Armi da guerra e droga, in carcere due muratori della Locride

Armi da guerra e droga, in carcere due muratori della Locride

Reggio Calabria, 25 giugno 2011 –

Due muratori di Siderno sono stati arrestati dai carabinieri per detenzione illegale di armi clandestina, anche da guerra, e per coltivazione di canapa indiana.

In carcere sono finiti i fratelli Salvatore e Cosimo Sansalone, di 54 e 49 anni, entrambi gia’ noti alle forze dell’ordine.

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‘NDRANGHETA:DON CIOTTI,ROGO ULIVI NON FERMERA’AZZURRI CALCIO

‘NDRANGHETA:DON CIOTTI,ROGO ULIVI NON FERMERA’AZZURRI CALCIO

(ANSA) – GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA), 22 GIU –

”Non so se l’incendio possa essere legato all’arrivo della Nazionale di calcio e comunque non lo posso escludere, ma se dovesse essere cosi’ posso dire che il direttore generale della Figc, non appena ha saputo dell’atto intimidatorio alla coop Valle del Marro, mi ha telefonato per esprimere solidarieta’ ma anche per accelerare l’arrivo della Nazionale di Cesare Prandelli nella Piana”.

 

 

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L’associazione daSud promuove la fotografia contro le mafie

L’associazione daSud promuove la fotografia contro le mafie

Nasce dall’associazione giovanile daSud un concorso fotografico per raccontare la lotta alle mafie attraverso immagini e scatti inediti. Dal fumetto Lollò Cartisano, “l’ultima foto alla ‘ndrangheta” (Round Robin Editore) è tratta l’idea della rassegna chiamata “L’ultima foto alle mafie”. Agostino Cartisano era un fotografo ucciso in Calabria nel 1993 per mano della ‘ndrangheta. Vissuto a Bovalino (Reggio Calabria), egli visse il periodo dei sequestri (18 in pochi anni) delle cosche della Locride, e il 22 luglio 1993 fu aggredito e portato via. Il movimento “Bovalino libera” organizzato in primis dalla figlia di Lollò condusse a un risveglio delle coscienze e al pagamento di un riscatto di 200 milioni di lire, ma la cosca dei Cartisano con un colpo alla testa uccise il fotografo e seppellì il corpo ai piedi di Pietra Cappa.

 

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Perché è la gente che fa la storia

Perché è la gente che fa la storia

di Massimiliano Perna – ilmegafono.org

Nonostante la sconfitta, non c’è segno di resa, non ci sono spugne che cadono per decretare la fine. Sono andati ko ma continuano ad occupare il ring, ad imprecare, insultare il popolo, negare l’esito di una grande mobilitazione di massa

Le schiene dritte e gli occhi aperti, in mano un foglio di carta con tanti timbri, addosso quella sensazione di entusiasmo che forse in tanti avevamo dimenticato. Votare, scegliere, decidere laddove altri tentennano o vanno in direzione opposta al futuro dell’intera popolazione e delle generazioni che verranno. Il trionfo della democrazia, la conferma che è ancora salda, nonostante tutto, e che forse si parla di regime con troppa facilità. Sì, perché talvolta diventa un alibi per non mobilitarsi, per non impegnarsi. Invece non c’è alcun regime, ci sono dei tentativi, ma non scalfiscono le strade ancora aperte e larghe della democrazia. Basta solo popolarle, ricominciare ad affollarle. Le amministrative prima e il referendum poi hanno dato una dura lezione a chi si ostina ad affondare le flaccide terga nelle poltrone dai manici dorati, rimanendo sordo all’urlo di cambiamento che, pacificamente, si sta levando in tutta Italia. “Andiamo avanti”, rispondono. Come se niente fosse, dimenticando che il nucleare era uno dei punti principali del programma di governo e che gli elettori lo hanno inesorabilmente bocciato. Fingendo di ignorare che il 95% degli italiani ha proclamato l’abrogazione del legittimo impedimento, ossia la legge ad personam con cui il Caimano ha cercato di salvarsi dai processi.

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“Museo delle migrazioni di Lampedusa”

“Museo delle migrazioni di Lampedusa”

“Museo delle migrazioni di Lampedusa”

Sulle opere con gli oggetti dei migranti e il museo delle migrazioni di Lampedusa.

