L’“assessore” ai Lavori Pubblici della ‘Ndrangheta

di Giuseppe Baldessarro

“Il frantoio aveva dato da mangiare a tutti, prima e dopo la morte di mio padre. Era stato generoso con noi, ma sapevo che quell’attività non sarebbe bastata a far vivere me e i miei fratelli una volta che ognuno avesse avuto una famiglia propria. Bisognava fare altro, inventarsi un’attività”.

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L’anniversario di Gianluca e il walzer d’addio che estinguerà la Locride

In “Note di Memoria per Gianluca Congiusta” il soffitto era basso, la notte Ramadan. C’era gente a Piazza Portosalvo, giovani soprattutto, gli ultimi, quelli che dicono di voler resistere ma che fuggiranno a digiuno. Si sa, non c’è mica bisogno della Suprema Cassazione per intuire quel necessario walzer d’addio che estinguerà la Locride. C’erano quattrocento persone a ridosso del palco e quelli di Libera e i cantanti che hanno partecipato al dolore della famiglia Congiusta ricordando quel 24 maggio barbaro dove i topi hanno vinto sugli uomini e la fogna ha invaso la piazza sradicando gli argini. Non c’erano i topi giovedì sera, né i loro re che comandano sotto i baffi; sono rimasti nei tombini, laggiù nella faglia, ma alla prima occasione la piazza se la riprenderanno con o senza canna mozza. La colpa è nostra se “loro” non vogliono più starsene sottoterra e hanno licenza di agire da faraoni alla luce del sole. Per interi decenni, confondendo l’onore con il disonore, abbiamo concesso rispetto e ora ci lamentiamo se le note sono diventate brutali, sempre più disperate. Eppure eravamo bella gente che si godeva il mondo mentre passava dai nostri paesi. La 106 era viva, i benzinai accesi, il futuro frizzante, l’estate profumata e la culla strillava. Poi abbiamo concesso le chiappe alle fruste di guardie e ladri, falangisti e pidocchiosi, al timore che c’ha fregati e anche se non lo vogliamo ammettere, sappiamo fare solo gli indovini su facebook. Non ci rimane nient’altro, i fuochi brillano altrove, lontano. E mentre noi non esistiamo, la fiumara, come diceva Antonio Delfino, continua a scorrere omertosa sotto i nostri balconi e lo stato mostra la faccia feroce di “sua eccellenza” Mori all’inizio e il perizoma del Grande Fratello alla fine.
Sono passati tredici anni dalla morte di Gianluca Congiusta, i peggiori anni della storia sidernese, senza ambizione, fiducia; senza passato né futuro; un buco che ha risucchiato la città più popolosa e più mafiosa (secondo le stime degli esperti) della Locride è divenuto più nero, pesante, profondo.
La realtà è questa e la colpa è palese: le città sono come gli essere umani che le abitano, scriveva Victor Hugo, ahinoi.
Autore:
Jim Bruzzese
Fonte:La Riviera on line

Omicidio Congiusta, annullata la condanna per il boss Costa

La decisione della Corte di Cassazione che lo ha assolto «per non aver commesso il fatto». Il giovane imprenditore fu ucciso il 24 maggio del 2005 per nascondere la riorganizzazione del clan di Siderno. I familiari: «Hanno ucciso Luca per la seconda volta»

Gianluca con giacca a righe

REGGIO CALABRIA Il boss Tommaso Costa non è il mandante dell’omicidio Gianluca Congiusta. Così ha deciso ieri notte la Corte di Cassazione, annullando la condanna all’ergastolo rimediata dal boss di Siderno in Corte d’appello dove il processo era tornato dopo un primo rinvio. Ma anche questa volta, la pronuncia netta dei giudici di piazza Castello non è bastata agli ermellini.

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Giovanni Bombardieri nominato Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria

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(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 11 APR – Giovanni Bombardieri, attuale procuratore aggiunto di Catanzaro, é stato nominato Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. La nomina é stata decisa all’unanimità dal Plenum del Csm, che ha accolto la proposta fatta anche il quel caso all’unanimità il 29 marzo scorso dalla Commissione incarichi direttivi. Bombardieri succede a Reggio a Federico Cafiero De Raho, attuale Procuratore nazionale antimafia.

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‘Ndrangheta: arrestato il boss Giuseppe Pelle, era latitante

Il blitz della polizia scattato nella notte a Condofuri, in provincia di Reggio Calabria

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di Carlo Macrì
CONDOFURI (Reggio Calabria) – Era in compagnia di alcuni fedelissimi, quando la Polizia di Stato e gli agenti dello Sco, con un blitz improvviso hanno fatto irruzione in un casolare di campagna, alla periferia di Condofuri, a poche decine di chilometri da Reggio Calabria mettendo fine alla latitanza di Giuseppe Pelle, 58 anni, di San Luca, esponente di primo piano nella geografia criminale della ‘ndrangheta.

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