Siderno: Presto l’inizio dei lavori dell’impianto sportivo di Mirto dedicato a Gianluca Congiusta

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Siderno: Presto l’inizio dei lavori dell’impianto sportivo di Mirto dedicato a Gianluca Congiusta
Il 16 ottobre ricorrevano i dieci anni dall’omicidio di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, ammazzato nel 2005 a Locri, davanti al seggio istituito per votare le primarie dell’Ulivo. Nel 2007 è uscito per Dalai Editore Ammazzàti l’onorevole. L’omicidio Fortugno. Una storia di mafia, politica e ragazzi del giornalista e scrittore Enrico Fierro che ha voluto raccontare le complicità, le sottovalutazioni, la Calabria delle ambiguità. Raggiunto telefonicamente, Fierro ha acconsentito a rispondere a qualche nostra domanda riguardo quanto accaduto dieci anni fa in Calabria e su quello che avviene oggi nel nostro Paese.
L’uccisione di un bambino da parte della ndrangheta era già avvenuta, ma è la prima volta che le ndrine alzano il tiro e decidono di uccidere un bambino sparandogli a bruciapelo.
Di Angela Panzera
È stata tutta caratterizzata da “non ricordo” o “non lo so” la testimonianza di Annunziata Di Cosola, la moglie del pentito Peppe Costa, che ieri – dopo aver mancato per tre volte consecutive l’invito a comparire inviato dalla Corte d’Assise di Appello reggina – ha reso dichiarazioni nel processo bis sull’omicidio dell’imprenditore Gianluca Congiusta.
Ancora un giovedì ricco nel quadro degli incontri promossi da Reggionontace nel cortile adiacente alla chiesa degli Ottimati. Teniamo ancora viva l’eco della testimonianza di don Virginio Colmegna che ha aperto i nostri occhi e i nostri cuori, dandoci più forza nell’impegno e nella lotta per i diritti di chi non ha voce e di chi si trova ai limiti della società. Tra le idee di futuro messe in campo quella sera, su cui continueremo a confrontarci per proporne l’attuazione nella nostra città, c’è senz’altro il reddito minimo di cittadinanza, sogno su cui anche Martin Luther King si batteva.
Buongiorno, oggi navigando in rete, mi sono piacevolmente imbattuto in questo sito e ci sono rimasto incollato per ore, tralasciando impegni di lavoro e quant'altro. Sono Mariano Marabella, non soltanto un collega di Gianluca ma un amico, seppur vivendo a Sciacca eravamo sempre in contatto, ci confrontavamo spesso su offerte e strategie commerciali da mettere in campo, quali avevano funzionato e quali meno. Giorni prima della disgrazia eravamo a Palermo in un corso di vendita organizzato da Tim. Con Gianluca avevamo in comune il lavoro, l'attenzione per il benessere fisico e lo sport. Quando ci trovavamo all'estero per lavoro non ci mancavano mai le corsette mattutine, quando tutti i nostri colleghi dormivano, io e Gianluca eravamo in pantaloncini a correre. Lo ricordo distinto, profumato e sempre allegro, anche quando le vendite registravano piccole flessioni, Gianluca aveva sempre una parolina per sdrammatizzare e per intravedere una sorta di positività che era insita nella sua indole, gli invidiavo sincerità e bontà d'animo. Non sono riuscito a trattenere le lacrime, il giorno del funerale, quando il feretro ha fatto tappa davanti al negozio principale sul corso, dopo 10 anni lo sento ancora come fosse ieri e provo ancora un brivido nel ricordarlo. Oggi ho figli grandi ed ancor meglio posso capire cosa significhi per un genitore perdere un figlio. Ho apprezzato tanto la dignità e la tenacia della famiglia, colpita da una simile disgrazia, la forza con la quale avete lottato e continuate a lottare per la verità, lotte che hanno dato i suoi frutti ed anche se non cancellano il dolore, almeno servono a placare la voglia di giustizia e di verità che la nostra terra ci ha abituati a sopire. Questo è quanto mi sono sentito di scrivere, non sono bravo ad esprimere i sentimenti a parole, ma volevo bene a Gianluca perché era uno come me...... Un abbraccio forte alla famiglia. Mariano Marabella
di FRANCESCO VIVIANO e ALESSANDRA ZINITI
REGGIO CALABRIA – Nella piana di Gioia Tauro c’è un bambino di 11 anni che fa tremare mafiosi e potenti. È stato abituato a maneggiare pistole sin da quando era piccolo piccolo, sa bene cos’è la droga e come si chiede il pizzo.
Cinquantaquattro fermi il clan Commisso, di Siderno e Coluccio di Marina di Gioiosa Jonica. Gratteri: “Ora i siciliani dipendono dagli ‘ndranghetisti totalmente sul campo degli stupefacenti”. Emersi anche investimenti in negozi di fiori olandesi e in cioccolata. E nelle intercettazioni un boss si lamenta di quanto sia faticoso contare i soldi con la macchinetta
Si lamentano, perché la mole di lavoro è diventata particolarmente pesante. Non si tratta di semplici operai calabresi che hanno lasciato l’Italia per andare a lavorare in Olanda: sono boss della ‘Ndrangheta, che protestano al telefono perché è diventato troppo pesante, in una sola notte, contare con la macchinetta tutti i soldi arrivati in una settimana dal traffico di droga. È una delle intercettazioni che la procura di Reggio Calabria ha potuto ascoltare grazie alla collaborazione con i Paesi Bassi, e che ha portato alla maxi operazione anti ‘ndrangheta contro il clan Commisso, che opera a Siderno, in provincia di Reggio Calabria, con proiezioni in Canada e Olanda, e contro i Coluccio di Marina di Gioiosa Jonica.
Di Angela Panzera
Il boss Tommaso Costa ha ucciso Pasquale Simari e per lui adesso il carcere a vita é una certezza.