La prima volta che andai al cimitero delle barche, stavo cercando, come spesso mi capitava fare , qualcosa che mi stupisse , nella spazzatura. Ho sempre avuto una curiosità nei confronti degli oggetti, ricordo i saloni dei miei nonni
pieni di cose nelle credenze, tutti avevano una storia, si trascinavano dietro un ricordo, molti non erano belli, ma esercitavano su di me un fascino particolare, ed erano li da sempre, ogni tanto se ne aggiungeva qualcuno, altri addirittura erano stati del padre o di qualche zio dei miei nonni, tutti erano esposti con molta cura e a me sembravano tutte cose di molto valore.

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‘Ndrangheta a Torino, 180 arresti

‘Ndrangheta a Torino, 180 arresti

‘Ndrangheta a Torino, 180 arresti
Svelati i legami tra cosche e politici

Sequestrati beni per 70 milioni: enormi patrimoni accumulati  da persone prive di reddito.
Nelle maglie degli inquirenti  noti amministratori locali, tra  cui Nevio Coral. Piero Grasso:
«Cresce la presenza al Nord»

LODOVICO POLETTO

TORINO
Centottanta ordinanze di custodia cautelare in carcere, di cui 143 già eseguite. Beni sequestrati per oltre 70 milioni di euro. E un meccanismo di connivenze e scambi tra ‘ndrangheta e politica. Arriva dalla Procura di Torino l’ultima stangata alle infiltrazioni mafiose nei comuni del Torinese. Un’operazione, durata tutta la notte, che ha interssato Torino e provincia, altre zone del Piemonte, la Lombardia, la Liguria e la Calabria. Un blitz che è il frutto di quattro anni di indagini, pedinamenti e intercettazioni.

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L’ecomafia non conosce crisi

L’ecomafia non conosce crisi

IL DOSSIER

L’ecomafia non conosce crisi
Il record di reati è in Campania

Presentato il Rapporto Legambiente. Nel 2010 le organizzazioni criminali hanno incassato 19,3 miliardi di euro. Fra i traffici più vistosi i rifiuti, l’abusivismo edilizio, le frodi alimentari e i furti di opere d’arte. Campania sempre in testa alla classifica dell’illegalità ambientale seguita da Calabria, Sicilia e Puglia. Ma crescono gli illeciti anche in Lombardia

di MONICA RUBINO

ROMA – Come un virus, con diverse modalità di trasmissione e una micidiale capacità di contagio. Avvelena l’ambiente, inquina l’economia, mette in pericolo la salute delle persone, uccide in maniera brutale. Può nascere in provincia di Caserta o di Reggio Calabria, riprodursi a Milano, entrare in simbiosi con altre cellule a Berlino e Amsterdam, saldare il suo Dna con ceppi lontani, fino a Hong Kong. Nell’Italia che fa fatica a uscire dalla crisi c’è un’organizzazione che gode di ottima salute. E’ l’ecomafia, che non manca di liquidità perché nessuno si può rifiutare di pagare. Non ha bilanci in sofferenza perché, se nel 2010 gli incassi sono stati di poco inferiori rispetto all’anno precedente (19,3 miliardi di euro contro i 20,5 del 2009), è pur sempre in attivo. E’ il ritratto che emerge da “Ecomafia 2011”, il rapporto curato da Legambiente 1 per i tipi di Edizioni Ambiente e presentato oggi a Roma nella sede del Cnel.

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Asti, tra accoglienza e rifiuto dei profughi

Asti, tra accoglienza e rifiuto dei profughi

IL CASO

Asti, tra accoglienza e rifiuto dei profughi
“Il referendum? Una cosa folle e ridicola”

In un piccolo paese metà della popolazione si solleva e chiede una consultazione popolare contro l’accoglienza a tre famiglie di stranieri. Il sindaco: “E’ inaccettabile decidere di non ospitare chi ha chiesto asilo politico”. Intanto 11 famiglie africane residenti nell’Astigiano chiedono di accogliere dei somali arrivati a Lampedusa

di RAFFAELLA COSENTINO

ASTI – I piemontesi di Settime D’Asti, un borgo in collina di 600 anime, non vogliono fare come i calabresi di Riace, il paesino della locride noto in tutto il mondo per  aver dato ai rifugiati le case lasciate vuote dagli emigranti.

