VERSO LE ELEZIONI
Inchiesta sui brogli in Calabria
Dell'Utri: "Nessun avviso"
L'inchiesta è condotta dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria su un presunto comitato d'affari che avrebbe contattato molti connazionali all'estero per fargli vendere le schede ancora non votate pervenute loro per posta e ancora da rispedire ai consolati
Reggio Calabria, 11 aprile 2008 –
''Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia'', dell'inchiesta ''ho letto sui giornali'', ''non conosco personalmente Aldo Micchiche' ma l'ho sentito per telefono'' e l'ho messo in contatto con Barbara Contini perche' ''lui si e' offerto di occuparsi dei voti degli italiani all'estero''. Cosi' il senatore Marcello Dell'Utri (Fi) risponde in merito all'inchiesta sui brogli elettorali in cui il suo nome risulterebbe coinvolto. Dell'Utri respinge qualsiasi ipotesi di coinvolgimento in vicende di presunti brogli: ''Stiamo scherzando? Stiamo dando i numeri! Se vogliono sollevare un polverone elettorale, io questo putroppo non lo posso impedire.
Ma – ripete – stiamo dando i numeri''.

''Non è più tempo dei pannicelli caldi nella lotta alla 'ndrangheta''. A sostenerlo è stato il presidente della Commissione parlamentare antimafia Francesco Forgione, capolista al Senato per La Sinistra – L'arcobaleno denunciando, è detto in un comunicato, "le infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione e l'assenza di trasparenza nell'attività di molti consigli comunali".
"Gli ulteriori omicidi che hanno insanguinato la Calabria ci portano a chiedere a quanti hanno polemizzato sulla centralità della lotta alla 'ndrangheta che abbiamo posto con convinzione in questa campagna elettorale che sensazione di se' avrebbe avuto la politica calabrese e che proiezione di sé avrebbe trasmesso se la Commissione antimafia fosse rimasta estranea a questa capacità di analisi prodotta sulla pervicacità e la pericolosità di questa organizzazione criminale con una recrudescenza che da anni non raggiungeva questi livelli".
"Bisogna uscire da questa logica dell'intervento urgente, dell'emergenza. In nome dell'emergenza, in realtà, non si compie la grande operazione politica necessaria per sconfiggere le organizzazioni malavitose, le mafie, le 'ndranghete, le camorre''.
Per combattere la 'ndrangheta "non servono proclami, tanto meno false ed inadeguate strategie di contrasto; occorre agire con decisione, fermezza, capacità investigativa, risorse umane e finanziarie adeguate alla gravità della situazione nonché con norme legislative utili a garantire la certezza dell'espiazione della pena". 



In questi giorni in Calabria alcuni candidati alle elezioni politiche stanno facendo la campagna elettorale all’insegna dell’antimafia, quasi a voler dimostrare che l’emergenza ‘ndrangheta è emersa solo dopo l’approvazione unanime, da parte della Commissione Parlamentare, della relazione su questa organizzazione criminale.