DA EX DETENUTI A CATEGORIA PROTETTA E PRIVILEGIATA di ucceo goretti

DA EX DETENUTI A CATEGORIA PROTETTA E PRIVILEGIATA di ucceo goretti

Da delinquenti a categoria protetta? 

di ucceo goretti 

Leggendo i quotidiani, noto che, molti assessori alle politiche sociali si affannano a presentare progetti di reinserimento per ex detenuti, programmi a tutela degli stessi ed a Reggio Calabria, ci si preoccupa, addirittura, di aprire l’ufficio per i diritti dei detenuti.

Non credo che si possa plaudire ai soggetti istituzionali promotori di tali iniziative.

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BAMBINA DI QUATTRO ANNI OSTAGGIO NARCOTRAFFICI di Roberto Galullo

BAMBINA DI QUATTRO ANNI OSTAGGIO NARCOTRAFFICI di Roberto Galullo

 

ROBERTO GALULLO
"Contro l’epidemia della criminalità c’è un vaccino formidabile: l’onestà di ogni singolo uomo"

Bogotà chiama Napoli risponde: a 4 anni ostaggio del narcotraffico. Come i calabresi in Colombia

C’è una notizia piccola piccola che vale la pena di raccontare ai miei lettori del blog.Piccola non per importanza ma per come è stata trattata dai media: discreta rilevanza sulle tv locali, di routine su quelle nazionali, buona sulla stampa locale, quasi nulla su quella nazionale. Comunque la sintesi è che questa notizia è passata in cavalleria, soprattutto a causa dell’incapacità di noi giornalisti di leggere gli avvenimenti: ormai le notizia sono tutte uguali e poi vuoi mettere piazzare le tette della Bellucci in prima pagina: tira di più (il giornale)! Continua a leggere

TOGLIERE I FIGLI AI MAFIOSI

TOGLIERE I FIGLI AI MAFIOSI 

Lotta al crimine organizzato: tolti i figli al boss latitante 

di Paola Ciccioli per Panorama.it

È un De Stefano, cognome che a Reggio Calabria significa vertice della ’ndrangheta, il primo padre a perdere la potestà sui figli perché mafioso, perché latitante. Il tribunale per i minorenni del capoluogo calabrese ha infatti stabilito, con un provvedimento che non ha precedenti, che Giuseppe De Stefano, 39 anni, in clandestinità da 4, possa “determinare l’asservimento dei figli alle logiche di conservazione e di predominio del potere mafioso”. I suoi bambini, di 2 e 1 anno, entrambi concepiti durante la latitanza, sono stati affidati in via esclusiva alla madre Fiorenza.
I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria hanno dunque aperto un varco nella diga culturale e giuridica che fino a oggi ha di fatto protetto il reticolo parentale delle ’ndrine. Che sono diventate la più potente organizzazione criminale italiana proprio grazie alla struttura in famiglie, nelle quali il primogenito maschio tuttora riceve la “smuzzunata”, cioè il battesimo da mafioso, quando è ancora in fasce.
Questo è il punto: ci si può trovare a imbastire la propria esistenza sull’illegalità “anche per incolpevole discendenza familiare e successivamente perché irretiti e intrappolati nelle dinamiche criminali, caratterizzate da omertà e sudditanza, prima ancora di avere potuto sperimentare mondi alternativi”. Così si esprimono i magistrati della Dda nella richiesta di privare De Stefano della patria potestà, un provvedimento finora riservato esclusivamente ai condannati in via definitiva all’ergastolo.

E il documento, sottoscritto dal procuratore aggiunto Salvatore Boemi e dai sostituti Nicola Gratteri, Roberto Di Palma, Domenico Galletta e Giuseppe Lombardo, è esso stesso, per i concetti che vengono espressi e per i termini usati, una pagina nuova nella lotta alla ’ndrangheta. Sostanzialmente, i figli dei mafiosi vivono “in uno stato di autentica permanente schiavitù”.

