
STORIE
‘Ndrangheta leghista
La faida fra boss e la malavita a San Vittore Olona.
di Agostino Riitano
l televisore del circolo Reduci e combattenti di San Vittore Olona, nel milanese, è ancora lì, attaccato alla parete accanto all’ingresso. Come il 14 luglio del 2008, quando su quello schermo scorrevano le immagini della vittoria dell’italiano Leonardo Piepoli, allora 37enne, nella tappa pirenaica più dura del Tour de France. Poco dopo, alle 18.30, almeno quattro colpi di pistola P38 lasciarono a terra, cadavere, Carmelo Novella, 60 anni, detto ‘compare Nunzio’, problemi con la giustizia per associazione mafiosa, sulla testa un obbligo di dimora proprio a San Vittore e un divieto di espatrio.
«C’era tanta gente quel pomeriggio. Noi davamo in tivù il giro di Francia e mi ricordo la vittoria di un italiano», ha detto a Lettera43.it il titolare del circolo Reduci e Combattenti mentre preparava l’ennesimo bianchetto della giornata. Un euro e via. Altra ordinazione.
«ERA UNA PERSONA NORMALE». «Sì, conoscevo Carmelo Novella», ha spiegato. «Veniva spesso qui. Arrivava e se ne andava a piedi, abitava qui vicino. La solita partita a carta, i soliti amici. Insomma, una persona normale. Non mi sembrava particolarmente preoccupato».
Ma, forse, don Nunzio preoccupato lo era. Poche settimane prima non era stato invitato al matrimonio della figlia di uno dei boss più anziani e rispettati della Calabria, Rocco Aquino, di Marina di Gioiosa Jonica.
L’ESCLUSIONE AL MATRIMONIO. Nel linguaggio simbolico della ‘ndrangheta significa che sei morto. Fine della corsa. Due mafiosi, intercettati, lo dicono in un altro modo: «Compare Nunzio è stato licenziato». La sua colpa? Era un “traditore”, si era messo in testa di scindersi dalla Calabria.
«Sono Nunzio Novella, non ho bisogno di chiedere il parere a nessuno, non ho bisogno neanche di mandare l’imbasciata (messaggio, ndr) in Calabria», ripeteva con orgoglio.
Le confessioni del pentito
(© La Presse) Ilda Boccassini.
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