Settime si è spaccata in due su un progetto del Sistema di protezione per richiedenti asilo (Sprar) voluto dal sindaco Guido Rosina che prevede di dare alloggio e lavoro a tre famiglie di profughi, 15 persone in tutto. In  272 si sono schierati contro, firmando una petizione e chiedendo un referendum, appoggiati da tre consiglieri comunali su 12.

 

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LA GERBERA CONQUISTA IL NORD-In un video ricordate le figure di Musella e Congiusta

Duecento giovani alla tre giorni di Riferimenti a Bardolino. Viaggio sul battello della legalità
LA GERBERA CONQUISTA IL NORD

Commovente incontro tra il procuratore Lombardo e il testimone di giustizia Ruello
In un video ricordate le figure di Musella e Congiusta

Duecento giovani alla tre giorni di “Riferimenti” a Bardolino. Viaggio sul battello della legalità La Gerbera conquista il Nord Commovente incontro tra il procuratore Lombardo e il testimone di giustizia Ruello Riferimenti antimafia, da sud a nord. Si è tinto di giallo il Lago di Garda per le giornate conclusive del percorso nazionale della “Gerbera Gialla 2011”, organizzato dal Coordinamento Nazionale Antimafia “Riferimenti”, che si sono svolte a Bardolino, in provincia di Verona, dal 26 al 28 maggio. E’ stata una esperienza di confronto che sarà difficile dimenticare. La simbologia della Gerbera gialla (fiore che racchiude un messaggio di memoria e insieme di reazione), che ritorna a fiorire nel mese di maggio, rappresenta la rinascita della vita ma anche di tante stragi: da Portella della Ginestra a Piazza della Loggia a Brescia, da Impastato a Basile, da Falcone a Musella e Congiusta. Duecento ragazzi meridionali sono saliti in delegazione e si sono uniti ai loro compagni del Nord con i quali hanno condiviso il Progetto annuale della Gerbera Gialla.

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‘ndrangheta leghista

‘ndrangheta leghista

STORIE

‘Ndrangheta leghista

La faida fra boss e la malavita a San Vittore Olona.

di Agostino Riitano

l televisore del circolo Reduci e combattenti di San Vittore Olona, nel milanese, è ancora lì, attaccato alla parete accanto all’ingresso. Come il 14 luglio del 2008, quando su quello schermo scorrevano le immagini della vittoria dell’italiano Leonardo Piepoli, allora 37enne, nella tappa pirenaica più dura del Tour de France. Poco dopo, alle 18.30, almeno quattro colpi di pistola P38 lasciarono a terra, cadavere, Carmelo Novella, 60 anni, detto ‘compare Nunzio’, problemi con la giustizia per associazione mafiosa, sulla testa un obbligo di dimora proprio a San Vittore e un divieto di espatrio.
«C’era tanta gente quel pomeriggio. Noi davamo in tivù il giro di Francia e mi ricordo la vittoria di un italiano», ha detto a Lettera43.it il titolare del circolo Reduci e Combattenti mentre preparava l’ennesimo bianchetto della giornata. Un euro e via. Altra ordinazione.
«ERA UNA PERSONA NORMALE». «Sì, conoscevo Carmelo Novella», ha spiegato. «Veniva spesso qui. Arrivava e se ne andava a piedi, abitava qui vicino. La solita partita a carta, i soliti amici. Insomma, una persona normale. Non mi sembrava particolarmente preoccupato».
Ma, forse, don Nunzio preoccupato lo era. Poche settimane prima non era stato invitato al matrimonio della figlia di uno dei boss più anziani e rispettati della Calabria, Rocco Aquino, di Marina di Gioiosa Jonica.
L’ESCLUSIONE AL MATRIMONIO. Nel linguaggio simbolico della ‘ndrangheta significa che sei morto. Fine della corsa. Due mafiosi, intercettati, lo dicono in un altro modo: «Compare Nunzio è stato licenziato». La sua colpa? Era un “traditore”, si era messo in testa di scindersi dalla Calabria.
«Sono Nunzio Novella, non ho bisogno di chiedere il parere a nessuno, non ho bisogno neanche di mandare l’imbasciata (messaggio, ndr) in Calabria», ripeteva con orgoglio.

Le confessioni del pentito

Ilda Boccassini.

(© La Presse) Ilda Boccassini.

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