovuto farlo, ma confermo la mia fiducia».
fonte: Avvenire