Stupro di gruppo al Circeo: 41enne in fin di vita, presi i quattro aggressori

Stupro di gruppo al Circeo: 41enne in fin di vita, presi i quattro aggressori

Stupro di gruppo al Circeo: 41enne in fin di vita, presi i quattro aggressori

L’hanno massacrata di botte e poi violentata a turno, fino alle due di notte, in una casa appena fuori da San Felice Circeo: il giorno del suo compleanno, per «festeggiarla». Tre romeni e un indiano, regolari e senza precedenti penali sono stati catturati mentre tentavano di fuggire. La vittima, una donna di 41 anni è ora ricoverata in prognosi riservata all’ospedale di Fondi, in provincia di Latina. La donna, di cittadinanza romena, è stata soccorsa dai vicini che hanno sentito le urla strazianti ed è stata trovata con lesioni all’addome e all’intestino e con una forte emorragia.

FESTEGGIAMENTI «ALLA ROMENA» – Secondo le prime ricostruzioni della polizia che indaga sull’accaduto, la donna sarebbe stata attirata nell’appartamento dove vivevano i quattro uomini, Singh Talit, 20 anni, l’indiano, Florin Neagu, 23 anni, Mirel Hegheligu, 30 anni e Stefan Tabaranu di 35 anni . Lì sarebbe stata aggredita e violentata. Per giustificarsi i quattro hanno detto che stavano festeggiando «alla romena» il compleanno della vittima. Nessuno di loro ha precedenti e l’indiano è regolare in Italia. A incitare alla violenza sarebbe stato il più giovane, un romeno di 20 anni, tra le urla degli altri tre. Sono in corso accertamenti sul proprietario dell’abitazione. La donna intanto è stata operata d’urgenza

ALEMANNO – «Io credo che bisogna stare molto attenti. Il rischio di un aumento della violenza sessuale è molto presente nel nostro paese, per due motivi. Da un lato per una mercificazione del sesso, che vede la donna come possibile oggetto di violenza o da utilizzare, e dall’altro lato il fatto possono avvenire, qui nel nostro paese, degli atteggiamenti da parte di aree di immigrati che vedono in una cultura arcaica la donna come un oggetto di dominio. Su questi due fattori bisogna stare attenti sia per le violenze sia in strada che tra le mura domestiche». Ad affermarlo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parlando al Tg di LA7.

Ymcastreetball Special Match 2009 dedicato a Mimmo Speziale ed a Gianluca Congiusta

Ymcastreetball Special Match 2009 dedicato a Mimmo Speziale ed a Gianluca Congiusta

Ymcastreetball

Special Match 2009 dedicato a Mimmo Speziale ed a Gianluca Congiusta

Ymcastreetball è un torneo di pallacanestro che nasce nell’estate del 2003, su iniziativa di un gruppo di amici, per valorizzare e incentivare lo sviluppo di questo sport.La passione per la pallacanestro e la voglia di stare insieme e divertirsi, sono stati gli ingredienti principali per la riuscita del torneo, che dopo i positivi risultati raggiunti nel corso degli anni, si è trasformato in uno degli eventi più attesi nella provincia di Reggio Calabria. In questo modo abbiamo pensato anche di poter rappresentare la vera essenza del gioco, quello che si fa per la strada, quello a cui tutti almeno una volta nella vita hanno partecipato….. un pallone, dei ragazzi e la voglia di vincere. Così, con l’aiuto della associazione Y.M.C.A.(young men cristian association), in cui praticamente siamo cresciuti,ci siamo riusciti.

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«Uccise mia figlia. Libero dopo 2 anni. Che giustizia è questa?»

«Uccise mia figlia. Libero dopo 2 anni. Che giustizia è questa?»

La lettera Calabria, il fidanzato le sparò sotto casa. Doveva scontare 30 anni.

«Uccise mia figlia. Libero dopo 2 anni.

Che giustizia è questa?»

Il padre di Barbara Bellorofonte: «Ora gira indisturbato per il paese»

Sono il padre di Barbara Bellorofonte, la ragazza assassinata brutalmente nel 2007 a Montepaone (Catanzaro), a colpi di pistola per mano del suo «ragazzo». È successo due anni fa, il 27 febbraio, proprio sotto casa nostra, mentre ci accingevamo a metterci a cena, Barbara era con noi, è passato il suo ragazzo a citofonare e chiedere di lei. E’ scesa e da allora Barbara non è più stata con noi.

Dei proiettili che il suo assassino le ha scaricato addosso, uno è andato a segno, conficcandosi in testa: Barbara va in coma, viene portata d’urgenza in ospedale (rianimazione) e dopo circa un mese di agonia, il 20 marzo 2007 è morta. Il suo assassino Luigi Campise per l’omicidio era stato condannato a 30 anni, grazie alla riduzione della pena perché processato con il rito abbreviato, poi ha subito un altro processo e condanna a quattro anni per altri reati; oggi dopo solo due anni e mezzo di carcere è stato scarcerato e può «girare» indisturbato per le strade di Soverato.

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Calabria, Marco Militerno, consigliere comunale di San Giovanni in Fiore: “Una piazza col nome di Antonino Scopelliti”

“Una piazza col nome di Antonino Scopelliti”

Girando per l’Italia spesso ci si imbatte in vie e piazze intitolate ad uomini che hanno dato la vita per lo Stato: Piazza Falcone e Borsellino, Via Pio La Torre, Viale Carlo Alberto dalla Chiesa, ecc.

Mai però il mio sguardo si è soffermato su una targa toponomastica che ricordasse un caduto calabrese, uno dei tanti che, per lo svolgimento dei suoi incarichi, divenne martire suo malgrado di una guerra ancora oggi viva e con uno Stato belligerante in forte difficoltà.

I coniugi Aversa, Gianluca Congiusta, Antonino Scopelliti sono tra i nomi più importanti di una schiera di gente che per combattere la mafia, o solo per dirle no, hanno pagato con la vita il loro coraggioso atto di fedeltà allo Stato e ai loro valori.

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Gioiosa Jonica e Marina di Gioiosa Jonica. Arresto per armi, droga, munizioni

Gioiosa Jonica e Marina di Gioiosa Jonica. Arresto per armi, droga, munizioni

Sabato 08 Agosto 2009

MARINA DI GIOIOSA JONICA – I carabinieri della “Stazione di Marina di Gioiosa Jonica”, comandata dal maresciallo Tomaselli, unitamente a quelli della “Stazione di Gioiosa Jonica”, comandati dal luogotenente Zecca, hanno eseguito un mirato servizio di controllo del territorio, coordinato dalla compagnia di Roccella Jonica, agli ordini del capitano Giglio, all’esito del quale traevano in arresto, in flagranza di reato: – Alì Nicola, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 03.03.1953, abitante in c.da Elisabetta n. 63, disoccupato, già noto alle forze dell’ordine, il predetto, accortosi che i carabinieri lo stavano pedinando, dopo avere tentato la fuga, prima, in macchina, con la quale si andava ad impantanare in un vigneto, e, poi, a piedi, venendo però placcato dai militari dopo un rocambolesco inseguimento, nel corso di una perquisizione sul posto, veniva trovato in possesso, abilmente occultati sulla sua persona e nell’abitacolo della sua autovettura, di n. 3 involucri di cellophane trasparente, confezionati sottovuoto, contenenti complessivamente gr. 12 di sostanza stupefacente del tipo cocaina.

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Calabria, Acquaformosa si “deleghizza” di Enrico Fierro

Calabria, Acquaformosa si “deleghizza”

di Enrico Fierro


“Volete cambiare il Tricolore. Volete le gabbie salariali, e poi presidi, magistrati, poliziotti e carabinieri, impiegati dell’Inps e del catasto, tutti con il “passaporto” della Padania in tasca e il dialetto bergamasco sulla lingua. Insomma: volete sfasciare l’Italia. E noi ci deleghistizziamo». Incespica sull’ultima parola – un neologismo brutto ma necessario – ma riesce a dirla Giovanni Manoccio. Un sindaco che ha già sollevato un vespaio di polemiche. Perché il suo Comune (per sadico gusto della suspense vi diremo dopo come si chiama e dove si trova) è il primo d’Italia ad essersi «deleghistizzato».

 

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Processo Fortugno, le motivazioni: “Pentiti affidabili”

Processo Fortugno, le motivazioni: “Pentiti affidabili”


Locri (Reggio Calabria). …E’ senza dubbio una delle “notizie del giorno”.

Sono state depositate dai magistrati locresi le motivazioni delle condanne in primo grado per il delitto Fortugno: di Alessandro e Giuseppe Marcianò (padre e figlio, i cosiddetti “mandantini” del delitto di Palazzo Nieddu), Salvatore Ritorto (esecutore materiale) e Domenico Audino all’ergastolo, di Vincenzo Cordì a 12 anni e di Carmelo Dessì a 4 anni di reclusione.

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STRAGE BOLOGNA: GIUSVA FIORAVANTI LIBERO: “NON HO PROCLAMI DA FARE”

STRAGE BOLOGNA: GIUSVA
FIORAVANTI LIBERO: “NON HO PROCLAMI DA FARE”

 

«Non ho proclami da fare». Lo afferma, ironicamente, Valerio Fioravanti, parlando della riacquistata libertà dopo i 5 anni di condizionale. L’ex terrorista dei Nar rivela di essere tornato libero dallo scorso aprile. Niente altro da dire nè commentare se non che – aggiunge all’ANSA – il tempo che «ho lo uso al meglio».

