Lega ladrona?

Print Friendly, PDF & Email

Lega ladrona??

Pesante situazione ai vertici della Lega: Bossi travolto dallo scandalo dei milioni fatti sparire dal tesoriere e usati per la sua famiglia, si dimette. Ma che succede? Non si rubava solo a Roma e nel sud?

La bufera che ha investito la Lega e l’allegra gestione dei fondi per il rimborso elettorale ai partiti, non solo mette in evidenza come questa legge ( che sostituisce il finanziamento pubblico ai partiti contro cui abbiamo votato nel 1993) vada azzerata, ma fa cadere un altro dei falsi miti di questo marcio paese e cioè che la Lega fosse un partito di onesti. Ma come: non era Roma ladrona? Non era solo tutto il sud a rubare?? Ehhh, a quanto pare hanno imparato anche a nord del Rubicone!
Nihil sub sole novi, niente di nuovo sotto il sole: già dall’ottobre del 2010, infatti, sul blog del deputato IdV Donadi c’erano nomi e fatti che riguardavano giri di soldi, incarichi multipli e nepotismo sfrenato all’interno della Lega. Nel testo di Donadi c’è un elenco lungo e particolareggiato di fatti e misfatti, senza dimenticare nulla delle contraddizioni fra il dire e il fare dei leghisti in tutti questi anni: dalla difesa delle cricche padane alle quote latte, al disastro Malpensa, dal sì al Ponte sullo Stretto alle banche amiche del Carroccio. Per non dire del voto di supporto alle 37 leggi ad personam confezionate su misura del cavaliere, alla faccia della legalità, della trasparenza, dell’onestà e della lotta alla corruzione.
 “E’ il partito che può vantare il periodo più lungo trascorso al governo da tangentopoli in poi“, inizia così il testo del documento di Donadi. E poi comincia il rosario della parentopoli, citando nomi e fatti: non si salva nessuno!
Poi a febbraio di quest’anno si è cominciato a parlare degli investimenti in Tanzania della Lega e degli strani giri di soldi.
Lega Ladrona grande
Dunque diciamo che la scoperta che anche la Lega è corrotta come tutti gli altri partiti non è proprio una novità inattesa e non c’è nessuna sorpresa a leggere le cifre distratte dal tesoriere per la “family” del senatùr. E il fatto che Bossi si sia dimesso non cancella che sono un bel po’ di soldi e divisi fra sua moglie e i suoi figli: 50mila euro solo per acquistare un suv al Trota e poi altri “sghei” per comprargli il diploma – qualcuno maligna -, oltre  ai soldi impiegati a pagare ristrutturazioni e acquisto di appartamenti. Altro che trota: uno squaletto avido, con una fame inestinguibile, che non può che essere cresciuta, circondato da gente come Uggeri. Non gli bastavano i quasi 15mila euro mensili come consigliere regionale! C’è da vomitare, pensando a tutti i giovani colti, intelligenti e talentuosi, che sprecano la loro vita, il loro ingegno e le loro capacità in call center scalcagnati e in altri posti di fortuna, sottopagati e avvilenti.
C’è da perdere il lume della ragione a vedere lo scialo e lo spreco di questa classe politica di mentecatti, mentre i piccoli imprenditori e i pensionati si suicidano per non poter più far fronte ai debiti.
Bossi Trota Elena
Siamo stufi di questa gentetta ai limiti del subnormale, che gode di privilegi inauditi e occupa posti di cui non è all’altezza. Io credo che siamo vicini a una rivolta  dilagante a cui sarà difficile poi porre un freno. Manca davvero poco, basta una scintilla e questa miscela pericolosa di rabbia, di frustrazione, di odio e di indignazione può deflagrare ed esplodere sanguinosamente nelle strade e nelle piazze.
 E il momento critico si toccherà in occasione delle nuove dichiarazioni dei redditi e quando dovremo pagare l’IMU e scoprire che un piccolo imprenditore che ha un capannone dove dà lavoro a diverse persone, paga di più di uno che possiede appartamenti sfitti o affittati con la cedolare secca. Allora  sarà impossibile non fare una patrimoniale, se si vuole mantenere l’ordine pubblico nel paese.
Ma sarà anche impossibile non fare una nuova legge elettorale che ci restituisca la facoltà di eleggere a rappresentarci le persone che sceglieremo noi, al di fuori dalla nomenklatura dei partiti. Su questo dobbiamo vigilare ed essere inflessibili: dobbiamo batterci affinchè i partiti diventino finalmente soggetti pubblici con bilanci rendicontabili, in modo che chiunque sia in grado di verificare dove finisce ogni euro incassato e in modo che ogni elettore sia in grado di sapere a quanto ammonta e da dove proviene il patrimonio del partito, che ha scelto a rappresentarlo. Solo in questo modo ci potremo liberare della cosiddetta casta: non possiamo più permetterci il lusso di nutrire tutte queste zecche insaziabili.

C’è un limite a tutto e loro lo hanno abbondantemente superato.