E noi ci (ri)mettiamo la faccia…

E noi ci (ri)mettiamo la faccia…

E noi ci (ri)mettiamo la faccia…

di Sandro Maria Velardi*

E’ stato bello, dal punto di vista umano, vedere le facce giovani dei militari che, da un paio di giorni, custodiscono l’edificio della Procura Generale di Reggio Calabria dove io presto servizio.

Certo, questa, ha più l’aria di una missione di pace di quelle che ne hanno solo la denominazione e appaiono più spedizioni “coloniali” sottese ad interessi economici che a missioni umanitarie. Tuttavia, anch’io, come autorevoli commentatori (dal PG Di Landro, al Procuratore Pignatone, dal Procuratore Gratteri per finire ai giornalisti Baldessarro e altri) non posso fare a meno di chiedermi se questo è tutto quello che il Governo, lo Stato, ha creduto di potere e dovere offrire per il “Caso Reggio”, o ancora meglio, per il “Caso Italia”.

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A Teano diamoci la mano

A Teano diamoci una mano per ricostruire l’Unità d’Italia

Dal  23 al 26  Ottobre  ci incontriamo a Teano …

A) Per  ritrovare le ragioni dell’Unità dopo 150 anni !!

B) Per un progetto –Paese condiviso che ci faccia uscire dalla crisi economica, sociale e morale


C) Per un nuovo Patto tra i cittadini italiani che ci permetta di  costruire un’Altra Italia di cui andare orgogliosi.


Il Patto di Teano, in dieci punti,  verrà letto domenica mattina, 24 ottobre  alle ore 10 , accompagnato  e sostenuto da dieci esperienze positive, pratiche virtuose di amministratori locali provenienti da tutta Italia.


All’incontro di Teano parteciperanno sindaci, amministratori locali, docenti e ricercatori universitari , operatori sociali e culturali e semplici cittadini che amano questo paese e  vogliono impedire che cada nel baratro della guerra etnica, dello scontro tra Lega Nord e Partito del Sud.

Manifesto

A TEANO DIAMOCI UNA MANO PER RICOSTRUIRE L’ UNITA’ d’ITALIA

Il 26 Ottobre del 2010 ricorrono i 150 anni dal celebre incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele che segnò il passaggio del Mezzogiorno nel Regno d’Italia , guidato dalla famiglia Savoia. Il dono di Garibaldi al Re piemontese ebbe conseguenze nefaste per il futuro di questo paese.

Fu un dono unilaterale , senza contropartite, che comportò un costo salato per le popolazioni meridionali e ne provocò la rivolta (leggi : brigantaggio), anche per via delle promesse non mantenute e delle aspettative che il movimento garibaldino aveva suscitato. Lo Stato reagì violentemente , trattò il Sud come una colonia, e ne perse la legittimità anche presso i ceti intellettuali che avevano sostenuto il nostro Risorgimento. Iniziò un processo che portò molti intellettuali e politici meridionali a reclamare l’autonomia(federalismo) per il Mezzogiorno, mentre l’apparato produttivo meridionale subiva i contraccolpi dell’unificazione del mercato nazionale e di una politica che guardava prevalentemente alla nascente industria nel nord-ovest.
Oggi, a distanza di un secolo e mezzo , il Mezzogiorno è ritornato ad essere visto come una palla al piede dello sviluppo italiano. Ma i termini politici della questione si sono invertiti. Non è più il Mezzogiorno che reclama autonomia ed indipendenza, bensì è il Nord che vuole uscire dall’Italia. Il rischio di una secessione “dolce “ è rafforzato dalla pesante crisi economica in corso, dalla stessa messa in discussione della UE, da un processo generale di disgregazione sociale. Il pericolo che questo paese si spacchi in tanti statarelli è reale. Tutte le recenti esperienze di secessione, anche pacifica, hanno fatto registrare un regresso per i lavoratori e portato ad esaltare nazionalismi e xenofobie.

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A Teano, 150 anni dopo

A Teano, 150 anni dopo

L’Altritalia si riunisce a Teano, in occasione del 150° anniversario dello storico incontro nella cittadina casertana tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II che ha sancì di fatto la nascita dell’Italia segnando il passaggio del Mezzogiorno nel Regno d’Italia guidato dalla famiglia Savoia.

Un grande incontro nazionale tra amministratori locali, accademici, mondo dell’associazionismo grande e piccolo, operatori culturali e giornalisti che parte dall’Unità d’Italia come valore fondante per «ricostruire una storia ed una memoria condivise e per provare a stabilire un nuovo patto sociale tra gli italiani, tra Nord e Sud, tra le vecchie e le nuove generazioni», dice il Comitato Pro Teano, che ha organizzato la kermesse. Ma a “A Teano diamoci una mano” che si terrà presso l’area fiera del Comune dal 22 al 26 ottobre, non vuole essere una delle tante celebrazioni dell’anniversario dell’Unità d’Italia, ma un evento “storico” per rilanciare dal basso, dall’incontro e dal dialogo, l’Unità delle popolazioni di questo Paese.

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Il perchè della carovana dei Briganti migranti

Il perchè della carovana dei Briganti migranti

Il perchè della carovana dei Briganti Migranti
La Carovana dei Briganti Migranti è fondamentalmente un viaggio. Un viaggio verso Teano, dove dal 23 al 26 ottobre si riunirà l’altra Italia. In quest’altra Italia vogliamo far confluire un altro Sud. Un’altra idea di Sud. Il Sud che ancora non si è arreso e nonostante tutto continua a lottare e a resistere. Il Sud che non dimentica. E che sa perfettamente che la storia si ripete. Anche se cambiano i fattori. Anche se i protagonisti hanno un colore di pelle diverso e una cittadinanza differente.

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Parole-Parole Parole

Parole-Parole Parole

La Conferenza episcopale solidale coi magistrati e dura con la politica

«Calabria giardino o selva?»

I vescovi invitano i mafiosi a convertirsi e la regione ad avere «la libertà di essere se stessa»

 

di ANDREA GUALTIERI

ERA un giardino, la Calabria. Ora, forse, è piuttosto una selva. Monsignor Vittorio Mondello, vescovo di Reggio e presidente dell’assemblea dei vescovi calabresi, usa una metaforaamaraper descrivere quello che definisce «lo scenario così fragile della nostra terra».

Con gli altri componenti della Conferenza episcopale regionale ieri si trovava a Rossano, la città che in occasione dei 1100 anni dalla nascita di San Nilo ha ospitato l’incontro autunnale dei vescovi. Si erano radunati lunedì e ventiquattr’ore dopo è arrivata la notizia della nuova minaccia rivolta al procuratore capo della città dello Stretto. Dai Pastori della Chiesa calabrese è partito un messaggio di solidarietà a Pignatone e «a tutti i magistrati calabresi per il lavoro che svolgono con impegno coraggioso». Ma anche una ferma condanna «di ogni attività criminale» e un invito «a quanti aderiscono alle associazioni mafiose di convertirsi, senza coprire – specifica noi prelati – le azioni criminali con apparenze e segni religiosi».

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