Calabria
‘Ndrangheta:processo Crimine; novanta condanne, 34 assolti
La pena piu’ alta 14 anni ed otto mesi,per Oppedisano 10 anni

Sito Ufficiale Associazione Gianluca Congiusta onlus

Calabria



Fabrizio Pioli il ragazzo ucciso
di GIUSEPPE BALDESSARRO
REGGIO CALABRIA – C’è un’altra donna che ha iniziato a collaborare con la giustizia. Due giorni fa Simona Napoli ha deciso di dire basta alla violenza mafiosa della propria famiglia d’origine. Si è presentata alle forze dell’ordine e ha chiesto di parlare con il Procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo.

Il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti e una delegazione di familiari di vittime delle mafie, in rappresentanza degli oltre 500 familiari aderenti a Libera, sono stati ricevuti questa mattina al Quirinale dal Presidente della Repubblica , Giorgio Napolitano.
UNAeNDRINA – Crimine, una sentenza storica
Si avvicina l’ora del verdetto per la cupola della ‘ndrangheta. Un evento storico come il maxiprocesso di Palermo e il procedimento Spartacus in Campania. Ecco perché lanciamo la campagna UNAeNDRINA: con le armi dell’ironia e della cultura vogliamo sancire il cambio di epoca. Dopo Crimine nulla sarà più come prima. Anche noi dobbiamo fare la nostra parte, rifondando l’immaginario antindrangheta.

Il processo Crimine è destinato a fare epoca. Un evento fondativo, di quelli che c’è un prima e un dopo. Così è stato per il maxiprocesso di Palermo, così è stato per il processone Spartacus a Caserta. E così sarà anche a Reggio Calabria.

‘Ndrangheta in Piemonte, confische per dieci milioni. “Riciclaggio in Olimpiadi e Tav”
La Dia mette i sigilli a una serie di immobili, anche in Lombardia e in Calabria, per riciclaggio dei profitti del narcotraffico. Il gruppo riconducibile a Ilario D’Agostino e Francesco Cardillo ha ottenuto commesse nelle grandi opere, dall’Alta velocità in Val Susa ai Giochi invernali del 2006, al porto di Imperia

Sorveglianza speciale e confisca milionaria per la ‘ndrangheta imprenditrice in Piemonte, Lombardia e Calabria. La Direzione investigativa antimafia di Torino ha posto questa mattina i sigilli su terreni, ville, abitazioni, locali adibiti ad esercizi commerciali, fabbricati in provincia di Torino, Cuneo, Asti, Milano (Legnano) e in Calabria (Caulonia e Riace) e contanti (un tesoretto di 150 mila euro) per un valore superiore ai 10 milioni di euro. I beni confiscati sono riconducibili a Ilario D’Agostino e Francesco Cardillo, secondo gli inquirenti esponenti della ‘ndrangheta incaricati di riciclare negli appalti e nel settore immobiliare i soldi sporchi del narcotrafficante calabrese Antonio Spagnolo, boss di Ciminà. Nell’ottobre 2009, alla data del loro arresto nell’ambito dell’operazione Pioneer, in cui è stata sequestrata la società Ediltava, “cassaforte” del gruppo, il Procuratore della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli ha parlato della “più importante operazione antiriciclaggio mai realizzata in Piemonte”.


MILANO – Ancora pochi anni fa, in contesti come quello calabrese, un politico tacciato di «mettersi a disposizione» si sarebbe offeso. Adesso invece, stando a quanto dice al giudice che l’ ha arrestato il secondo consigliere regionale più votato alle elezioni del 2010 con 14.000 voti – e cioè il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Morelli, Pdl ex An della corrente del sindaco di Roma Gianni Alemanno – «mettersi a disposizione» è la condizione stessa del poter fare politica in Calabria.
Soverato. Teatro, Calabretta ricorda Antonino Scopelliti con “Nino che silenzio stasera”
Antonino Scopelliti
Soverato (Catanzaro). Sabato 25 febbraio al Teatro Comunale di Soverato, Gregorio Calabertta presenterà il suo ultimo lavoro “Nino che silenzio stasera”, spettacolo scritto e interpretato dallo stesso autore, dedicato alla figura del sostituto procuratore generale Antonino Scopelliti, ucciso dalla mafia nel 1991.
Mosaico dei giorni
Quando la mafia si fa pubblicità
24 febbraio 2012 – Tonio Dell’Olio
Tonio Dell’Olio
Con le stesse tecniche raffinate di un’agenzia pubblicitaria, in tutti questi anni le mafie hanno piazzato il loro prodotto sul mercatopresentandolo come indispensabile.


Adolfo Parmaliana
di Fabio Repici – 9 dicembre 2011
La settimana scorsa la notizia mi la lasciato disorientato. Nell’apprendere che i pubblici ministeri di Reggio Calabria hanno individuato nel Procuratore generale di Messina, Antonio Franco Cassata, il responsabile del dossier anonimo con cui si era tentato per l’ennesima volta di infangare Adolfo Parmaliana, a quasi un anno dalla sua morte, mi sono scorsi rapidamente davanti agli occhi i fatti degli ultimi tre anni, con un senso di amarezza insopportabile.