Procura di Locri, il «giocattolo rotto»

Procura di Locri, il «giocattolo rotto»

Carbone allarga le braccia: «Se tutto va bene avremo rinforzi… nel 2012»


Rocco Muscari

Locri

La Procura della Repubblica di Locri torna all’anno zero, almeno sul piano dell’organico. Un’amara constatazione dopo che in questi ultimi mesi sono stati ben cinque i sostituti procuratori che hanno lasciato l’avamposto inquirente della Procura che ha giurisdizione sulla Locride, il territorio delle consorterie criminali ‘ndraghetistiche ritenute più pericolose d’Italia.

Lo svuotamento della Procura è iniziato alcuni mesi fa con il trasferimento delle dottoresse Ilaria Auricchio e Monica Gargiulo. Si completerà a fine mese con il cambiamento di sede di Federica Fortunati, Giorgia De Ponte e Giovanna Cannarile. Rimangono in “trincea” i pubblici ministeri Rosanna Sgueglia e Federico Nesso, coordinati dal procuratore Giuseppe Carbone.

Continua a leggere

Per non dimenticare ed affinchè non succeda più

Per non dimenticare ed affinchè non succeda più

Per non dimenticare affinchè non succeda più

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ‘Giorno della Memoria’, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”

Continua a leggere

XV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie

XV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie

XV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie

La XV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, si celebrerà in Lombardia, a Milano, sabato 20 marzo 2010.

Milano sarà protagonista dei giorni del 19 (con l’incontro tra i familiari delle vittime e a seguire momento ecumenico di ricordo delle vittime) e del 20 (con la marcia al mattino e i seminari e il concerto al pomeriggio).

Sarà come sempre importante coinvolgere tutta la rete di Libera, gli studenti, la cittadinanza e le associazioni piccole e grandi.

Il tema che porremo al centro della Giornata, sarà la dimensione finanziaria delle mafie. Troppo spesso si licenzia frettolosamente ancora oggi il problema mafie come qualcosa che riguarda solo alcune regioni del Sud Italia. Sappiamo per certo che non è così, che oggi le mafie investono in tutto il mondo e che nel Nord Italia ci sono importanti cellule di famigerati clan, che riciclano denaro sporco, investono capitali nell’edilizia e nel commercio, sono al centro del narcotraffico, sfruttano attraverso lavoro nero.
La corruzione, oggi nuovamente a livelli altissimi come sottolineato dalla Corte dei Conti, è un fenomeno presente in misura crescente dove ci sono maggiori possibilità di business: è dunque il Nord tutto a doversi guardare da questi fenomeni di penetrazione di capitali illeciti.

Studenti a Rosarno per il No mafia day

Studenti a Rosarno per il No mafia day

Noi ci saremo

 

No Mafia day

 

Domani in città è prevista una grande concentrazione di studenti, provenienti da ogni parte della Calabria, che prenderanno parte al No mafia day, una manifestazione organizzata dallo stesso comitato spontaneo di giovani che hanno già dato vita alla fiaccolata per la legalità dopo la bomba alla Procura di Reggio.

«Il comitato – spiegano Anna Leonardi e Francesca Chiappetta – si è proposto di organizzare una manifestazione apolitica e apartitica, rivolta ai cittadini calabresi e non, ed ha l’intento di rappresentare la parte pulita della Calabria, composta da un popolo che dice “No” alla mafia non solo intesa come organizzazione criminale ma anche come cultura mafiosa».

Continua a leggere

crea

Pene fino a 7 anni per politici, mafiosi e burocrati

crea
Caso Crea, nel processo Onorata Sanità, condannati l’ex assessore regionale Luzzo ed ex dirigenti delle Asp. Ieri sera il Gup di Reggio Calabria, Paolo Ramondino, ha inflitto 15 condanne a presunti mafiosi, politici e burocrati. Ha tenuto l’impianto accusatorio sostenuto dai pm della Dda Mario Andrigo e Marco Colamonaci. I due magistrati, infatti, avevano ipotizzato che attorno agli interessi della sanità si erano concretizzati gli appetiti di clan a cui, nella migliore delle ipotesi, la burocrazia e la politica regionali e locali, non sono stati capaci di dire di no.
Al centro dell’inchiesta la storia di Villa Anya, la clinica privata di proprietà dell’ex consigliere regionale Mimmo Crea, accreditata irregolarmente dal servizio sanitario regionale. Sulla vicenda della struttura, e senza dimenticare il ruolo politico di Crea, si sarebbero dunque saldati intenti criminali inquietanti.

Continua a leggere

“Negata la possibilità di studiare”

“Le tante visite, come quella del deputato Mariagrazia Laganà Fortugno, che ci ha rassicurato tre mesi fa sulla situazione, ma che poi non ha portato riscontro attivo al suo interessamento verbale. Per passare poi ai grandi assenti di lusso, dalla consigliere locale, Liliana Frasca, che oltre a mere promesse non si è fatta garante del territorio, al presidente del consiglio Bova, a Loiero, a Cersosimo come assessore alla cultura. Consiglieri regionali, che poco hanno di “onorevole”. Persone che allo stato attuale, non capiamo con che spirito politico, civico e propositivo, si potranno candidare alle prossime politiche regionali. Da questa politica delle facili promesse, passa il nostro sdegno per un corso di laurea, che non sta morendo, non viene ucciso, ma si sta lentamente suicidando”. Parole di indignazione e tristezza quelle del rappresentante degli studenti Livio Ravanese, per lo stato attuale in cui si trova il polo universitario della Locride.

 

Continua a leggere

Processo Federica-Cambia imputazione-Resta in piedi l’impianto accusatorio

14 gennaio, 2010

Processo Federica, La scarica elettrica non è più una certezza – I pubblici ministeri sulla base dell’istruttoria dibattimentale fin qui svolta potrebbero arrivare a modificare il capo d’imputazione – Un comune denominatore lega molte testimonianze: il black out in sala operatoria ha complicato le cose

VIBO VALENTIA – La scarica elettrica in sala operatoria non è più una certezza per la Procura della Repubblica. Le risultanze dell’istruttoria dibattimentale emerse fino ad oggi dal processo per la morte di Federica Monteleone, che si sta celebrando davanti al Tribunale (presidente Giancarlo Bianchi, a latere Anna Maria Lojacono e Cristina De Luca), potrebbero spingere la pubblica accusa ad “aggiustare il tiro”.

Stamane, infatti, a distanza di circa un anno dall’inizio del processo, i pubblici ministeri Mario Spagnuolo e Fabrizio Garofalo potrebbero arrivare a modificare il capo d’imputazione a carico delle persone coinvolte, che a vario titolo rispondono di omicidio colposo.

Si tratta di Francesco Talarico, all’epoca dei fatti direttore generale dell’Azienda sanitaria (che dovrà rispondere anche di corruzione); Antonio Stuppia, titolare dell’impresa che eseguì i lavori nella sala operatoria che dovrà rispondere anche di falso; Francesco Costa, anestesista; Alfonso Luciano, ex direttore sanitario dell’Asp; Pietro Schirripa, direttore sanitario dell’ospedale Jazzolino; Roberto De Vincentis, all’epoca direttore dei servizi tecnici; Nicola Gradia, responsabile di settore dei servizi tecnici; Antonio Bruni, ex consulente incaricato di seguire i lavori in sala operatoria e Matteo Cataudella, medico e direttore dei Presìdi ospedalieri unificati.

Continua a leggere