‘Ndrangheta: arrestato a Rosarno «U ballerinu», il boss Marcello Pesce

Latitante dal 2010, era ricercato per associazione di stampo mafioso. Fa parte dell’omonima cosca operativa nella piana di Gioia Tauro ma anche in Lombardia e in tutto il Nord Italia

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di Carlo Macrì

ROSARNO (Reggio Calabria) – Gli davano la caccia da sei anni. Giovedì mattina la polizia l’ha catturato all’alba in una palazzina del centro storico di Rosarno.

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Roccella Jonica (RC), un comune fronte culturale contro la ’ndrangheta, il 15 novembre la presentazione del “Viaggio nella memoria” di “Impronte ed Ombre”

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“Mai più storie dimenticate, per una resistenza culturale diffusa”. Associazioni, scuole, enti locali e Regione Calabria fanno quadrato per il contrasto culturale alle mafie. Un fronte comune, che si concretizza nella realizzazione del progetto “Impronte ed ombre. Vite, storie e immagini delle vittime della ‘ndrangheta” e che ha reso quest’ultimo vincitore del bando “Giovani per il Sociale” nell’ambito del Piano Azione e Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

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Calabria: testimone di giustizia offre materiale gratis per tendopoli, il Comune dice no

Saffioti aveva offerto ghiaia per l’accampamento dei migranti a San Ferdinando. Il lavoro viene svolto da una ditta non presente nella white list.

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Gaetano Saffioti-Donatella Catalano-Rocco Mangiardi-Mario Congiusta

di Trimarchi Giuseppe

Gaetano #Saffioti è un ribelle di Calabria. Uno dei primi e uno dei pochi che hanno sfidato a muso duro lo strapotere delle cosche di ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro. Un imprenditore che ha deciso di denunciare alla magistratura soprusi e vessazioni mafiose, dando il via alla storica operazione “tallone d’Achille”, che nel 2002 ha portato all’arresto di numerosi capi clan e al sequestro di beni per decine di milioni di euro.

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Melito Porto Salvo, per l’arcivescovo di Reggio non è solo ‘ndrangheta e omertà. “C’è un problema di educazione sessuale”

Monsignor Fiorini Morosini critica il clamore mediatico suscitato dalla vicenda della tredicenne abusata per due anni dal branco guidato dal figlio del boss Iamonte, e punta il dito contro una concezione della sessualità troppo edonistica. “Bisogna affrontare il problema dal punto di vista educativo, questo impegno deve coinvolgere tutti: Chiesa, istituzioni e la società civile”

Dopo avere fatto ricorso al Tar- Denunciò i clan, avrà l’auto di scorta

rocco mangiardi

ANTONIO MARIA MIRA