YMCASTREETBALL : L’EMOZIONANTE TORNEO DI BASKET DELLA COSTA JONICO-REGGINA

L’Associazione MEET ON THE STREET, in collaborazione con l’associazione YMCA Siderno (associazione cristiana dei giovani) e con l’Associazione “Gianluca Congiusta ONLUS”, è lieta di presentare il progetto “YMCASTREETBALL ‘10” , nato con l’obiettivo di portare il meglio della pallacanestro Calabrese a sfidarsi attraverso l’organizzazione di un evento di 3 contro 3.
SPECIAL MATCH dedicato a mimmo Speziale e Gianluca Congiusta

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Iacona: a settembre ricomincio dalla ‘ndrangheta

Iacona: a settembre ricomincio dalla ‘ndrangheta
Dal 5 settembre torna ‘Presa Diretta’ su Rai3 con sei puntate. Insieme esce il libro
di Silvia Lambertucci

ROMA – Ricomincia da un’indagine sulla ‘ndrangheta e le sue ramificazioni in Lombardia, Presa Diretta, la trasmissione di Riccardo Iacona, che torna a girare in lungo e largo l’Italia con sei nuove storie in prima serata su Rai Tre, una di piu’ rispetto alla passata stagione. Il via domenica 5 settembre- prima di Ballaro’ e prima di Santoro che torna il 23- con tutta probabilita’ con ‘N’dranghetisti’, una puntata girata tra Reggio Calabria e Milano. E non solo.
nella foto da sinistra Riccardo Iacona,Mario Congiusta,Maurizio Amici(regista)

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Il “Crimine” non paga

Il “Crimine” non paga
Nella Locride la quinta e la sesta tappa
della Lunga Marcia della Memoria.
Un murales e uno spettacolo per ricordare Peppe Tizian


Doppio appuntamento a Locri e Gioiosa Ionica per il bancario ucciso nel 1989
Apertura speciale del museo archeologico di Locri
Un documentario su Massimiliano Carbone


Trasmessa a Crotone l’inchiesta sui veleni delle fabbriche
Consegnata la tessera onoraria di daSud al sindaco di Isola Capo Rizzuto Girasole

In marcia a Pietra Cappa sui luoghi del sequestro Cartisano
Con associazione don Milani e Libera Locride
Presentate le prime tavole della graphic novel su Lollò Cartisano

Sabato 24 giugno, alle ore 11, sono iniziati i lavori di realizzazione del murales in ricordo di Peppe Tizian: l’appuntamento è a Locri, sulla statale 106 di fronte all’area archeologica. «Il “Crimine” non paga. La Locride è anti’ndrangheta», è il contenuto del murales realizzato sul “muro della vergogna”. Quel muro contro il quale Giuseppe Tizian – un giovane bovalinese che lavorava al Monte dei Paschi di Siena di Locri – è andato a sbattere con la sua macchina, dopo essere stato massacrato e sfigurato dal piombo di una lupara senza volto, imbracciata da due uomini in motocicletta. Uomini senza volto, ignoti.

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Da Piazza Navona comincia la riscossa democratica

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Da Piazza Navona comincia la riscossa democratica
Contro il bavaglio prima tappa in nome di democrazia e Costituzione: ora lo sciopero del 9 luglio

La splendida piazza Navona si è accesa di persone, voci, colori. Sono passati venti minuti dalle 17 e dal palco, hanno fatto il loro ingresso anche le note musicali. L’inno di Mameli. Cantato da tutti quelli che hanno affollato la platea. Così è iniziata la manifestazione indetta dalla Fnsi e da tutti quanti, sindacati, associazioni e privati cittadini , hanno sentito la viscerale urgenza di dire no al bavaglio imposto dal ddl Intercettazioni. Nel momento in cui il governo lo camuffa con lo specchietto per allodole della privacy, tentando inoltre di accelerarne l’iter, l’Italia che si rispecchia nella Costituzione, assetata di democrazia, comincia da qui il suo percorso. Un qui relativo, dato che, è cosa nota, in decine di città italiane e perfino europee (snocciolate tre a caso, Londra, Parigi, Bruxelles) si stanno svolgendo manifestazioni consorelle. Ma l’importante non è l’oggi, è il dare il via a un percorso che il 9 vedrà il blackout informativo dei giornalisti e che soprattutto vuole ritrovarsi a fine luglio in concomitanza con il tentativo governativo di far passare l’emendamento prima della pausa estiva. Nell’attesa un folto gruppo di partecipanti ha mostrato la passione civile e il rifiuto di chi ha compreso il significativo intrinseco della legge: il danneggiamento dei cittadini tramite la privazione dell’informazione. Non solo “carte” dannose per magistrati e giornalisti, danni veri e reali per una partecipazione democratica alla vita del nostro paese. Tiziana Ferrario, giornalista Rai, ha condotto la giornata, iniziando con la lettura dell’Articolo 21 della Costituzione e ricordando la manifestazione associata a Conselice, in Romagna, dove un tempo, si stampavano, durante la Resistenza, manifesti autoprodotti. Una nuova Resistenza.

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‘Ndrangheta, Pm Gratteri forse spiato da un magistrato

‘Ndrangheta, Pm Gratteri forse spiato da un magistrato

Tale rivelazione sarebbe stata fatta da un detenuto legato al clan di Pasquale Condello, detto il «supremo»

01/07/2010  Ci sarebbe un magistrato dietro la microspia trovata nell’aprile del 2007 in un ufficio della Procura di Reggio Calabria utilizzato dal pm Nicola Gratteri, uno dei più impegnati nella lotta alla ‘ndrangheta, per parlare con gli ufficiali della polizia giudiziaria. Lo scrive oggi il Quotidiano della Calabria.