Se vuoi che chi commette stragi faccia un ergastolo vero clicca sulla foto del terrorista

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Don Ciotti: “Siamo tutti mafiosi”

Don Ciotti: “Siamo tutti mafiosi”

Scritto da Felice Piemontese


 

Il fondatore di Libera attacca anche Cilberti & company, assenti all’incontro

Don Luigi Ciotti non è un sacerdote come tutti gli altri. Forse, ha qualcosa di più. Nato nel 1945 a Pieve di Cadore in provincia di Belluno, dopo la sua ordinazione sacerdotale diventa protagonista di svariati dibattiti, seminari ed anche audizioni presso il parlamento europeo. Il 25 marzo del 1995 fonda “Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie” di cui ne è tutt’ora il presidente. Riceve una laurea honoris causa in Scienze dell’educazione da parte dell’Università di Bologna dopo, svariati anni passati nelle carceri minorili e ad aiutare le vittime le droga. Il 27 dicembre 1996 gli viene conferita l’Onorificenza di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana, dall’allora Capo dello Stato On. Oscar Luigi Scalfaro.

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Democrazia Chilometro Zero

Democrazia Chilometro Zero

Incontro per l’autogoverno: 10 e 11 ottobre, presso la Comunità della Piagge, Firenze. L’appello e i primi firmatari. Per associarsi scrivete a carta@carta.org [nome e cognome, qualifica e città].

Come i nostri affezionati sanno, Carta è portatrice di un [buon] virus. Quello della democrazia diretta, dal basso, insomma l’autogoverno. Che presuppone, e propone, un altro genere di economia, diversa da quella che ci ha fatto precipitare nella crisi e, va da sé, un nuovo sistema di diritti sociali.
Perciò da ora, e fino al 10 ottobre, veicoleremo la proposta di un incontro tra quelle che abbiamo chiamato «comunità insorgenti» e che hanno preso la forma di presidi, movimenti e liste di cittadinanza, associazioni, comitati e reti, fuori e oltre la politica dei partiti e la crisi della rappresentanza.
Questo incontro, che viene proposto dalle persone il cui elenco è nelle pagine successive, e che si sono radunate con il solo passaparola [chiunque si associerà sarà allo stesso titolo «promotore»], si intitolerà «Democrazia chilometro zero. Incontro per l’autogoverno», si terrà sabato 10 e domenica 11 ottobre alla comunità delle Piagge di Firenze, che offre una preziosa e premeditata ospitalità, e sarà organizzato in modo tale che tutti possano dire la loro, proporre e discutere.
Tutti coloro che si sentono in sintonia con questa proposta possono scrivere, per commentare o annunciare adesione e partecipazione. A fine agosto, quando Carta uscirà di nuovo [il 28], rilanceremo la proposta insieme a coloro che si saranno nel frattempo associati.

Democrazia chilometro zero
Incontro per l’autogoverno 10 e 11 ottobre 2009, comunità delle Piagge, Firenze

Una nuova democrazia si diffonde nel paese al di sotto dei radar dei media e vista con diffidenza dai partiti. Chi la promuove si propone anche di aprire qualche breccia nelle istituzioni della rappresentanza a livello locale, ma il centro di gravità della sua azione è fuori, nella società, dove si creano alleanze basate su progetti concreti e sulle relazioni tra persone.
L’obiettivo è costruire una società solidale e conviviale che parta dalla salvaguardia e difesa dei beni comuni dall’invadenza del mercato e dal riconoscimento dei diritti di cittadinanza, distanziandosi dalla ormai evidente subordinazione al mercato dei rappresentanti politici. Per fare questo si creano organizzazioni orizzontali, che decidono per consenso e promuovono dal basso progettualità ancorate ai territori locali ma nello stesso tempo universali, nell’epoca della grande crisi sociale e finanziaria,
ambientale e democratica.
Si tratta di esperienze a volte molto diverse tra loro, ma allo stesso tempo simili. Questa neo-democrazia, che chiamiamo «insorgente», è un’uscita necessaria e «altra» dalla gabbia autoreferenziale dei partiti e della rappresentanza. Ed è soprattutto un modo di creare in pratica, nella vita delle comunità, laboratori di una civiltà diversa: le reti dell’economia sociale e la gestione pubblica delle risorse essenziali, una concezione del territorio diversa da quella di un vuoto da riempire di cemento, una moltiplicazione di esperienze di auto-aiuto e di autogestione e di nuova interazione con i migranti, di resistenza alla militarizzazione del territorio.
A noi parrebbe utile che presidi e comitati territoriali, reti, associazioni e liste di cittadinanza si riconoscano e si sostengano tra loro, nella loro pluralità, e divengano più consapevoli di essere la sola alternativa, molto diffusa e per niente marginale, che può ostacolare la politica della paura, degli affari e della distruzione ambientale, e proporre un’altra via ragionevole e ambiziosa: la società del buon vivere e della armonia tra uomo a natura, della democrazia di tutti e della convivialità delle differenze.
Perciò proponiamo un incontro, un dialogo: è un invito rivolto a chiunque senta l’urgenza di cercare, insieme ad altri cittadini «insorgenti», un’altra possibilità: la nascita di una cittadinanza attiva e responsabile capace di confrontarsi con le istituzioni a partire dai beni comuni e non per interessi privati e che si opponga al sistema politico clientelare.