‘ndranghetown -Il nuovo romanzo di Paola Bottero


[un noir, ma non solo] [un romanzo su pesi morti e pesi vivissimi. Pesi del passato, del presente e del futuro]

 

 

Sabatini Coletti non ha dubbi: “dicasi” ponte [pón-te] s.m.:

1 Struttura che consente l’attraversamento di un corso d’acqua o il superamento di altri ostacoli […]
2
(fig.) Quanto può servire per mettere in contatto due realtà non comunicanti per vie normali […]

Neppure io ho dubbi, pensando al Ponte sullo Stretto. Difficile, avere dubbi.

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Cerchi un mutuo in banca a Milano? La scorciatoia c’è: affiliati alla ‘ndrangheta e qualche porta…

Cerchi un mutuo in banca a Milano? La scorciatoia c’è: affiliati alla ‘ndrangheta e qualche porta…

Roberto Galullo

Le ordinanze vanno lette. Non c’è niente da fare siori miei.

Se ci si ferma alle veline delle Procure siamo fritti.

Prendiamo l’ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria Roberto Carrelli Palombi, letti gli atti del procedimento, ha disposto l’arresto di 12 persone  nel coso dell’inchiesta Reale 3 della Dda di Reggio.

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De Sena a Galullo: “Cambiare approccio con la Calabria”

De Sena a Galullo: “Cambiare approccio con la Calabria”

De Sena a Galullo: “Cambiare approccio con la Calabria”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito la nota inviata da Luigi De Sena al blog di Roberto Galullo

Caro Roberto,
sarebbe un gran passo in avanti se si iniziasse a parlare della Calabria diversamente, concentrando cioè l’ attenzione su quella parte di popolazione onesta e capace
che lavora in silenzio, dignitosamente,  con grande spirito di sacrificio e grande senso del dovere.

In Calabria la gente onesta esiste.

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Cinque gennaio, Catania chiama Calabria

Cinque gennaio, Catania chiama Calabria

di Federica Motta | 06/01/2011 |

Sei cronisti minacciati dalla ‘ndrangheta e il magistrato Nicola Gratteri hanno preso parte alle manifestazioni per Giuseppe Fava. Tra gli argomenti trattati anche le inchieste che hanno toccato Lombardo e Ciancio e il futuro della Procura di Catania
A sei cronisti calabresi il premio “Pippo Fava”


«Non c’è ragione perché il governo si assuma il merito dei successi investigativi contro la mafia. L’80% degli arresti fatti nel 2010 fanno parte di indagini e procedimenti iniziati 6 o 8 anni fa. Cosa c’entrano il ministro Maroni o il ministro Alfano? Raccontare le indagini di mafia in questo modo rappresenta un caso di cattiva informazione». A parlare è il dott. Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, da anni attivo nella lotta alla ‘ndrangheta, intervenuto il 5 gennaio al Centro Culturale Zo di Catania, in occasione del Premio Fava 2011.

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3 Gennaio 2011 – L’EFFETTO BOMBA

3 Gennaio 2011 – L’EFFETTO BOMBA

3 Gennaio 2011 – L’EFFETTO BOMBA

Quando: lunedì 3 gennaio 2011 · 17.00 – 20.00
Luogo:    Sala Conferenze – Palazzo della Provincia, Reggio Calabria
informazioni    
Il Movimento ReggioNonTace CHIAMA A RACCOLTA TUTTI I CITTADINI per partecipare al tredognimese del 03 GENNAIO 2011, data del primo anniversario della bomba alla Procura Generale della Repubblica, che avrà per titolo: L’EFFETTO BOMBA

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Anno devastato e devastante, questo 2010.

Anno devastato e devastante, questo 2010.

Passaggi. Un buon nuovo inizio.

pubblicata da Paola Bottero

Anno devastato e devastante, questo 2010.

Inizia il 12 gennaio con il terremoto di Haiti: 250mila vittime, 3 milioni di senzatetto, centinaia di migliaia i feriti. Il 20 marzo si risveglia l’impronunciabile vulcano islandese, Eyafjallajokull, bloccando voli e scali europei sine die. Dal 20 aprile, per centosei giorni, la piattaforma della Bp sputa nel Golfo del Messico milioni e milioni di barili di petrolio. Ad agosto iniziano le inondazioni in Pakistan: 14 milioni di sfollati e 2.000 morti.

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Sentenza omicidio Congiusta, Omar Minniti: “Finalmente giustizia”

Sentenza omicidio Congiusta, Omar Minniti: “Finalmente giustizia”

Di seguito la nota diffusa dal consigliere provinciale Omar Minniti

La sentenza di primo grado emessa ieri dalla Corte d’Assise del Tribunale di Locri rende finalmente giustizia alla famiglia Congiusta, all’impegno coraggioso del padre Mario e gli amici di Gianluca, delle associazioni antindrangheta e gli enti locali per far luce sull’omicidio.
Gianluca purtroppo non sarà restituito all’affetto dei suoi cari, ma – con la condanna all’ergastolo del boss Costa e a 25 anni per Curciarello – ai clan è stato lanciato un chiaro segnale di fermezza.
Un segnale emerso al termine di una giornata di intensa passione civile, che ha visto decine e decine di cittadini attendere con il fiato sospeso e speranza la sentenza accanto ai familiari di Gianluca: è la prima volta che ciò avviene in Calabria in un processo contro le ‘ndrine.

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