ROBERTO DI PALMA E NICOLA GRATTERI

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MAFIA IL GIARDINO DELLA MEMORIA INTITOLATO AL BIMBO SCIOLTO NELL’  ACIDO

MAFIA IL GIARDINO DELLA MEMORIA INTITOLATO AL BIMBO SCIOLTO NELL’ ACIDO

MAFIA / IL GIARDINO DELLA MEMORIA

La mamma del bimbo sciolto nell'acido:
"Abbiamo vinto noi, soprattutto Giuseppe"

 Palermo, 10 novembre 2008 – "È una grande vittoria. Abbiamo vinto noi e più di noi ha vinto Giuseppe perchè al 70 per cento ha sterminato la mafia. Dobbiamo dirgli grazie tutti. È difficile essere qui ma dovevo esserci": sono le appassionate parole di Franca Castellese, mamnma del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore Mario Santo Di Matteo, sequestrato e poi ucciso e sciolto in un bagno di acido nel 1998 su mandato di Giovanni Brusca.

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MAFIA ALFANO AL BOSS DI SIDERNO REVOCATO GRATUITO PATROCINIO

MAFIA ALFANO AL BOSS DI SIDERNO REVOCATO GRATUITO PATROCINIO

MAFIA: ALFANO, GRAZIE A NUOVE LEGGI RISULTATI IMPORTANTI

 (AGI) – Ragusa, 8 nov. – Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, oggi al castello di Donnafugata (Ragusa) per la festa della Polizia penitenziaria, ha parlato delle leggi antimafia e si e’ soffermato sui provvedimenti riguardanti la giustizia e la sicurezza varati dal Governo Berlusconi. Il guardasigilli ha ricordato, tra l’altro, le ultime operazioni delle forze dell’ordine e della magistratura: il sequestro di 100 milioni ai successori di un mafioso, che “non sarebbe stato possibile perche’ deceduto, malgrado le indagini abbiano evidenziato la presenza di illeciti, ma che e’ stato invece compiuto grazie al Pacchetto sicurezza.

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SOSTENIAMO GRATTERI CISTERNA E LUMIA

SOSTENIAMO GRATTERI CISTERNA E LUMIA

Sosteniamo Gratteri (Dda), Cisterna (Dna) e Lumia: i mafiosi nelle isole e inchieste mirate sui fuoriclasse della mafia

dal blog Guardie o ladri di Roberto Galullo

Eccole qui – cari amici di blog – due proposte stagionate (gallina vecchia fa buon brodo) per capire veramente chi è dalla parte della legalità e chi no.Visto che non c’è nulla di più inedito del già scritto (è un vecchio adagio giornalistico) vi sottopongo un test facile facile: basta barrare virtualmente la casella “sì” e non prendere neppure per un istante in considerazione la casella “no”.Il test lo giriamo paro paro ai nostri parlamentari e a nostri magistrati impegnati nella lotta alla mafia, che potrebbero metterci un secondo ad aderire alle proposte.

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QUEGLI AVVOCATI CINGHIA DI TRSMISSIONE DEGLI AFFARI MAFIOSI -MEGLIO SE DONNE SCOMMETTIAMO?

QUEGLI AVVOCATI CINGHIA DI TRSMISSIONE DEGLI AFFARI MAFIOSI -MEGLIO SE DONNE SCOMMETTIAMO?

Quegli avvocati cinghia di trasmissione degli affari mafiosi (meglio se donne, scommettiamo?)

 Gli avvocati (sporchi e collusi) sono la nuova miccia che Cosa nostra e le mafie accendono per far deflagare i propri affari e cementare il cordone ombelicale con la poltica (corrotta). So che mi tirerò dietro l’ira degli Ordini regionali e, forse, anche di quello nazionale ma bisogna avere il coraggio di scrivere ciò in cui si crede sempre che – si badi bene – sia supportato dai fatti.E allora ragiono sui fatti, difendendomi dietro uno scudo formidabile: il Maestro di giornalismo Indro Montanelli, secondo il quale “una volta è un caso, due sono una coincidenza e tre sono una prova”.

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