Cronache da Siderno: imbarazzante coincidenza

Cronache da Siderno: imbarazzante coincidenza

pubblicata da Paola Bottero il giorno mercoledì 15 dicembre 2010 alle ore 18.25

Imbarazzante. Ha ragione l’ex sindaco di Siderno, piccolo centro della Locride che oggi torna agli onori della cronaca, cinque anni dopo l’incomprensibile assassinio “a freddo” di un giovane imprenditore locale, perché l’ex primo cittadino sarebbe un “Santista”, un primo “fiore” della Società Maggiore, vertice della ‘ndrangheta locale.

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Il sindaco santista fuori di sé per le cronache di Calabria ORA

Il sindaco santista fuori di sé per le cronache di Calabria ORA

pubblicata da AVAMPOSTO. Nella Calabria dei giornalisti infami il giorno mercoledì 15 dicembre 2010 alle ore 16.17
A proposito, confrontare il capitolo “Calibro 12” del libro “AVAMPOSTO, nella Calabria dei giornalisti infami”: il racconto di Gianluca Albanese, il giornalista “infame” che quelle cronache scrisse. Le foto allegate sono alcune delle prime pagine della campagna di Calabria Ora contro il Comune che nel 2007 si rifiutò di costituirsi parte civile nel processo Congiusta.
Alessandro Figliomeni, all’epoca in cui era sindaco di Siderno, era preoccupato per alcuni articoli pubblicati dal quotidiano Calabria Ora, allora diretto da Paolo Pollichieni, nei quali si sottolineava la mancata costituzione di parte civile nel processo al presunto assassino di Gianluca Congiusta, un giovane commerciante ucciso in un agguato a Siderno il 24 maggio del 2005.
E’ quanto emerge dal decreto di fermo emesso dalla Dda reggina nei confronti di Figliomeni. La scelta operata dal Comune, scrive la Dda, ha “generato critiche feroci, nello specifico da parte di Calabria Ora, che attacca il Comune di Siderno e il suo Sindaco, definendo lo stesso Comune ‘letteralmente monopolizzato dalla criminalita’ organizzatà. Tali dichiarazioni hanno suscitato in Figliomeni una reazione immediata, tanto da fargli iniziare una sorta di ‘guerra’ legale nei confronti del giornale e del suo direttore Paolo Pollichieni”. In una telefonata intercettata, Figliomeni chiama, è detto nell’ordinanza, “tale dottore Citrigno” e si lamenta per gli articoli scritti da Calabria Ora, dando la sua spiegazione sulla mancata costituzione di parte civile: “penso che sia una prerogativa nostra fare una scelta in un senso o nell’altro, senza farci tirare la giacca da nessuno e rientra nell’autonomia e rispondiamo ai cittadini di questa nostra scelta. Noi abbiamo deciso di non costituirci parte civile nell’omicidio di Gianluca Congiusta, perché siamo sul territorio e lo conosciamo bene e siamo sicuri che porteremmo l’amministrazione in una situazione estremamente imbarazzante”. Un comportamento, quello di Figliomeni sulla mancata costituzione, che, scrivono i pm, è “assolutamente indicativo. Quelli di Figliomeni non sono soltanto i timori di una persona spaventata, ma sono anche le preoccupazioni di un soggetto intraneo alla ‘ndrangheta che si troverebbe in enorme difficolta’ a gestire, da Sindaco, il ruolo di parte civile in un processo che non soltanto vede alla sbarra il principale esponente della cosca Costa, storicamente contrapposta ai Commisso, ma i cui imprevedibili sviluppi avrebbero potuto condurre, come in effetti è stato, ad un approfondimento anche delle dinamiche interne alla cosca Commisso”. (ANSA).