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Crotone, iniziata mietitura su terreni confiscati alla ‘ndrangheta

Crotone, iniziata mietitura
su terreni confiscati alla ‘ndrangheta

Ad Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese è partita la mietitura sui terreni dei clan confiscati e assegnati all’associazione Libera


21/06/2010  Nei giorni scorsi don Ciotti aveva denunciato che nessuno si era reso disponibile ad effettuare la trebbiatura su quei terreni, ma oggi i lavori sui terreni dei clan confiscati e assegnati all’associazione Libera sono iniziati:

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Intercettazioni: “ E’ uno sfascio. Così si agevolano le mafie”. Parla Nicola Gratteri, magistrato antimafia

Intercettazioni: “ E’ uno sfascio. Così si agevolano le mafie”. Parla Nicola Gratteri, magistrato antimafia

tratto da Articolo 21

Intercettazioni: “ E’ uno sfascio. Così si agevolano le mafie”.
Parla Nicola Gratteri, magistrato antimafia
di Nello Trocchia

Giudice in composizione collegiale, limitazione delle intercettazioni, ridimensionamento dell’uso delle ambientali. Bisogna leggere il provvedimento, approvato dal Senato, per capire lo scempio e il colpo durissimo che il governo e la maggioranza hanno inferto alla lotta alla mafia e al crimine diffuso. E i numeri dei latitanti arrestati non bastano più per giustificare un provvedimento che fa cadere la maschera a questo esecutivo che, nei fatti, aiuta il crimine organizzato riducendo gli strumenti a disposizione dei magistrati. Nicola Gratteri conosce bene la ‘ndrangheta, la combatte da anni, la mafia calabrese ha più volte progettato di ammazzarlo. Prima di fare una legge porcata, come questa, che disciplina materie delicatissime bisognerebbe ascoltare chi quotidianamente combatte il crimine. Ma i suggerimenti, gli appelli, le richieste di modifica sono cadute miseramente nel vuoto. Abbiamo raggiunto Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, al telefono. L’amarezza di un giusto, la frustrazione degli onesti. Gratteri non vuole sentire parlare dei successi contro le mafie, rivendicati dal governo. “ Mi deve spiegare lei, l’intervento del ministro della giustizia e dell’interno  per favorire l’arresto dei latitanti. Mi dice una cosa che hanno fatto concretamente? Cosa hanno modificato dal punto di vista degli uomini a disposizione, dal punto di vista normativo? Nulla. E’ frutto del lavoro, il sudore esclusivo di chi fa polizia giudiziaria, anche oltre le ore di lavoro previste, sapendo che le ore straordinarie saranno pagate solo in parte”.

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Presentato il libro “Avamposto nella Calabria dei giornalisti infami”

Presentato il libro “Avamposto nella Calabria dei giornalisti infami”

Scritto da Barbara Panetta

LOCRI – L’argomento non è il solito. Ed i protagonisti non sono poi così scontati. Operatori dell’informazione li chiamano alcuni. Semplicemente infami altri. Loro sono orgogliosi di essere l’uno e l’altro…

L’occasione è la presentazione nazionale del libro di Roberta Mani e Roberto Rossi – lei milanese, lui siciliano di Catania – Avamposto nella Calabria dei giornalisti infami. “Non un libro auto-celebrativo della categoria” precisa Gianluca Albanese nell’introdurre il dibattito, ma un testo che racconta la passione dei giornalisti calabresi che “rischiano la vita, spesso senza essere ripagati”, chiarisce Mario Congiusta.

La sala di Palazzo Nieddu accoglie – insieme al pubblico – i due autori, i giornalisti Michele Inserra, Michele Albanese e Gianluca Albanese e i protagonisti di due importanti contributi al libro, Mario Congiusta e Doris Lo Moro.

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Paola Bottero: La metropolizzazione: da cosa mia a cosa nostra

Paola Bottero: La metropolizzazione: da cosa mia a cosa nostra

La metropolizzazione: da cosa mia a cosa nostra


“Cosa nostra, cosa vostra, cos’è vostro?”. Così cantava tre anni fa Fabrizio Moro, facendo intravedere una speranza: “è nostra la libertà di dire che gli occhi sono fatti per guardare, la bocca per parlare le orecchie ascoltano…”.

Tre anni dopo trionfa il personalismo. Tre anni dopo, dopo Corona, dopo Woodcock, dopo indagini aperte e chiuse, dopo navi dei veleni e pali eolici, dopo rifiuti, scorie, terremoti, dopo case acquistate a propria insaputa, dopo Protezioni (in)civili, dopo Santoro-che-lascia-Santoro -che-resta, dopo leggi ad personam, programmi ad personam, elezioni ad personam, editti ad personam, attacchi ad personam, divorzi ad personam, violenze ad personam, anche cosa nostra è ad personam. E diventa “cosa mia”.

Chissà se il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, è riuscito a cogliere la bellezza intimista del nome dato alla mega retata partita con la sua inchiesta.

Cosa mia. Bello, molto più dell’abusatissimo “cosa nostra”. Aderente ad una realtà fatta di decine di omicidi, sintesi di sangue della faida tra ‘ndrine per mettere le mani sugli appalti d’oro dell’autostrada. In numeri, “cosa mia” si riassume in venti milioni di euro, cinque imprese individuali, un immobile, undici appezzamenti di terreno e cinquantadue ‘ndranghetisti, di cui una decina di sesso femminile. Un’operazione di polizia che anticipa un paio di giorni lo scoppio dell’estate. L’afa attesa per giovedì, l’operazione calda, caldissima, che fa scattare le manette nella notte tra lunedì e martedì.

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