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Perché LegalMente

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Un viaggio in Sicilia da parte di alcuni soci dell’Associazione Nazionale Legalità e Giustizia. L’incontro con tanti amici, vecchi e nuovi, che per destino o per scelta di vita si impegnano ogni giorno per rendere questo Paese un posto migliore. Tanti racconti, tante immagini che non potevano essere lasciate chiuse nel cassetto dei ricordi. Non sarebbe giusto e forse nemmeno possibile, data la loro forza dirompente.

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L’imprenditore Michele Luccisano: “La ‘ndrangheta vuole la mia azienda”

L’imprenditore Michele Luccisano: “La ‘ndrangheta vuole la mia azienda”

L’imprenditore Michele Luccisano:
“La ‘ndrangheta vuole la mia azienda”

Negli ultimi anni il frantoio di Michele Luccisano ha subito sette furti. E lui stesso è stato vittima degli usurai, che ha fatto finire in galera. Mentre continuano intimidazioni e strani ‘segnali’, è convinto che le cosche vogliano costringerlo a chiudere, ma non vuole cedere

«Ho dovuto imparare a guardare in faccia la ‘ndrangheta. I clan vogliono la mia azienda. So come parlano, so come ragionano. Ma non ho intenzione di cedere, nonostante lo Stato mi abbia lasciato solo dopo le mie denunce».

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Homage to Gianluca Congiusta, a young businessman from Calabria, an innocent victim of the ‘Ndrangheta and our indifference.

Homage to Gianluca Congiusta, a young businessman from Calabria, an innocent victim of the ‘Ndrangheta and our indifference.

Homage to Gianluca Congiusta, a young businessman from Calabria, an innocent victim of the ‘Ndrangheta and our indifference.

During the Summer Term Course field study in July of 2013, we met with Mario Congiusta, the father of Gianluca, the young entrepreneur assassinated on May 24, 2005 in Siderno by the ‘Ndrangheta, the powerful and bloody Calabrian mafia.

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Mafia, scoperta la nuova Cupola di Palermo i boss puntavano agli affari di Zamparini

Mafia, scoperta la nuova Cupola di Palermo i boss puntavano agli affari di Zamparini

Mafia, scoperta la nuova Cupola di Palermo

i boss puntavano agli affari di Zamparini

La Procura distrettuale antimafia dispone il fermo di 36 persone: in manette i capi dei tre mandamenti più influenti di Cosa nostra. A Roma fermata Nunzia Graviano, la sorella dei boss di Brancaccio, che avrebbe gestito il tesoro della cosca. A Palermo, anche due insospettabili nelle file dei clan: un ex presidente del movimento cristiano lavoratori, Calogero Di Stefano, e il gestore del bar dello stadio Barbera, Giovanni Li Causi, che avrebbe tentato di far infiltrare i boss negli affari del presidente del Palermo Maurizio Zamparini. Il boss Caporrimo in tribuna vip con i biglietti gratis

di SALVO PALAZZOLO

Mafia, scoperta la nuova Cupola di Palermo i boss puntavano agli affari di Zamparini Febbraio 2011. Alcuni capimafia arrivano al summit di Villa Pensabene. Il primo a destra è Giuseppe Calascibetta, assassinato a settembre

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Evade il Killer di San Valentino in permesso premio

Evade il Killer di San Valentino in permesso premio

Genova – Una notte di ricerche e posti di blocco non sono serviti a rintracciare Bartolomeo Gagliano, l’uomo accusato di tre omicidi e un tentato omicidio, evaso dal carcere di Marasi: tutt’ora non è reperibile. Il serial killer, 55 anni, doveva rientrare ieri mattina alla casa circondariale di Marassi dopo un permesso premio, il secondo ottenuto in sei mesi, per visitare la madre anziana a Savona. Dopo aver rapito un commerciante a a Savona, e averlo costretto ad accompagnarlo in macchina a Genova, è sparito nel nulla a Cornigliano, dove ha fatto scendere il panettiere Revelli dalla sua auto per poi dileguarsi.

Gagliano è in possesso di una pistola e l’ultima volta è stato visto a bordo di una Fiat Panda. Su disposizione del magistrato che segue le indagini è stato comunicato che l’evaso ha utilizzato per la fuga una Fiat Panda Van color verde con paraurti e specchietti neri targata CV848AW”.

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Gratteri: “Attenti a quelli che si ergono a paladini antimafia senza avere una storia”.

Gratteri: “Attenti a quelli che si ergono a paladini antimafia senza avere una storia”.

Gratteri: “Attenti a quelli che si ergono a paladini antimafia senza avere una storia”. Cafiero De Raho: “A fronte di esempi negativi ce ne sono tanti altri luminosi”

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Rosy Canale, da simbolo antimafia nel reggino al carcere insieme ai boss di San Luca

Rosy Canale, da simbolo antimafia nel reggino
al carcere insieme ai boss di San Luca

Prima il suo no allo spaccio di droga nel suo locale di Reggio, seguito da un violento pestaggio, poi l’impegno civile nel centro dell’Aspromonte al fianco delle donne, fino a mettere in scena lo spettacolo sulla sua vita. E adesso è arrivato il carcere nell’operazione “Inganno”

Rosy Canale

REGGIO CALABRIA – Paladina della legalità. Capace di dire no alle pressione malavitose, denunciare, subire le minacce, fondare un’associazione antimafia nel cuore dell’Aspromonte.

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‘Ndrangheta: don Ciotti, aiutare i figli dei pentiti a cambiare identità

‘Ndrangheta: don Ciotti, aiutare i figli dei pentiti a cambiare identità

‘Ndrangheta: don Ciotti, aiutare i figli dei pentiti a cambiare identità

Aiutare i figli dei testimoni di giustizia con una legge che permetta loro di cambiare identità anagrafica. È la richiesta rivolta alla presidente della Camera Laura Boldrini da don Luigi Ciotti, che oggi ha accompagnato Denise Cosco (figlia di Lea Garofalo, la donna uccisa 4 anni fa dal compagno, per aver collaborato nelle indagini contro le ‘ndrine calabre), che da anni vive sotto protezione.

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