Arresti  e mancata costituzione di parte civile Processo Congiusta

Arresti e mancata costituzione di parte civile Processo Congiusta

No alla  costituzione di “parte civile” Processo Congiusta


Alessandro Figliomeni

SIDERNO – Uno dei tanti episodi ripresi dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, nel copro del dispositivo di fermo, per tracciare la figura di Alessandro Figliomeni è quello riferito alla mancata costituzione di parte civile dell’amministrazione comunale di Siderno al processo per l’omicidio di Gianluca Congiusta: il giovane imprenditore sidernese, ucciso nel 2005, per il cui omicidio è attesa la sentenza di primo grado dei giudici di Locri.
Il caso finì anche sulle pagine dei media locali. «Assolutamente indicativo, soprattutto se letto alla luce delle acquisizioni complessive che si vanno esponendo nel presente provvedimento – si legge nelle carte – il comportamento dell’allora primo cittadino di Siderno in occasione della mancata costituzione di parte civile del Comune di Siderno nell’ambito del processo per l’omicidio del giovane imprenditore Gianluca Congiusta. Quelli del Figliomeni non sono soltanto i timori di una persona spaventata (“ti ho detto che ci sono motivi di sicurezza, perché abbiamo tutti famiglia”), ma sono anche le preoccupazioni di un soggetto intraneo alla ‘ndrangheta che si troverebbe in enorme difficoltà a gestire, da Sindaco, il ruolo di parte civile in un processo che non soltanto vede alla sbarra il principale esponente della cosca Costa, storicamente contrapposta ai Commisso, ma i cui imprevedibili sviluppi avrebbero potuto condurre, come in effetti è stato, ad un approfondimento anche delle dinamiche interne alla cosca Commisso».

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Calabria: 5 avvisi di garanzia per voto di scambio e concorso esterno

Calabria: 5 avvisi di garanzia per voto di scambio e concorso esterno

Calabria: 5 avvisi di garanzia per voto di scambio e concorso esterno


A cinque politici – due ex consiglieri regionali della Calabria, un sindaco, un ex assessore ed un ex consigliere comunali – e’ stato notificato un avviso di garanzia emesso dalla Dda di Reggio Calabria, con l’accusa, a vario titolo, di voto di scambio, concorso esterno in associazione mafiosa e associazione mafiosa.

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Alessandro Figliomeni: il sindaco ”santista” legato alla cosca Commisso

Alessandro Figliomeni: il sindaco ”santista” legato alla cosca Commisso

Alessandro Figliomeni: il sindaco ”santista” legato alla cosca Commisso

Alessandro Figliomeni nella sede della free-press “La Riviera”

di Claudio Cordova –

“All’interno della cosca Commisso, faceva parte del sodalizio, insieme al fratello Antonio cl. 49 detto “il topo”, quale elemento in posizione apicale e con la carica di “santista”, contribuiva a dirigere e coordinare il sodalizio, prendendo le decisioni più rilevanti, impartendo ruoli e disposizioni agli altri associati; curava i rapporti con gli altri elementi di spicco della cosca Commisso (in particolare, con Commisso Giuseppe cl. 47 e con Commisso Antonio cl. 25), nonché con gli esponenti dell’articolazione torinese della ‘ndrangheta di Siderno (in particolare, con Catalano Giuseppe e Cataldo Carmelo)”.

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Operazione ”Bene Comune”: Polizia, Carabinieri e Procura di Reggio mandano al tappeto i Commisso

Operazione ”Bene Comune”: Polizia, Carabinieri e Procura di Reggio mandano al tappeto i Commisso

Operazione ”Bene Comune”: Polizia, Carabinieri e Procura di Reggio mandano al tappeto i Commisso

di Francesco Creazzo –

Prima il portafoglio, adesso il cuore. La procura di Reggio Calabria e la forze dell’ordine mandano al tappeto la cosca Commisso con l’uno-due micidiale degli ultimi mesi: prima un sequestro di beni per più di 200 milioni di euro di valore totale, e l’arresto di Giuseppe Commiso, capocosca, ora la decapitazione: 53 arresti condotti nella notte da polizia e carabinieri spazzano via una delle consorterie ‘’più potenti al mondo’’ come l’ha definita il procuratore aggiunto Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa di questa mattina.

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MAFIA, ENTRO 2011 DIRETTIVA UE CONFISCA BENI

MAFIA, ENTRO 2011 DIRETTIVA UE CONFISCA BENI

MAFIA, ENTRO 2011 DIRETTIVA UE CONFISCA BENI

”Mi aspetto di presentare entro il 2011, una proposta per rafforzare il quadro legale europeo per la confisca dei beni criminali”.

Con queste parole la Commissaria europea per la Giustizia, Cecilia Malmstrom, ha annunciato l’intenzione della Ue di preparare una direttiva per coordinare a livello europeo il meccanismo di sequestro dei beni mafiosi.

