Studenti a Rosarno per il No mafia day

Studenti a Rosarno per il No mafia day

Noi ci saremo

 

No Mafia day

 

Domani in città è prevista una grande concentrazione di studenti, provenienti da ogni parte della Calabria, che prenderanno parte al No mafia day, una manifestazione organizzata dallo stesso comitato spontaneo di giovani che hanno già dato vita alla fiaccolata per la legalità dopo la bomba alla Procura di Reggio.

«Il comitato – spiegano Anna Leonardi e Francesca Chiappetta – si è proposto di organizzare una manifestazione apolitica e apartitica, rivolta ai cittadini calabresi e non, ed ha l’intento di rappresentare la parte pulita della Calabria, composta da un popolo che dice “No” alla mafia non solo intesa come organizzazione criminale ma anche come cultura mafiosa».

Continua a leggere

crea

Pene fino a 7 anni per politici, mafiosi e burocrati

crea
Caso Crea, nel processo Onorata Sanità, condannati l’ex assessore regionale Luzzo ed ex dirigenti delle Asp. Ieri sera il Gup di Reggio Calabria, Paolo Ramondino, ha inflitto 15 condanne a presunti mafiosi, politici e burocrati. Ha tenuto l’impianto accusatorio sostenuto dai pm della Dda Mario Andrigo e Marco Colamonaci. I due magistrati, infatti, avevano ipotizzato che attorno agli interessi della sanità si erano concretizzati gli appetiti di clan a cui, nella migliore delle ipotesi, la burocrazia e la politica regionali e locali, non sono stati capaci di dire di no.
Al centro dell’inchiesta la storia di Villa Anya, la clinica privata di proprietà dell’ex consigliere regionale Mimmo Crea, accreditata irregolarmente dal servizio sanitario regionale. Sulla vicenda della struttura, e senza dimenticare il ruolo politico di Crea, si sarebbero dunque saldati intenti criminali inquietanti.

Continua a leggere

“Negata la possibilità di studiare”

“Le tante visite, come quella del deputato Mariagrazia Laganà Fortugno, che ci ha rassicurato tre mesi fa sulla situazione, ma che poi non ha portato riscontro attivo al suo interessamento verbale. Per passare poi ai grandi assenti di lusso, dalla consigliere locale, Liliana Frasca, che oltre a mere promesse non si è fatta garante del territorio, al presidente del consiglio Bova, a Loiero, a Cersosimo come assessore alla cultura. Consiglieri regionali, che poco hanno di “onorevole”. Persone che allo stato attuale, non capiamo con che spirito politico, civico e propositivo, si potranno candidare alle prossime politiche regionali. Da questa politica delle facili promesse, passa il nostro sdegno per un corso di laurea, che non sta morendo, non viene ucciso, ma si sta lentamente suicidando”. Parole di indignazione e tristezza quelle del rappresentante degli studenti Livio Ravanese, per lo stato attuale in cui si trova il polo universitario della Locride.

 

Continua a leggere

Processo Federica-Cambia imputazione-Resta in piedi l’impianto accusatorio

14 gennaio, 2010

Processo Federica, La scarica elettrica non è più una certezza – I pubblici ministeri sulla base dell’istruttoria dibattimentale fin qui svolta potrebbero arrivare a modificare il capo d’imputazione – Un comune denominatore lega molte testimonianze: il black out in sala operatoria ha complicato le cose

VIBO VALENTIA – La scarica elettrica in sala operatoria non è più una certezza per la Procura della Repubblica. Le risultanze dell’istruttoria dibattimentale emerse fino ad oggi dal processo per la morte di Federica Monteleone, che si sta celebrando davanti al Tribunale (presidente Giancarlo Bianchi, a latere Anna Maria Lojacono e Cristina De Luca), potrebbero spingere la pubblica accusa ad “aggiustare il tiro”.

Stamane, infatti, a distanza di circa un anno dall’inizio del processo, i pubblici ministeri Mario Spagnuolo e Fabrizio Garofalo potrebbero arrivare a modificare il capo d’imputazione a carico delle persone coinvolte, che a vario titolo rispondono di omicidio colposo.

