Reggio Calabria, operazione “Reggio Nord”, 14 gli arresti e 9 milioni i beni sequestrati

Reggio Calabria, operazione “Reggio Nord”, 14 gli arresti e 9 milioni i beni sequestrati

 

Reggio Calabria 6 ottobre 2011 – RAPPOCCIO Pasquale e SICLARI Pietro, due tra i più facoltosi e noti imprenditori di Reggio Calabria indagati del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110 c.p., 12 quinquies L. 7 agosto 1992 n. 356 e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203 , perché, in concorso tra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, poste in essere anche in tempi diversi in violazione della medesima disposizione di legge.

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Reggio Calabria, ordigno a palazzo di Giustizia

Reggio Calabria, ordigno a palazzo di Giustizia

Reggio Calabria, ordigno
a palazzo di Giustizia

Una bomba a basso potenziale contro il giudice Lombardo. ennesimo tentativo di intimidazione nella città calabrese

Reggio Calabria, ordigno a palazzo di Giustizia

I rilievi nel parcheggio del Palazzo di Giustizia a Reggio Calabria (ansa)

di GIUSEPPE BALDESSARRO

REGGIO CALABRIA – Hanno piazzato una bomba nei parcheggi del Palazzo di Giustizia. Ci hanno messo accanto la fotografia del Pm della Dda Giuseppe Lombardo. E poi se ne sono andati indisturbati, come se nulla fosse. In pieno giorno (erano da poco passate le 13), nell’edificio più controllato della città. Senza preoccuparsi dei sistemi di video sorveglianza, ne dei militari dell’Esercito che in assetto da guerra presidiano l’intero isolato e le sue vicinanze. L’ordigno, sia pure a basso potenziale, se innescato avrebbe potuto fare danni seri. Anche alla luce del fatto che è stato lasciato in un’area di sosta utilizzata da dipendenti e dal pubblico che ogni giorno si reca in Tribunale. Una sorta di grossa bomba carta, scoperta da un uomo della stessa scorta di Lombardo che stava per entrare in servizio.

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Pale e rastrelli che cercano con insistenza di estirpare il dolore

Pale e  rastrelli che cercano con insistenza di estirpare il dolore

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Arriviamo così a Siderno dove ci aspetta la famiglia Congiusta davanti alla lapide che ricorda le vittime innocenti delle mafie e in particolare Gianluca,nel luogo dove è stato ammazzato il ventiquattro maggio 2005,proprio lì,in mezzo alla strada. Il blocco di pietra grezza della stele avvolge un cuore di marmo bianco che svetta lucente in alto,facendosi spazio emerge dalla pietra che lo soffoca,rompendola lancia un grido di speranza.

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Il boss di Bollate scrive dal carcere e minaccia il leader di «Sos racket»

LA LETTERA AL DIRETTORE DEL PENITENZIARIO

Il boss di Bollate scrive dal carcere
e minaccia il leader di «Sos racket»

Vincenzo Mandalari, capo locale dell’ndrangheta: «La mia immagine è stata infangata». Parte la querela

Vincenzo Mandalari
Vincenzo Mandalari
MILANO – «Sono Mandalari Vincenzo, ho deciso di scriverle in quanto vorrei che lei desse voce al mio stato d’animo, dopo che la mia immagine è stata dipinta in modo scabroso dai giornali, i quali non hanno esitato a raffigurarmi come un boss della ’ndrangheta a capo di chissà quale organizzazione, come ha fatto qualcuno inventandosi storie assurde sul mio conto infamandomi senza avermi mai conosciuto né in bene né in male».

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Mafie in pentola a Locri

Mafie in pentola a Locri

Mafie in pentola a Locri

Domenica 2 ottobre – LOCRI (RC)

Laboratorio sul tema Mafia e Politica – Centro Salesiano – ore 16.00/20.00

“Mafie in pentola”

tour in Calabria teatro civile-gastronomico e laboratori sulla legalità

Cibo, agricoltura biologica, lavoro e consumo consapevole diventano strumenti per combattere quotidianamente la ‘ndrangheta.

Nelle piazze, nei teatri e nelle scuole, da Cosenza a Reggio, un intenso programma pianificato da Libera, con lo spettacolo di Tiziana Di Masi

 

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LA ‘NDRANGHETA SI FA FORTE ANCHE DELLE STRETTE DI MANO di GIUSEPPE PIGNATONE

LA ‘NDRANGHETA SI FA FORTE ANCHE DELLE STRETTE DI MANO

di GIUSEPPE PIGNATONE


Un anno fa, a Reggio, migliaia di persone hanno sfilato per le vie della città esprimendo la loro solidarietà  ai magistrati e alle altre vittime delle violenze e delle minacce gravissime dei mesi precedenti e gridando il loro NO alla ‘ndrangheta; hanno dato così voce e presenza alla stragrande maggioranza dei calabresi e hanno combattuto quello che per Martin Luther King è il maggior pericolo per la democrazia: il silenzio degli onesti.

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Giuseppina Pesce rientra tra i collaboratori.Le ‘ndrine tremano

Giuseppina Pesce rientra tra i collaboratori.Le ‘ndrine tremano

Giuseppina Pesce rientra tra i collaboratori.Le ‘ndrine tremano

Giuseppina Pesce, anello debole della cosca dei Pesce che agisce nella piana di Gioia Tauro, diventa teste chiave in diversi processi d’ndrangeta.

La donna è nata nel 1980 e si è già pentita due volte, attualmente era agli arresti domiciliari per evasione . Giuseppina è figlia del boss detenuto Salvatore Pesce dell’omonima cosca della ‘ndrangheta che insieme ai Bellocco si divide il dominio del territorio di Rosarno.

 

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