Il pentito Giuseppe Costa racconta la guerra di mafia di Siderno

Il pentito Giuseppe Costa racconta la guerra di mafia di Siderno

“Recupero”, Il pentito Giuseppe Costa racconta la guerra di mafia di Siderno

«Tommaso ha ucciso Vincenzo Figliomeni »

Accusa Cosimo Commisso e il suo gruppo di fuoco.

Giuseppe e Tommaso Costa

di PASQUALE VIOLI

LOCRI – «Ad uccidere Vincenzo Figliomeni, “u briganti”, sono stati mio fratello Tommaso e Franco Agostino, io non volevo ma loro, i miei fratelli hanno deciso così».

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Il pentito Giuseppe Costa racconta la guerra di mafia di Siderno

Il pentito Giuseppe Costa racconta la guerra di mafia di Siderno


«Tommaso ha ucciso Vincenzo Figliomeni » 
Accusa Cosimo Commisso e il suo gruppo di fuoco.


di PASQUALE VIOLI LOCRI - «Ad uccidere Vincenzo Figliomeni, “u briganti”, sono stati mio fratello Tommaso e Franco Agostino, io non volevo ma loro, i miei fratelli hanno deciso così». E’ preciso nei racconti Giuseppe Costa, preciso per ogni particolare che riguarda le azioni compiute dalla sua famiglia nell’ambito della criminalità organizzata di Siderno. E’ meno lucido quando deve riferire le notizie apprese sui possibili affiliati alla famiglia Commisso.

Processo “Recupero”, Giuseppe Costa e i tanti black-out

Processo “Recupero”, Giuseppe Costa e i tanti black-out

Processo “Recupero”, Giuseppe Costa e i tanti black-out

Gianluca Albanese

LOCRI – Quanti black-out nell’udienza di oggi del processo “Recupero” a carico di decine di presunti  boss e gregari della ‘ndrangheta sidernese…Black-out in senso stretto, visto che l’interruzione del servizio di energia elettrica ha causato la sospensione dei lavori per due ore, poco dopo l’inizio; black-out in senso lato, intesi come vuoti di memoria e mancanza di precisione nell’esame (e soprattutto nel controesame) del collaboratore di giustizia Giuseppe Costa, teste dell’accusa ed ergastolano che il 28 agosto del 2012 decise di avviare un percorso di collaborazione “Dopo aver appreso – ha detto il boss della cosca di ‘ndrangheta contrapposta a quella dei Commisso – dalla lettura dei giornali che mio fratello Tommaso voleva smetterla con la malavita e che disse di non aver commesso alcun omicidio. L’ho fatto non tanto perché gli altri detenuti che erano in carcere con me iniziarono a emarginarmi e in alcuni casi togliermi il saluto; nemmeno per il serio pericolo che fossi ucciso in carcere, magari sotto la doccia, ma perché penso ai miei nipoti che hanno fatto una scelta di vita onesta e improntata al lavoro e che non meritano di provare tutti i dispiaceri che ho provato io, con quasi tutti i miei fratelli uccisi nel corso della faida.

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Faida di Siderno, le verità di Giuseppe Costa

Faida di Siderno, le verità di Giuseppe Costa

Faida di Siderno, le
verità di Giuseppe Costa

15/12/2013

I verbali che stanno per entrare nel processo “Recupero” raccontano particolari inediti sulla scia di sangue lunga 59 omicidi, che segnò la sconfitta del suo clan. «Mio fratello Tommaso sbagliò a far uccidere Figliomeni “u briganti”. Sandro? Sindaco grazie ai Commisso»

Stanno per piombare sul processo “Recupero – Bene comune” in corso davanti al Tribunale di Locri le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Costa, 64 anni e ex boss del clan omonimo e fratello di Tommaso, che sconta in carcere gli ergastoli per gli omicidi di Pasquale Simari e Gianluca Congiusta.

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Giustizia e perdono: una coesistenza possibile?

Giustizia e perdono: una coesistenza possibile?

Giustizia e perdono: una coesistenza possibile?

Pisa 19_02_2014

Rielaborazione e sintesi a cura di Emiliano Tognetti

 “Giustizia e perdono: dalla legge all’uomo, un passo oltre le sbarre”: un tema all’apparenza molto lontano dalla società civile e che invece riguarda ognuno di noi.

Di questo tema si è parlato lo scorso 18 febbraio nell’Aula magna del Polo Carmignani a Pisa. La serata, organizzata dal Gruppo Universitari San Frediano, ha visto la partecipazione di numerosi studenti e l’intervento di relatori d’eccezione.

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Lezioni di mafia

Lezioni di mafia

Lezioni di mafia

piero-grasso

Quando la Rai ha chiesto a Piero Grasso di scrivere e registrare il ciclo di “Lezioni di Mafia”, l’allora Procuratore Nazionale Antimafia ha risposto: “la questione non è se lo voglio fare , è che io lo devo fare!”. Ed un motivo c’è, spiegato anche nel libro con 2 DVD uscito a gennaio per la SPERLING & KUPFER: un obbligo morale che nasceva dalle origini di questo progetto, quelle Lezioni di Mafia che l’allora direttore del tg2 Alberto La Volpe, cominciò a studiare con Giovanni Falcone nel novembre 1991 e che dovevano andare in onda dal giugno del 1992.

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