Mercoledì 14 dicembre presso il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, il Comandante Generale Tullio Del Sette e il Presidente dell’Associazione “LIBERA” Don Luigi Ciotti hanno firmato un protocollo d’intesa finalizzato a sviluppare ulteriormente i già proficui rapporti di collaborazione tra le due organizzazioni.
vittime
Regione, legge anti ‘ndrangheta, Molinari (IdV) “scritta senza ascoltare nessuno”
Ho appreso, attraverso notizie frammentarie, ma, confermate dal verbale di audizione della Regione, che a Palazzo Campanella si sta approntando una legge regionale di contrasto alla criminalita’ organizzata e al racket”.
Dalla parte di Libera, insieme a Enza Rando
SIAMO TUTTI ENZA RANDO
Lorenzo Frigerio il 2 dicembre 2016. Emilia-Romagna
Lo scorso fine settimana si è verificato a Modena un grave episodio che definire intimidatorio è forse troppo poco.
‘Ndrangheta: arrestato a Rosarno «U ballerinu», il boss Marcello Pesce
Latitante dal 2010, era ricercato per associazione di stampo mafioso. Fa parte dell’omonima cosca operativa nella piana di Gioia Tauro ma anche in Lombardia e in tutto il Nord Italia
di Carlo Macrì
ROSARNO (Reggio Calabria) – Gli davano la caccia da sei anni. Giovedì mattina la polizia l’ha catturato all’alba in una palazzina del centro storico di Rosarno.
Roccella Jonica (RC), un comune fronte culturale contro la ’ndrangheta, il 15 novembre la presentazione del “Viaggio nella memoria” di “Impronte ed Ombre”
“Mai più storie dimenticate, per una resistenza culturale diffusa”. Associazioni, scuole, enti locali e Regione Calabria fanno quadrato per il contrasto culturale alle mafie. Un fronte comune, che si concretizza nella realizzazione del progetto “Impronte ed ombre. Vite, storie e immagini delle vittime della ‘ndrangheta” e che ha reso quest’ultimo vincitore del bando “Giovani per il Sociale” nell’ambito del Piano Azione e Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.
Calabria: testimone di giustizia offre materiale gratis per tendopoli, il Comune dice no
Saffioti aveva offerto ghiaia per l’accampamento dei migranti a San Ferdinando. Il lavoro viene svolto da una ditta non presente nella white list.
Gaetano Saffioti-Donatella Catalano-Rocco Mangiardi-Mario Congiusta
di Trimarchi Giuseppe
Gaetano #Saffioti è un ribelle di Calabria. Uno dei primi e uno dei pochi che hanno sfidato a muso duro lo strapotere delle cosche di ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro. Un imprenditore che ha deciso di denunciare alla magistratura soprusi e vessazioni mafiose, dando il via alla storica operazione “tallone d’Achille”, che nel 2002 ha portato all’arresto di numerosi capi clan e al sequestro di beni per decine di milioni di euro.
Melito Porto Salvo, per l’arcivescovo di Reggio non è solo ‘ndrangheta e omertà. “C’è un problema di educazione sessuale”
Dopo avere fatto ricorso al Tar- Denunciò i clan, avrà l’auto di scorta
Nell’ordinanza emessa dal Tar del Lazio si afferma che ‘sussistono per Mangiardi le condizioni di eccezionale gravità ed urgenza’. I giudici, inoltre, parlano di ‘gravi pericoli per l’incolumità personale’ del testimone di giustizia ‘in una zona caratterizzata, peraltro, da gravi fenomeni criminali’.
Ricordiamo che nel 2006 il ‘no’ dell’imprenditore agli inviati del clan Giampà e l’immediata denuncia alle Forze dell’ordine avevano consentito di fare luce su numerosi fatti e vicende di ’ndrangheta della città calabrese. Mangiardi aveva poi confermato le sue accuse nel corso del processo nel 2009, indicando i suoi estersori in aula.
Subito dopo gli era stata assegnata la scorta di due uomini con auto blindata, ridotta dopo alcuni mesi a due uomini con auto non blindata. Lo scorso 5 agosto gli era stata comunicata un’ulteriore riduzione. Per il Viminale ha infatti diritto solo a un uomo di scorta ma, come si leggeva nella comunicazione, ‘la misura sarà attuata mediante l’utilizzo di un’autovettura di proprietà dell’interessato’. Ovviamente non blindata. E visto che Rocco non guida, toccherà all’unico poliziotto farlo, con evidenti problemi in caso dovesse intervenire. E questo mentre sono in corso alcuni processi in cui è testimone e a Lamezia sono riprese le violenze.
Ma lui, quando lo avevano intervistato lo scorso 8 agosto, non aveva fatto alcun passo indietro. «Malgrado quello che mi sta succedendo non cambio idea – ci aveva detto con un sorriso –. Anche se mi lasciano senza tutela. Piuttosto è una questione di principio. Lo Stato non può pretendere che per tutelarmi io gli compri la macchina». Per questo aveva fatto ricorso al Tar che per ora, con un decreto di sospensiva cautelare, gli ha dato ragione. I giudici entreranno poi nel merito ma già ora sembrano invitare il Viminale a rivedere la decisione. Rocco è per ora soddisfatto, ma anche dispiaciuto. «Ho dovuto presentare ricorso contro lo Stato. Proprio io che ho sempre creduto nelle istituzioni. Purtroppo ho dovuto farlo, ma confermo la mia fiducia».
fonte: Avvenire
Lo scandalo delle vittime di mafia Dimenticate in una fossa comune
Chi ricorda i militi ignoti della lotta alla mafia? Troppi sono stati dimenticati dal marketing del martirio.
La testimonianza: «Marcia contro la ‘ndrangheta, partecipare è un dovere morale e civile»
REGGIO CALABRIA – “Leggendo libri come Dimenticàti e Gotica ho scoperto la storia delle vittime innocenti della ‘ndrangheta e ho deciso di partecipare con la mia famiglia alla marcia in Aspromonte”.