La commissaria lo ha annunciato in un videomessaggio presentato durante la conferenza sulla lotta alla criminalita’ organizzata e alla corruzione organizzata al Parlamento europeo da Flare (Freedom Legality And Rights in Europe, emanazione internazionale dell’associazione Libera di Don Ciotti).

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Alleanza tra mafia e ‘ndragheta, quarantanove arresti in tutt’Italia

Alleanza tra mafia e ‘ndragheta, quarantanove arresti in tutt’Italia

Alleanza tra mafia e ‘ndragheta, quarantanove arresti in tutt’Italia

Un’alleanza tra mafia e ‘ndrangheta per il traffico di droga in nord Italia. E’ quanto scoperto da un’indagine che sta portando la Squadra mobile di Milano e la Guardia di Finanza di Milano e Bologna a eseguire 49 ordinanze di custodia cautelare.

Sempre più spesso le mafie si associano, fatto salvo l’orto di casa, per portare a termine affari di grande portata. Altrettanto vasta è l’operazione di contrasto alla criminalità in corso in varie province d’Italia, e che ha già portato al sequestro di beni per ben 50 milioni di euro.

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‘NDRANGHETA: BOSS VRENNA SI PENTE; LA FAMIGLIA “E’ IMPAZZITO”

‘NDRANGHETA: BOSS VRENNA SI PENTE; LA FAMIGLIA “E’ IMPAZZITO”

‘NDRANGHETA: BOSS VRENNA SI PENTE; LA FAMIGLIA “E’ IMPAZZITO”

(AGI) – Crotone, 9 dic. – I figli, la moglie e, in definitiva, l’intera famiglia, si sono apertamente dissociati dalla scelta del boss Pino Vrenna, il 59enne ritenuto il capo dell’omonima cosca crotonese, di passare il fosso e collaborare con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
  La sua decisione sta facendo tremare i piu’ disparati ambienti cittadini, anche tra i cosiddetti colletti bianchi, e probabilmente servira’ ad accelerare e a dare corpo ad alcune indagini che erano gia’ in corso. Una notizia che il figlio del boss, Antonio Vrenna, in una lettera inviata ai giornali locali e nella quale parla anche a nome degli altri familiari, dice di aver appreso con sdegno, invitando le forze di polizia a non chiedergli di seguire il padre in una scelta che nessuno della famiglia condivide in alcun modo. Una decisione definita “assurda e incomprensibile” dallo stesso Antonio Vrenna, a detta del quale, suo padre, evidentemente, “non puo’ che essere impazzito”.

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Omicidio Congiusta le parti civili puntano sulla “logica”mafiosa

Locri Famiglia,Enti e Associazioni

Omicidio Congiusta le parti civili puntano sulla “logica” mafiosa

 

Rocco Muscari

Locri

“La causale dell’omicidio di Gianluca Congiusta è univoca, esclusiva e proporzionata alla mentalità mafiosa dell’imputato, Tommaso Costa, nei confronti del quale chiediamo sia affermata la responsabilità penale, per come richiesto dal pubblico ministero, e quella civile del pagamento dei danni arrecati alle persone offese”.

È quanto ha affermato l’avvocato Giuseppe Sgambellone concludendo la discussione davanti alla Corte d’assise di Locri nell’interesse di Mario e Donatella Congiusta, genitori del giovane imprenditore sidernese, costituitesi parte civile insieme alle figlie Roberta e Alessandra, alla Confindustria Calabria, all’Associazione dei Comuni della Locride, al partito Italia dei Valori, alla Provincia di Reggio Calabria, all’associazione “Insieme Si Può” e alla Regione Calabria.

L’avvocato Sgambellone ha rilevato che Tommaso Costa, ritenuto l’organizzatore e l’esecutore materiale del delitto commesso la sera del 24 maggio 2005, ha manifestato già nelle lettere inviate quando era detenuto nel carcere di Palmi l’intenzione di perseguire l’obiettivo di occupare una posizione di rilievo nel contesto delle organizzazioni criminali di Siderno, attraverso un piano strategico determinato all’occupazione di spazi in favore dell’omonima consorteria ‘ndranghetistica, tessendo alleanze e puntando a riprendere un ruolo attivo anche nel controllo del territorio.