Mafia: due sale bingo nel mirino degli inquirenti

Mafia: due sale bingo nel mirino degli inquirenti

di Umberto Lucentini

PALERMO – Da una parte c'è la confisca di una sala bingo che la cosca di Villabate utilizzava come bancomat per pagare le spese di viaggio e di cura a Marsiglia di Bernardo Provenzano. Dall'altro lato un sequestro da 30 milioni di euro al clan avversario, quello di Nino Rotolo: case, terreni e un'altra sala bingo servita, anche in questo caso, per riciclare soldi sporchi e fare fronte alle necessità di cassa della cosca. Sono due i provvedimenti giudiziari delle ultime ore che a Palermo colpiscono i patrimoni di Cosa nostra.

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Lo Piccolo in carcere dopo 24 anni di latitanza. Ora si studiano i suoi ‘pizzini’

Lo Piccolo in carcere dopo 24 anni di latitanza. Ora si studiano i suoi 'pizzini'

Per il boss Salvatore Lo Piccolo, indicato da molti come il nuovo capo di Cosa Nostra palermitana dopo la cattura di Bernardo Provenzano, questa è la prima serata in carcere dopo 24 anni di latitanza. Già mercoledì Lo Piccolo potrebbe essere in aula per l'udienza del processo "Grande mandamento" in cui è imputato. Unanime la soddisfazione del mondo politico siciliano per la cattura dei boss. Il mondo politico ha fatto i complimenti a magistrati e polizia; dal premier Romano Prodi al presidente della Regione, Salvatore Cuffaro.
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SAN LUCA, SONO DA BONIFICARE I LUOGHI DELLA “MAFIOCRAZIA”

SAN LUCA, SONO DA BONIFICARE I LUOGHI DELLA  “MAFIOCRAZIA”

Ora che si sono, quasi totalmente, spenti i riflettori sulla strage consumata a Ferragosto, a Duisburg e quando sembrano anche esauriti i postumi mediatici di quella efferata e tracotante manifestazione di violenza che ha stroncato sei giovani vite calabresi in terra di Germania, nel contesto, come dicono, di una faida, o, che sarebbe meglio dire, di una lotta di potere, tra alcune famiglie di San Luca,  val, forse, la pena di tentare una riflessione pacata e ragionata, per cercare di capire le ragioni vere e le cause reali di tanta violenza sanguinaria.
Un tentativo, per cercare di andare oltre le apparenze, sulla condizione di San Luca e dei sanluchesi, che ripetiamo, a distanza di quasi vent’anni, dopo il primo, datato ai primi mesi del 1990, a ridosso della liberazione , dopo quasi due anni dal suo sequestro, del giovane, Cesare Casella.

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Angela, la pentita della ‘ndrangheta Amante e moglie di boss, ha scelto di parlare

Angela, la pentita della 'ndrangheta
Amante e moglie di boss, ha scelto di parlare

"Ero stimata per capacità e indipendenza. Rifiutai di essere 'battezzata'
ma conoscevo le regole e partecipavo a molte attività"
di FRANCESCO VIVIANO

CATANZARO – Amante e moglie di due boss della 'ndrangheta, ex amica anche dell'assassino del figlio, "affiliata" alla cosca di Lamezia Terme, ora ha deciso di pentirsi svelando 20 anni di storia, misteri ed omicidi anche "eccellenti" alla squadra mobile di Catanzaro. Per la 'ndrangheta, che basa (molto più di Cosa Nostra) la sua forza su strettissimi rapporti famigliari, è un colpo durissimo. Il "pentito" nelle cosche calabresi è una figura rarissima.

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Barista ucciso nel Reggino: arrestato l’omicida

Barista ucciso nel Reggino: arrestato l'omicida

53enne con precedenti penali ha ucciso per futili motivi

(ANSA)- CONDOFURI (REGGIO CALABRIA), 21 OTT – Arrestato l'omicida di Leonardo Modafferi,il barista il cui cadavere e' stato trovato all'alba all'interno del suo bar. E' Giuseppe Roda', 53 anni, gia' noto alle forze dell'ordine. L'uomo ha confessato: 'L'ho ucciso perche' ieri, dopo che lo avevo insultato, mi ha sputato'. A Roda' i carabinieri sono risaliti grazie al comandante della caserma che conosce bene gli avventori del bar. Roda' esercitava prepotenze psicologiche sugli altri 'grazie' ai suoi precedenti penali.

 

BARISTA DI 36 ANNI UCCISO A FUCILATE

Barista di 36 anni ucciso a fucilate

Nel Reggino, fratello scopre il corpo poco dopo apertura bar
(ANSA) – CONDOFURI (REGGIO CALABRIA), 21 OTT – Un barista di 36 anni e' stato ucciso a fucilate, all'alba, nella frazione San Carlo di Condofuri, nel Reggino. A scoprire il cadavere di Leonardo Modafferi e' stato il fratello poco dopo l'apertura del bar. L'uomo, che e' stato raggiunto da due colpi di fucile calibro 12, era incensurato. Le indagini sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo.