Operazione antidroga delle Fiamme Gialle: 19 arresti a Marina di Gioiosa

Operazione antidroga delle Fiamme Gialle: 19 arresti a Marina di Gioiosa

Lunedì 07 Novembre 2011 10:22

Siderno – Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza ha comunicato che è in corso dalle prime ore del mattino ad opera delle Fiamme Gialle della Compagnia di Locri, una complessa operazione di polizia, con l’impiego di oltre 80 militari, di unità cinofile antidroga e di un elicottero, nei confronti di 19 soggetti, 17 dei quali ristretti in carcere, che ha consentito di sgominare un’articolata organizzazione criminale operante in Marina di Gioiosa Jonica e dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Continua a leggere
MAFIA: PG SCARPINATO, OGGI SONO TROPPE LE CARENZE NEL ‘CODICE ANTIMAFIA’

MAFIA: PG SCARPINATO, OGGI SONO TROPPE LE CARENZE NEL ‘CODICE ANTIMAFIA’

 

MAFIA: PG SCARPINATO, OGGI SONO TROPPE LE CARENZE NEL ‘CODICE ANTIMAFIA’

‘Mancano delle cose che sono essenziali, quindi piu’ realisticamente si potrebbe dire che questa e’ una legge che ha introdotto alcune novita’.

Ma veicolare all’opinione pubblica l’idea che e’ stata data alla magistratura e alle forze di polizia una sorta di arma risolutiva contro le mafie ne corre; c’e’ il pericolo di creare un’aspettativa che rischia di andare delusa”.

Questo il giudizio sul ‘Codice antimafia’ del procuratore generale presso la Corte d’appello di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, a margine di un convegno sul tema ‘Il contrasto ai patrimoni delle mafie’, organizzato a Catania da magistratura democratica, Movimento per la giustizia, Articolo 3 e Libera.

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IL COLLABORATORE ANGELO CORTESE: “CARLO COSCO MI CHIESE DI UCCIDERE LEA GAROFALO”

IL COLLABORATORE ANGELO CORTESE: “CARLO COSCO MI CHIESE DI UCCIDERE LEA GAROFALO”

IL COLLABORATORE ANGELO CORTESE: “CARLO COSCO MI CHIESE DI UCCIDERE LEA GAROFALO”

di Marika Demaria

È stata una giornata densa di testimonianze quella che ieri, giovedì 27 ottobre, si è svolta nel Tribunale di Milano in merito al processo per l’omicidio di Lea Garofalo.

Il primo a salire virtualmente sul banco dei teste è stato il collaboratore di giustizia Angelo Salvatore Cortese, collegato in videoconferenza. Cortese, affiliato alla ‘ndrangheta dal 1985, fu arrestato nell’ambito dell’operazione “Scacco matto” del 2000, che aveva anche fatto scattare le manette ai polsi di Pasquale Nicoscia, il capobastone dell’omonima cosca operante a Isola Capo Rizzuto.

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”E’ ‘na malatia…”

”E’ ‘na malatia…”

”E’ ‘na malatia…”

di Claudio Cordova –

Prima della cura e dopo la cura

Qualcuno, addirittura, ha chiesto la perizia psichiatrica. Carlo Antonio Chiriaco è un caso più unico che raro nella storia giudiziaria dei processi alla ‘ndrangheta.  Chiriaco è il direttore dell’Azienda Sanitaria di Pavia tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Crimine”, condotta sull’asse Milano-Reggio Calabria: l’uomo viene ammanettato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Sarebbe il manager in contatto con i presunti boss Pino Neri e Cosimo Barranca, egemoni nel nord Italia e, in particolare, in Lombardia. Fin dall’interrogatorio di garanzia, tenutosi, come disposto dalla procedura, pochi giorni dopo dalla maxiretata milanese, Chiriaco (nella foto prima dell’arresto e alla prima udienza del processo) afferma di essere sempre stato morbosamente affascinato dalla ‘ndrangheta. Una “malattia” che lo avrebbe affetto fin da giovane quando, fingendosi boss, si sarebbe compiaciuto dell’effetto di rispetto e timore provocato nel prossimo: su questa curiosa sindrome, i legali di Chiriaco hanno peraltro centrato la propria difesa, affidando una perizia allo psichiatra e criminologo Adolfo Francia.

