Mafia, Stato impotente per 2.100 mantovani

Mafia, Stato impotente per 2.100 mantovani

Primi risultati dell’indagine sulla percezione della criminalità organizzata: inutile denunciare

Oltre 2.100 questionari ricevuti compilati da altrettanti anonimi intervistati e un quadro che inizia a delinearsi: i mantovani sono consapevoli del lento ma inesorabile avanzare delle mafie nella loro terra, percepiscono la ’ndrangheta calabrese e la criminalità organizzata cinese come i pericoli più imminenti e dubitano dell’effettiva efficacia dell’azione di contrasto da parte delle forze dell’ordine. È il primo bilancio dell’indagine condotta dalla Scuola di alta formazione di scienze criminologiche che, coordinata da Angelo Puccia, con il duplice obiettivo di capire quale sia la percezione dei mantovani e di sensibilizzarli su una minaccia ormai diventata realtà.

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‘Ndrangheta, il boss tradito dal superenalotto

‘Ndrangheta, il boss tradito dal superenalotto

Francesco Pesce è stato incastrato mentre consegnava
schedine da giocare ai suoi fiancheggiatori

REGGIO CALABRIA – Sognava la libertà e i numeri da giocarsi al Lotto. Anche da latitante Francesco Pesce, 34 anni, detto “u testuni”, reggente dell’omonimo clan di Rosarno, non aveva perso l’abitudine al gioco. Rincorreva la fortuna anche dal suo bunker a cinque stelle con sedici telecamere a luci infrarosse. La passione per il SuperEnalotto l’ha però tradito. Ad incastrarlo i filmati delle stesse telecamere piazzate dal boss attorno al perimetro del suo nascondiglio. Il Ros e i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno documentato la consegna delle schedine che il boss affidava ad alcuni suoi fiancheggiatori che avevano il compito di giocarle. Operazioni che sono stati decisive per la sua cattura, avvenuta ad agosto del 2011, all’interno di un bunker costruito dentro un deposito giudiziale di auto, Demolsud, a pochi chilometri da Rosarno, regno dei Pesce. Con lui in carcere, con l’accusa di favoreggiamento, finì anche Antonio Pronestì, 45 anni, titolare del deposito.

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Uccisa perché tradiva il marito boss

Uccisa perché tradiva il marito boss

Risolto il caso della donna freddata nel 1994 a Reggio Calabria, di cui non fu mai ritrovato il corpo. Tra le 12 persone arrestate nell’ambito di un’operazione della Procura Antimafia i presunti responsabili dell’omicidio.

Uccisa perché tradiva il marito boss

Blitz della Polizia

REGGIO CALABRIA – Ci sono i presunti responsabili della morte di Angela Costantino, la donna scomparsa nel 1994, moglie di Pietro Lo Giudice, esponente del clan omonimo, fra le 12 persone arrestate stamane dalla squadra mobile di Reggio Calabria. Della donna, dopo la scomparsa, non si ebbero più notizie. Il cadavere non è stato mai ritrovato. Secondo quanto si apprende, gli inquirenti hanno acquisito testimonianze utili ai fini della soluzione del caso.

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Nuove minacce al sindaco di Monasterace Lettera a casa: “Stai a casa e fai la madre”

Nuove minacce al sindaco di Monasterace Lettera a casa: “Stai a casa e fai la madre”

Il primo cittadino del paese della Locride, Maria Carmela Lanzetta, ha ritirato ieri le dimissioni: “Ciò che mi infastidisce è anche la tempistica, ma la decisione è presa, andremo avanti lo stesso”. Intanto il sindacato di polizia lancia l’allarme: “Le forze dell’ordine non sono in grado di garantirle la scorta”

Nemmeno un giorno di pace per il sindaco di Monasterace, in provincia di Reggio Calabria, Maria Carmela Lanzetta. Proprio ieri, dopo essere tornata sui suoi passi e aver ritirato le sue dimissionida sindaco, ha ricevuto una nuova intimidazione: una lettera di minacce, accompagnata dall’invito a “restare a casa”.