Si tratta di Francesco Talarico, all’epoca dei fatti direttore generale dell’Azienda sanitaria (che dovrà rispondere anche di corruzione); Antonio Stuppia, titolare dell’impresa che eseguì i lavori nella sala operatoria che dovrà rispondere anche di falso; Francesco Costa, anestesista; Alfonso Luciano, ex direttore sanitario dell’Asp; Pietro Schirripa, direttore sanitario dell’ospedale Jazzolino; Roberto De Vincentis, all’epoca direttore dei servizi tecnici; Nicola Gradia, responsabile di settore dei servizi tecnici; Antonio Bruni, ex consulente incaricato di seguire i lavori in sala operatoria e Matteo Cataudella, medico e direttore dei Presìdi ospedalieri unificati.

Continua a leggere

Processo Congiusta. Sul banco dei testimoni Trichilo e Di Giovanni

Processo Congiusta. Sul banco dei testimoni  Giuliana Trichilo e Di Giovanni

LOCRI (RC) Detenuti grafomani e vecchie fiamme che riappaiono; nell’udienza fiume del dibattimento in Corte d’Assise a Locri per l’omicidio dell’imprenditore sidernese Gianluca Congiusta, non sono mancati i colpi di scena. E per l’ennesima volta in questo processo, a riemergere dalle pieghe di una memoria dolorosa, c’è la storia amara di una passione confinata dietro le quinte morali di una società immobile.

Continua a leggere

Processo congiusta.Le fantasie del detenuto Di Giovanni

Le fantasie del detenuto

Di Giovanni poco credibile. Rischia di essere denunciato

“Ho amato tanto Gianluca, e lo amerò sempre”. Riprende con una testimonianza a sorpresa il processo per l’omicidio di Gianluca Congiusta. Ieri in aula, davanti alla Corte d’Assise, ha risposto alle domande della difesa Giuliana Trichilo, donna non ancora quarantenne che ha dichiarato di avere avuto una relazione con Gianluca Congiusta durata ben cinque anni, dal 2001 fino al giorno in cui l’imprenditore sidernese è stato assassinato. La donna, già sposata, ma separata dal marito fin dal 1996, ha raccontato di una storia comunque non facile con Gianluca Congiusta. “Ci lasciavamo, poi ci rimettevamo insieme – ha detto ieri Giuliana Trichilo – poi non ci sentivamo per parecchi giorni. Ma io volevo bene a Gianluca, era un ragazzo speciale, per bene ed educato”. Il giovane imprenditore e la donna, stando a quanto riportato ieri in aula, si sarebbero conosciuti in estate, forse nel 2001, e dopo qualche tempo avrebbero iniziato una relazione. “Solo  dopo parecchio che avevamo una storia ho saputo che Luca fosse fidanzato”, ha detto la teste, che ha poi aggiunto: “eravamo due tipi riservati, io non parlavo molto delle mie cose e lui non parlava delle sue, non mi diceva niente, e io non volevo sapere nulla, il nostro era un rapporto di intimità”.

Continua a leggere

Siamo stanchi di chi con la destra accarezza i criminali e con la sinistra le vittime

Siamo stanchi di chi con la destra accarezza i criminali e con la sinistra le vittime

Siamo stanchi di chi con la destra accarezza i criminali e con la sinistra le vittime.

Non facciamo diventare categoria protetta, anzi privilegiata, quella di chi si è macchiato di crimini.


Non potrà essere certamente un forum annunciato in pompa magna da certa stampa, in una intera pagina, a dirci cos’è la mafia e l’antimafia.

La mafia l’abbiamo subita sulla nostra pelle, e l’antimafia per noi sono i magistrati e le forze dell’ordine che ogni giorno rischiano la vita.

Abbiamo bisogno di chiarezza e non di mascheramenti, non di inclusioni sociali di appartenenti alla criminalità organizzata e spacciati da qualcuno come soggetti deboli da recuperare.

Ci spieghino, i promotori dell’incontro, cosa centrano mafiosi o meglio ‘ndranghetisti, intesi come sodali di organizzazioni criminali, con l’inclusione sociale di deboli ed emarginati come i drogati, per i quali esistono le comunità terapeutiche.

Ora siamo stanchi, indignati e diciamo basta a chi contribuisce al restyling mediatico-mafioso iniziato dopo la strage di Duisburg con la delegittimazione di Petra Reski ed il tentativo di censura del libro della scrittrice.

Continua a leggere