Operazione ”Bene Comune”: Polizia, Carabinieri e Procura di Reggio mandano al tappeto i Commisso

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Operazione ”Bene Comune”: Polizia, Carabinieri e Procura di Reggio mandano al tappeto i Commisso

di Francesco Creazzo –

Prima il portafoglio, adesso il cuore. La procura di Reggio Calabria e la forze dell’ordine mandano al tappeto la cosca Commisso con l’uno-due micidiale degli ultimi mesi: prima un sequestro di beni per più di 200 milioni di euro di valore totale, e l’arresto di Giuseppe Commiso, capocosca, ora la decapitazione: 53 arresti condotti nella notte da polizia e carabinieri spazzano via una delle consorterie ‘’più potenti al mondo’’ come l’ha definita il procuratore aggiunto Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa di questa mattina.

 

”Bene Comune” è il nome dell’operazione che è stata chiamata così poichè, in un estratto delle intercettazioni, uno dei soggetti fermati, Riccardo Rumbo, cerca di dirimere con tale motivazione la controversia sorta in Canada tra i Figliomeni e i Galea sulla gestione del gioco d’azzardo.

Lo stesso Gratteri che, assieme al collega De Bernardo e al procuratore Pignatone ha richiesto al Gip Sabatini la custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo mafioso di 51 soggetti, e il fermo, eseguito stamattina, dell’ex sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni, anch’egli accusato di 416bis.

I Commisso e i loro feudatari Rumbo, Galea e Figliomeni avrebbero, secondo gli inquirenti, condotto attività di rafforzamento dell’organizzazione criminale detta ndrangheta tramite il mantenimento dei rapporti con la locale canadese di Toronto, ‘’preordinata – sempre secondo gli inquirenti  – alla commissione di una serie indeterminata di delitti’’.

L’altra accusa mossa agli indagati è di concorso in vari omicidi, come quelli di Agostino e Salvatore Salerno, di Rocco Alì e il tentato omicidio di Vincenzo Salerno.

Un capitolo a parte, come si accennava, merita la vicenda di Alessandro Figliomeni, ex primo cittadino del centro Jonico, fermato stamani per associazione a delinquere di stampo mafioso e sottoposto a misura cautelare percè sospettato di pericolo di fuga all’estero, probabilmente in Canada.

L’elemento di novità rispetto alla storia degli intrecci tra ndrangheta e politica è che Figliomeni rappresenta un unicum, dato che, come detto, è imputato di associazione mafiosa e non, come è uso, di concorso esterno. Anzi, secondo quanto si evince dalle intercettazioni ambientali condotte della lavanderia dei Commisso, lo stesso figlio meni possedeva un grado altissimo, quello di ”Santista”, insomma di elemento di spicco nella gerarchia della cosca. Una cosca a cui, dicono gli investigatori, doveva obbedienza ma poteva fare anche richieste e coordinare gli elementi di grado inferiore: sempre nelle intercettazioni si sentirebbe l’ex sindaco chiedere al boss Giuseppe Commisso di ‘’intercedere’’ presso la famiglia Aquino per conto di un amico che avrebbe dovuto aprire un supermarket nel territorio di loro pertinenza, Marina di Gioiosa Jonica.

Pesante anche il capo di imputazione riguardante gli omicidi: secondo gli inquirenti si tratterebbe della feroce repressione dei Commisso, ereditieri del vecchio capobastone Antonio Macrì, nei confronti delle ndrine Salerno e Correale, colpevoli di volersi distaccare dalla ‘’navicella-madre’’ a favore dei vecchi rivali dei Costa, sconfitti nella faida tra le due famiglie qualche anno fa.

Oltre agli arresti, sono stati sequestrati ai Commisso e ai loro intendenti diversi beni leciti e illeciti: quasi 5000 piante di canapa indiana, 7 automobili, 2 immobili, 11 fucili e 4 pistole (detenute lecitamente) e due società: la ‘’Ecoambiente’’ e la ‘’Euroceramiche’’, di pertinenza dei Rumbo.

Altri soggetti politici e criminali risulterebbero indagati mentre cinque sogetti risultano latitanti poiché si trovano in Canada, ma la questione dovrebbe essere risolta a breve grazie alle richieste di estradizione inoltrate oltreoceano dai magistrati reggini.
Un colpo che arriva come una mannaia sulla consorteria Sidernese, affilata con l’operazione Crimine e battuta a più riprese in una serie di colpi che, a detta degli inquirenti, potrebbe continuare.

Questo l’elenco dei provvedimenti di custodia eseguiti dalla Polizia:

Belcastro Domenico (alias postorino) classe 1962- Belcastro Girolamo classe 1967- Commisso Antonio classe ’25- Commisso Vincenzo (alias pancia) classe 1989- Figliomeni Antonio (alias tomà) classe 1966- Figliomeni Francesco classe 1967- Galea Giovanni classe 1949- Galluzzo Giovanni classe 1957- Gattuso Riccardo classe 1970- Giorgino Domenico classe 1965 – Lubieri Domenico (alia bracco) classe 1948- Marzano Francesco classe 1932- Napoli Giuseppe classe 1969- Pellegrino Massimo classe 1973 – Rumbo Riccardo (alia FRANCO) CLASSE 1962- Sgambelluri Giuseppe (alias gazzusa) classe 1977- Stinà Roberto classe 1968- Tedesco Gennaro classe 1958- Figliomeni Alessandro classe 1955

Questi i nomi dei soggetti arrestati dai Carabinieri:

Reale Michele classe 1958 – Futia Michele classe 1990 – Futia Michele classe 1933 – Futia Giorgio classe 1968 – Futia Domenico classe 1947 – Costa Michele classe 1961 – Costa Antonio classe 1956 – Correale Giuseppe classe 1947 – Baggetta Domenico classe 1979 – Baggetta Antonio classe 1984 – Correale Michele classe 1949 – Correale Paolo classe 1978 – Alfredo Leo classe 1944, già detenuto – Francesco Muià classe  1930 – Muià Giuseppe classe 1976 – Salerno Vincenzo classe 1964 – Scarfò Antonio classe 1954 – Scarfò Carlo classe 1948 – Commisso Ascioti classe 1968 – Baggetta Cosimo classe 1946 – Commisso Antonio classe 1946 già detenuto – Figliomeni Antonio classe 1939 – Futia Antonio classe 1948 – Antony Stagaway, originario della Gran Bretagna e non catturato perche’ residente all’estero

fonte: strill.it

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