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Il Sindaco di Monasterace forse ritira le dimissioni

LA CONFERENZA DEI SINDACI DELLA LOCRIDE

Maria Carmela Lanzetta ci ripensa
Il sindaco pronta a ritirare le dimissioni

Minacciata aveva annunciato l’addio alla politica
La visita della commissione Antimafia e di Bersani

LA CONFERENZA DEI SINDACI DELLA LOCRIDE

Maria Carmela Lanzetta ci ripensa
Il sindaco pronta a ritirare le dimissioni

Minacciata aveva annunciato l’addio alla politica
La visita della commissione Antimafia e di Bersani

Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace
Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace
 
MONASTERACE (Reggio Calabria) – Alla fine le dimissioni di massa non sono arrivate, ma la conferenza dei sindaci della Locride un risultato lo ha prodotto: Maria Carmela Lanzetta, primo cittadino di Monasterace minacciato dalla ‘ndrangheta, con ogni probabilità resterà alla guida dell’amministrazione comunale. La decisione verrà ufficializzata nella giornata di domani quando nel centro con poco più di tremila anime che affaccia sul mare Jonio è previsto l’arrivo della commissione parlamentare Antimafia, del segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani e del prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli. Per il momento non ci sono conferme ufficiali ma tutto lascia prevedere che la Lanzetta possa fare un passo indietro rispetto a una decisione clamorosa, maturata all’indomani dell’ennesima intimidazione subita.

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Lega ladrona?

Lega ladrona??

Pesante situazione ai vertici della Lega: Bossi travolto dallo scandalo dei milioni fatti sparire dal tesoriere e usati per la sua famiglia, si dimette. Ma che succede? Non si rubava solo a Roma e nel sud?

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Il sindaco Lanzetta conferma le dimissioni «Non ho mezzi, torno a fare la farmacista»

monasterace (REGGIO CALABRIA)

Il sindaco Lanzetta conferma le dimissioni
«Non ho mezzi, torno a fare la farmacista»

Sono caduti nel vuoto tutti gli appelli che la invitavano a non mollare

Matria Carmela Lanzetta













Matria Carmela Lanzetta

MONASTERACE (RC) – Indietro non torna, Maria Carmela Lanzetta. Il sindaco di Monasterace (comune della Locride con poco più di tremila anime) conferma la decisione di gettare la spugna anche dopo la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria che le ha affidato una scorta a seguito delle numerose intimidazioni subite. L’ultima, in ordine di tempo, è arrivata la scorsa settimana. I picciotti del disonore si sono fatti vivi a colpi di pistola: hanno sparato contro la sua auto. Prima ancora, tra il 25 e il 26 giugno dello scorso anno, qualcuno diede fuoco alla farmacia della Lanzetta: in quell’occasione i danni furono ingenti, la sua famiglia si salvò solo per miracolo. E così la donna, iscritta al Partito democratico, ha detto basta: si è dimessa dalla carica di primo cittadino.

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‘Ndrangheta, 63 arresti

‘Ndrangheta: omicidio ed estorsioni, catturato a Treviso presunto criminale

Salvatore Crivello, 32 anni, si era stabilito con la famiglia a Preganziol. Era stato appena licenziato dal supermercato dove lavorava

Operazione dei carabinieri in tutta Italia (archivio)

Operazione dei carabinieri in tutta Italia (archivio)

COSENZA – È stato tratto in arresto nel trevigiano Salvatore Valerio Crivello, 32 anni, coinvolto nell’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro che ha portato da parte dei carabinieri dei Ros a decine di arresti in varie regioni d’Italia contro la ‘ndrangheta. Crivello, che si era stabilito con la famiglia a Preganziol, è considerato un esponente di primo piano della cosca e ritenuto responsabile dagli investigatori di un omicidio e di intimidazioni finalizzate alle estorsioni e azioni intimidatorie anche nei confronti di appartenenti alle forze dell’ordine. Pochi giorni fa era stato licenziato dal supermercato dove lavorava perché avrebbe approvvigionato i familiari con prodotti a prezzi «di favore».

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In un solo giorno il Consiglio dei ministri scioglie sette comuni per mafia

In un solo giorno il Consiglio dei ministri scioglie sette comuni per mafia

I provvedimenti sono stati disposti oggi dal governo che, su proposta del ministro Annamaria Cancellieri. Si tratta delle amministrazioni di Bova Marina e Platì (nella Locride), Pagani, Gragnano, Racalmuto, Salemi e Leinì

Sette Comuni italiani sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa in una sola giornata. I provvedimenti sono stati disposti oggi dal governo che, su proposta del ministro Annamaria Cancellieri, ha sciolto due comuni calabresi, due campani, due siciliani e uno piemontese. Si tratta delle amministrazioni di Bova Marina e Platì (nella Locride), Pagani, Gragnano, Racalmuto, Salemi e Leinì.

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