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‘Ndrangheta. ‘Stangata’ alla Cosca Commisso di Siderno. Sequestrati dalla Polizia di Stato beni per 150 milioni di Euro.

‘Ndrangheta. ‘Stangata’ alla Cosca Commisso di Siderno. Sequestrati dalla Polizia di Stato beni per 150 milioni di Euro.

Due aziende operanti nel settore edile attive in tutta Italia, 21 societa’ e un centinaio tra terreni, immobili e ville: e’ il patrimonio sequestrato dalla polizia a otto persone ritenute legate alla cosca Commisso di Siderno. Coinvolto anche  imputato del processo “Crimine”.




 

Nella foto da sx: Il Vice Questore Aggiunto Dott. Stefano Dodaro Dirigente il Commissariato di P.S di Siderno, il Questore di Reggio Calabria, Dott. Carmelo Casabona, il Dirigente della Divisione Anticrimine, Dott. Gennaro Semeraro e il suo Vice Dott. Enrico Palermo.

 

Reggio Calabria 25 ottobre 2011. I personaggi di maggior rilievo tra coloro ai quali e’ stato notificato il provvedimento, secondo gli investigatori, sono Riccardo Rumbo e Antonio Galea, entrambi di 49 anni. I due, secondo l’accusa, sarebbero a capo di una cosca satellite di quella dei Commisso, la Rumbo-Galea-Figliomeni, alla quale la ‘ndrina madre concede una certa autonomia, pur rimanendo uno stretto legame. Galea, in particolare, e’ stato arrestato dalla polizia nel marzo scorso dopo alcuni mesi di latitanza essendo sfuggito all’operazione Crimine, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e da quella di Milano nel luglio 2010 con l’arresto di oltre 300 persone, e successivamente all’operazione ‘Bene comune’, portata a termine nel dicembre scorso contro i presunti affiliati alla cosca Commisso.

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Vendola ed i suoi senza freni-Assolvono black e boss mafiosi

Vendola ed i suoi senza freni-Assolvono black e boss mafiosi

Vendola ed i suoi senza freni-Assolvono black bloc e mafiosi

Nonostante passi per fenomeno della comunicazione politica, da qualche giorno Nichi Vendola sta assestando mazzate micidiali alla propria immagine. Da quella pazientemente costruita di uomo di sinistra mite e poetico ancorché compagno, sta diventando quella di un Bertinotti in sedicesimo, stretto tra frequentazioni impresentabili e velleitarismi da estrema sinistra.

Ad incrinare maggiormente la «narrazione» (per usare in termine d’area) del Vendola moderato e redento dagli errori del passato è la gestione del dopo-15 ottobre. Con la ricaduta nel peccato originale della sinistra radicale: ossia il non potere o volere recidere senza ambiguità i legami con le frange più estreme dei movimenti. Se già nei giorni scorsi il governatore della Puglia si era dimostrato virtuoso del distinguo, con l’intervista rilasciata ieri a Repubblica ha compiuto il salto di qualità, spiegando che tra Berlusconi e i black bloc non c’è poi tutta questa differenza e che i black bloc medesimi vanno capiti in quanto «figli del precariato» («La sinistra si faccia carico della loro rabbia», intima). Fin qui, niente di nuovo. Sinistra, ecologia e libertà (il partito di Vendola) flirta notoriamente con i movimenti, indignados inclusi, e parlare dei violenti nei termini usati dagli esponenti del partito in questa settimana fa anche parte del gioco.

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Processo ”Crimine”: pm Gratteri invoca oltre 1500 anni di carcere per la ‘ndrangheta della provincia reggina

Processo ”Crimine”: pm Gratteri invoca oltre 1500 anni di carcere per la ‘ndrangheta della provincia reggina

Processo ”Crimine”:

pm Gratteri invoca oltre 1500 anni di carcere per la ‘ndrangheta della provincia reggina


di Claudio Cordova – Quasi millesettecento anni di carcere sono stati richiesti dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria , Nicola Gratteri (nella foto), nell’ambito del maxiprocesso “Crimine”, procedimento storico che si celebra al cospetto del Gup di Reggio Calabria Giuseppe Minutoli.

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