Un libro che parla al cuore

Un libro che parla al cuore

Un libro che parla al cuore

Sabato, 12 novembre 2011 – 00:00:00


Un libro che parla al cuore

Tra le mura dell’anima mi parla al cuore, e di un mondo -quello carcerario – che ho sempre bazzicato. Quando ero bambina vivevo in un carcere, in cui mio padre era direttore;

un detenuto mi ha insegnato ad andare in bicicletta, i detenuti sono stati miei compagni di giochi. Dí carceri mi sono occupata come giornalista, ne ho viste tante, incontrando detenuti comuni e terroristi.

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CALABRIA: Vasto uliveto distrutto a colpi di motosega.

CALABRIA: Vasto uliveto distrutto a colpi di motosega. La coltura alimentava il progetto di speranza della cooperativa “Talità Kum” fondata da giovani e sacerdoti

“Raso” al suolo un uliveto di 7 anni.

Mille le piante tagliate con l’intento di “uccidere” un progetto di speranza realizzato con grandi sacrifici dall’imprenditore agricolo Pietro Lopreiato, 45 anni, originario di Sant’Onofrio ma residente a San Gregorio d’Ippona, piccola centro della provincia di Vibo Valentia. Nell’iniziativa imprenditoriale coinvolta anche la cooperativa sociale Talità Kum che ha il compito di imbottigliare e commercializzare l’olio extravergine prodotto con metodo biologico.

 

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Gli studenti del Liceo Metastasio di Scalea a Polistena e dintorni, a conclusione di un percorso sulla e di legalità

Gli studenti del Liceo Metastasio di Scalea a Polistena e dintorni, a conclusione di un percorso sulla e di legalità

Gli studenti del Liceo Metastasio di Scalea a Polistena e dintorni, a conclusione di un percorso sulla e di legalità

di Tania Paolino

POLISTENA – Siamo in Calabria, là dove si toccano mare e montagne, calma e asperità, disperazione e speranza, assuefazione e rivolta. Contraddizioni che, materializzandosi, si confondono ancor più quando si parla, si vive e si muore di ‘ndrangheta. Non è possibile però capirlo pienamente se qui non si è nati o non si è consacrata una parte della propria anima a questa terra difficile. Io lo sapevo, lo intuivo, ma l’ho toccato con mano quando sono stata a Polistena, nella piana di Gioia Tauro, dove ho avvertito la differenza tra il peso reale della criminalità e, di conseguenza, di un’antimafia seria, e la semplice percezione della sua esistenza, con le belle dichiarazioni e le parate simboliche e ufficiali, che ne derivano.

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Locri: tenta di avvelenare il marito, arrestata

Locri: tenta di avvelenare il marito, arrestata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Davvero una brutta avventura quella vissuta da un anziano di 75 anni. L’uomo, ricoverato nell’ospedale di Locri, stava per essere ucciso dalla sua convivente, Annunziata Iannizzi, 45 anni, originaria di Mammola, nel reggino, che è stata arrestata dai Carabinieri a seguito della visione di un filmato di una telecamera di controllo che la ritrae mentre prepara la pozione assassina.

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MAFIA: PG SCARPINATO, OGGI SONO TROPPE LE CARENZE NEL ‘CODICE ANTIMAFIA’

MAFIA: PG SCARPINATO, OGGI SONO TROPPE LE CARENZE NEL ‘CODICE ANTIMAFIA’

 

MAFIA: PG SCARPINATO, OGGI SONO TROPPE LE CARENZE NEL ‘CODICE ANTIMAFIA’

‘Mancano delle cose che sono essenziali, quindi piu’ realisticamente si potrebbe dire che questa e’ una legge che ha introdotto alcune novita’.

Ma veicolare all’opinione pubblica l’idea che e’ stata data alla magistratura e alle forze di polizia una sorta di arma risolutiva contro le mafie ne corre; c’e’ il pericolo di creare un’aspettativa che rischia di andare delusa”.

Questo il giudizio sul ‘Codice antimafia’ del procuratore generale presso la Corte d’appello di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, a margine di un convegno sul tema ‘Il contrasto ai patrimoni delle mafie’, organizzato a Catania da magistratura democratica, Movimento per la giustizia, Articolo 3 e Libera.

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IL COLLABORATORE ANGELO CORTESE: “CARLO COSCO MI CHIESE DI UCCIDERE LEA GAROFALO”

IL COLLABORATORE ANGELO CORTESE: “CARLO COSCO MI CHIESE DI UCCIDERE LEA GAROFALO”

IL COLLABORATORE ANGELO CORTESE: “CARLO COSCO MI CHIESE DI UCCIDERE LEA GAROFALO”

di Marika Demaria

È stata una giornata densa di testimonianze quella che ieri, giovedì 27 ottobre, si è svolta nel Tribunale di Milano in merito al processo per l’omicidio di Lea Garofalo.

Il primo a salire virtualmente sul banco dei teste è stato il collaboratore di giustizia Angelo Salvatore Cortese, collegato in videoconferenza. Cortese, affiliato alla ‘ndrangheta dal 1985, fu arrestato nell’ambito dell’operazione “Scacco matto” del 2000, che aveva anche fatto scattare le manette ai polsi di Pasquale Nicoscia, il capobastone dell’omonima cosca operante a Isola Capo Rizzuto.

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