‘NDRANGHETA:  NUOVE TECNICHE DEI BOSS PER EVITARE CARCERE

‘NDRANGHETA: NUOVE TECNICHE DEI BOSS PER EVITARE CARCERE

‘NDRANGHETA:  NUOVE TECNICHE DEI BOSS PER EVITARE CARCERE

(AGI) – Catanzaro, 25 gen. –

“Le organizzazioni criminali hanno affinato le tecniche per sottrarsi alla custodia in carcere”, e la cosa costituisce una problematica allarmante perche’ “l’accesso al regime degli arresti domiciliari dei detenuti per mafia oltre i limitatissimi casi di effettiva incompatibilita’ con il regime carcerario (ed anche in tali casi dovrebbero essere attivati adeguati sistemi di controllo che riducano al minimo i rischi) ha ricadute devastanti sull’ordine e la sicurezza pubblica, sulle esigenze di prevenzione, sui procedimenti penali in corso e sulla stessa complessiva attivita’ di contrasto alla criminalita’ organizzata”.

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‘ndranghetown -Il nuovo romanzo di Paola Bottero


[un noir, ma non solo] [un romanzo su pesi morti e pesi vivissimi. Pesi del passato, del presente e del futuro]

 

 

Sabatini Coletti non ha dubbi: “dicasi” ponte [pón-te] s.m.:

1 Struttura che consente l’attraversamento di un corso d’acqua o il superamento di altri ostacoli […]
2
(fig.) Quanto può servire per mettere in contatto due realtà non comunicanti per vie normali […]

Neppure io ho dubbi, pensando al Ponte sullo Stretto. Difficile, avere dubbi.

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‘ndrangheta, preso il boss Mandalari

‘ndrangheta, preso il boss Mandalari

IL CASO

‘ndrangheta, preso il boss Mandalari
andava all’appuntamento con la moglie

Ritenuto dai carabinieri il capo della ‘locale’ di Bollate, a luglio era sfuggito al blitz scappando
in extremis dalla sua villa bunker. Gli investigatori lo hanno sorpreso a San Giuliano Milanese

di MASSIMO PISA

Seguire le donne, fiutare i passi dei familiari. La vecchia regola investigativa, applicata alla lettera dai carabinieri del gruppo di Monza guidati dal colonnello Giuseppe Spina, ha permesso di mettere le manette al più importante latitante di ‘ndrangheta sfuggito alla maxioperazione “Infinito” del 13 luglio scorso. Vincenzo Mandalari, 50 anni, catanzarese di Guardavalle e capo della “locale” di Bollate, è finito in manette alle 18 di venerdì scorso.

Gli investigatori lo hanno pizzicato a San Giuliano Milanese: andava a un appuntamento con la moglie, uno dei tanti dopo quella fuga precipitosa dalla sua villa-bunker di via San Bernardo, a Bollate, un fortino protetto da muri e telecamere in cui venne catturato il fratello Nunziato.

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Cerchi un mutuo in banca a Milano? La scorciatoia c’è: affiliati alla ‘ndrangheta e qualche porta…

Cerchi un mutuo in banca a Milano? La scorciatoia c’è: affiliati alla ‘ndrangheta e qualche porta…

Roberto Galullo

Le ordinanze vanno lette. Non c’è niente da fare siori miei.

Se ci si ferma alle veline delle Procure siamo fritti.

Prendiamo l’ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria Roberto Carrelli Palombi, letti gli atti del procedimento, ha disposto l’arresto di 12 persone  nel coso dell’inchiesta Reale 3 della Dda di Reggio.

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De Sena a Galullo: “Cambiare approccio con la Calabria”

De Sena a Galullo: “Cambiare approccio con la Calabria”

De Sena a Galullo: “Cambiare approccio con la Calabria”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito la nota inviata da Luigi De Sena al blog di Roberto Galullo

Caro Roberto,
sarebbe un gran passo in avanti se si iniziasse a parlare della Calabria diversamente, concentrando cioè l’ attenzione su quella parte di popolazione onesta e capace
che lavora in silenzio, dignitosamente,  con grande spirito di sacrificio e grande senso del dovere.

In Calabria la gente onesta esiste.

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Cinque gennaio, Catania chiama Calabria

Cinque gennaio, Catania chiama Calabria

di Federica Motta | 06/01/2011 |

Sei cronisti minacciati dalla ‘ndrangheta e il magistrato Nicola Gratteri hanno preso parte alle manifestazioni per Giuseppe Fava. Tra gli argomenti trattati anche le inchieste che hanno toccato Lombardo e Ciancio e il futuro della Procura di Catania
A sei cronisti calabresi il premio “Pippo Fava”


«Non c’è ragione perché il governo si assuma il merito dei successi investigativi contro la mafia. L’80% degli arresti fatti nel 2010 fanno parte di indagini e procedimenti iniziati 6 o 8 anni fa. Cosa c’entrano il ministro Maroni o il ministro Alfano? Raccontare le indagini di mafia in questo modo rappresenta un caso di cattiva informazione». A parlare è il dott. Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, da anni attivo nella lotta alla ‘ndrangheta, intervenuto il 5 gennaio al Centro Culturale Zo di Catania, in occasione del Premio Fava 2011.

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Un anno fa l’inizio della strategia della tensione

Un anno fa l’inizio della strategia della tensione

Il 3 gennaio 2010 l’esplosione di un ordigno ad alto potenziale davanti agli uffici della procura generale

Un anno fa l’inizio della strategia della tensione

Reggio Calabria. La notte tra il 2 e il 3 gennaio di un anno fa, l’inizio della strategia della tensione a Reggio. Un’escalation di attentati e intimidazioni a magistrati, giornalisti e presidi di legalità da parte delle forze dell’antistato. Un’emergenza crescente, che ha fatto puntare i riflettori dell’opinione pubblica nazionale sulla gravissima situazione della città calabrese dello Stretto, e sull’esistenza di una zona grigia di collegamento tra la ‘ndrangheta, il mondo politico e – secondo quanto ammesso da investigatori e prefettura – anche funzionari infedeli dello Stato.

Parole che soprattutto nel mese di dicembre sono apparse quasi “profetiche”, alla luce degli esiti di alcuni importanti fascicoli d’indagine.

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3 Gennaio 2011 – L’EFFETTO BOMBA

3 Gennaio 2011 – L’EFFETTO BOMBA

3 Gennaio 2011 – L’EFFETTO BOMBA

Quando: lunedì 3 gennaio 2011 · 17.00 – 20.00
Luogo:    Sala Conferenze – Palazzo della Provincia, Reggio Calabria
informazioni    
Il Movimento ReggioNonTace CHIAMA A RACCOLTA TUTTI I CITTADINI per partecipare al tredognimese del 03 GENNAIO 2011, data del primo anniversario della bomba alla Procura Generale della Repubblica, che avrà per titolo: L’EFFETTO BOMBA

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