Silvia Fagnani sorrideva in foto con Berlusconi, il presidente del Pdl, il partito che l’aveva fatta diventare consigliere comunale a Sedriano.
E’ lei uno dei personaggi di punta di questa nuova borghesia lombarda legata alla ‘Ndrangheta, capace di condizionare le elezioni e fare affari
alle spalle dei cittadini.
Affari. Donne e «troioni». Le figlie in politica e con un posto assicurato all’Aler, azienda pubblica di residenza popolare. Poi le foto con l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, le Ferrari, i night club, la corruzione e i ricatti alla politica di centrodestra. E quindi le storie di corna e di letto che non possono mai mancare in provincia. Il ritratto degli esponenti della ‘Ndrangheta in Lombardia è quello di un classe dirigente che negli anni ha saputo camuffarsi alla perfezione tra le maglie della buona borghesia di rito ambrosiano. È una classe dirigente cresciuta nel mito del Cavaliere e di Forza Italia, del «non fare della politica una professione»
I colletti bianchi delle cosche calabresi hanno imparato a muoversi con abilità negli anni, hanno saputo scalzare mafia e camorra. Hanno amici in politica o tra chirurghi di fama. Conoscono il codice di diritto commerciale, vantano avvocati e commercialisti di grido, aprono e chiudono aziende in tutte le zone del territorio lombardo. Ci sanno fare. Fanno estorsioni in bar e ristoranti, da Cremona fino a Morbegno, in provincia di Sondrio.
Della banda il personaggio di spicco è Eugenio Costantino detto “l’elegantone” e ritenuto dagli inquirenti personaggio centrale dell’operazione e delle attività della cosca Di Grillo-Mancuso. Costantino è personaggio dai mille volti con interessi che vanno dall’imprenditoria (fino al 2004 è socio accomandante della società La Triade, insieme a Camillo Rende, arrestato e poi condannato a 6 anni e 8 mesi per associazione di stampo mafioso e usura), alla politica, passando per episodi criminali di tipo estorsivo.
Secondo l’antimafia di Milano Costantino partecipa alle attività della cosca «come procacciatore di “affari” e di contatti». È lui che, stando alle indagini, procura il contatto con l’assessore alla Casa di Regione Lombardia Domenico Zambetti, poi coltivandolo nel tempo arrivando alla compravendita di voti per sostenere l’assessore.

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