Chiesa e ‘ndrangheta, l’analisi del procuratore Creazzo

Chiesa e ‘ndrangheta, l’analisi del procuratore Creazzo

Il Procuratore Creazzo

LA ’NDRANGHETA DAVANTI ALL’ALTARE
di Giuseppe Creazzo – procuratore della Repubblica di Palmi
Quando, qualche settimana fa, gli amici di Sabbiarossa edizioni e quelli di Stopndrangheta, che voglio per questo ringraziare molto, mi proposero di partecipare a
questo incontro, aderii entusiasticamente, poiché il tema mi apparve quantomai
interessante e attuale. Esso, per via delle recenti esternazioni di alcuni nostri vescovi e del dibattito che ne è seguito è più che mai all’ordine del giorno, segno che il problema è oggi assai sentito dalla pubblica opinione, che vorrebbe risposte concrete.

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‘Ndrangheta, 37 arresti nel Milanese per associazione di stampo mafioso

‘Ndrangheta, 37 arresti nel Milanese
per associazione di stampo mafioso

‘Ndrangheta, nuova operazione nel Milanese e in Brianza
di Roldano Radaelli

Operazione «Ulisse» contro le famiglie calabresi in provincia di Milano. Le accuse vanno dall’usura all’estorsione

Ilda Boccassini

MILANO – I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Milano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Milano nei confronti di 37 indagati per associazione di tipo mafioso, porto e detenzione illegale di armi, usura ed estorsione, aggravati dalle finalità mafiose. Le indagini originate dagli approfondimenti successivi all’operazione il «Crimine», hanno «consentito di documentare le dinamiche criminali delle proiezioni extraregionali della ‘ndrangheta in Lombardia, il loro solido legame con le cosche d’origine e il pervasivo controllo delle aree d’influenza, anche mediante il sistematico ricorso alla violenza ed all’intimidazione».

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Congiusta e la memoria

Congiusta e la memoria

Gianluca Congiusta (una delle tante vittime innocenti, degli uomini del disonore dela Calabria)

Le parole che il potere ecclesiastico pronuncia a Polsi si fanno sempre più imbarazzanti, tanto esso si mostra acquiescente di fronte ai mafiosi, amorevole e sensibile nei loro confronti, per niente fermo nel richiamarli alle loro responsabilità. Quest’anno, vista l’omelia del vescovo Morosini, la diocesi di Locri-Gerace è sembrata addirittura essere in grado di rivolgersi solo agli ‘ndranghetisti e preoccuparsi esclusivamente del destino di chi continuamente e pesantemente delinque.

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Lecce,summit di mafia nella casa famiglia del cappellano

Lecce, summit di mafia
nel centro del cappellano

Sacra Corona, le rivelazioni di un pentito: “Così suggellavano le alleanze e progettavano i traffici illeciti”

di CHIARA SPAGNOLO

LECCE – Summit di mafia durante i giorni di permessi premio ai detenuti. Non solo nelle abitazioni salentine degli affiliati alla Scu ma anche nella casa famiglia di Taranto gestita dal cappellano del carcere, dove i “fratelli di sangue” avrebbero suggellato alleanze e pianificato le strategie per gestire al meglio il mercato della droga e il racket delle estorsioni.

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Riferimenti sulle parole del vescovo Morosini

la riflessione

Riferimenti sulle parole del vescovo Morosini
«Un’omelia che non ci è piaciuta affatto»

Per Riferimenti «occorre una rete dove ciascuno faccia la propria parte, società civile, politica, istituzioni e chiesa. Quest’ultima ha un ruolo fondamentale quando si parla di sensibilizzazione delle coscienze»

di ADRIANA MUSELLA*

Adriana Musella

L’omelia del vescovo di Locri a Polsi decisamente non ha convinto nè noi nè questo Coordinamento antimafia che esprime al proposito le proprie riserve. 

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Nunnari e Morosini-Non esistono anime diverse nella Chiesa

La polemica

Nunnari e Morosini: sul perdono ai mafiosi
«non esistono anime diverse nella Chiesa»

L’aricescovo di Cosenza e il vescovo di Locri intervengono «per fugare ogni dubbio sull’unità e convergenza» dopo la discussione nata per l’attacco di Mario Congiusta all’omelia pronunciata a Polsi: «Particolari urgenze ci possono indurre a sottolineare un aspetto piuttosto che un altro»

di ANDREA GUALTIERI

I vescovi Nunnari e Morosini insieme ad un convegno diocesano

HANNO firmato una nota congiunta i due vescovi calabresi che, loro malgrado, si sono trovati al centro di una polemica sul perdono ai mafiosi. Salvatore Nunnari, arcivescovo di Cosenza, e Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo di Locri, hanno sottolineato che non si ritengono «espressione di due anime della Chiesa», ma al contrario sentono di esprimerne «il comune orientamento».

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Da Morosini una mezza assoluzione di Saverio Puccio

Da Morosini una mezza assoluzione

Il Vescovo Fiorini Morosini

di Saverio Puccio
Cè una ritualità nota agli inquirenti che irrompono nelle case e nei covidegli ‘ndranghetisti. Spesso veri e propri altarini.Le immagini sacre posizionate ovunque. Spesso persino veri e propri altarini. Perchè,boss o gregario che sia,il mafioso esprime la sua “fede religiosa con grande enfasi,magari con un crocefisso d’oro al collo e messo bene in vista con la camicia sbottonata.

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Il vescovo Nunnari: «Calabria devastata dalla mafia» Ma il “perdono” di Morosini fa infuriare Congiusta

Il caso

Il vescovo Nunnari: «Calabria devastata dalla mafia»
Ma il “perdono” di Morosini fa infuriare Congiusta

Da Cosenza, il presule pubblica una riflessione pastorale nella quale si denuncia l’«altissimo prezzo» che l’organizzazione criminale fa pagare alla regione e si fa un mea culpa per come la Chiesa è caduta in passato nell’«imbroglio» dell’inserimento nelle pratiche religiose. Ma intanto il papà del giovane ucciso dalle cosche contesta l’apertura del vescovo di Locri per chi si converte 

di ANDREA GUALTIERI

I vescovi Nunnari e (a destra) Morosini

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Ma la Chiesa ha il diritto di perdonare?

Dal Quotidiano della Calabria di oggi martedì 4 settembre

Ma la chiesa ha il diritto di perdonare?

di Mario Congiusta *

Egregio Direttore,

dopo aver attentamente ascoltato l’omelia del Vescovo della Diocesi di Locri – Gerace, Monsignor Fiorini Morosini, in occasione della celebrazione della Festa della Madonna di Polsi, mi sorgono spontanee delle considerazioni, degli interrogativi, ma anche una certa delusione, forse rabbia e forse indignazione, sui concetti di perdono, assoluzione e i diversi modi di interpretarli ed applicarli.

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