“Lettera Morta”: sospesi i termini di custodia cautelare

“Lettera Morta”: sospesi i termini di custodia cautelare

“Lettera Morta”: sospesi i termini di custodia cautelare

 

REGGIO CALABRIA. Sospesi i termini di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque imputati sotto giudizio nel processo d’appello scaturito dall’operazione “Lettera morta”. Il provvedimento che riguarda Francesco Costa, 30 anni, di Siderno, Pietro Costa, 59 anni di Siderno, Michele Di Corso, 46 anni, di Lucera in provincia di Foggia, Valentino Di Santo, 34 anni, di Foggia, Cosimo Salvatore Panaia, 40 anni, di Gioiosa Jonica, è stato emesso dai giudici della prima sezione penale della Corte di Appello (Mario Samperi presidente, Giuliana Campagna e Giuseppe Lombardo consiglieri). Il processo, vede sul banco degli imputati undici persone che devono rispondere a vario titolo di associazione mafiosa e di traffico di sostanze stupefacenti.

Continua a leggere

Oppido Mamertina. Assassinato imprenditore edile

Oppido Mamertina. Assassinato imprenditore edile

Oppido Mamertina (Reggio Calabria) 15 settembre 2009. . Un piccolo imprenditore edile, Francesco Feliciano, 48 anni, è stato ucciso stamani a fucilate in una zona periferica del paese. L’uomo, ex sorvegliato speciale, è stato centrato da almeno due colpi di fucile caricato a pallettoni. Feliciano è stato sorpreso mentre si trovava in un terreno confinante con una stalla di proprietà della sua famiglia.

 

Continua a leggere

“Ndrangheta: Operazione “Shark”, 25 gli arresti eseguiti nella Locride, decimato il clan dei Cordì

“Ndrangheta: Operazione “Shark”, 25 gli arresti eseguiti nella Locride, decimato il clan dei Cordì

Locri (Reggio Calabria) 16 settembre 2009.Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Locri e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria, la Squadra Mobile di Reggio Calabria ed il Commissariato della P. di S. di Siderno, hanno dato esecuzione, nel comprensorio della Locride, ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria in conformità ad una richiesta inoltrata da questa D. D. A. vertente, in primo luogo, sul delitto di associazione a delinquere di tipo mafioso (con l’aggravante dell’essere l’associazione armata) finalizzata alla commissione di una pluralità di reati, tra cui rapine, estorsioni, usura, esercizio abusivo del credito, danneggiamenti, detenzione e porto illegale di armi ed altro, composta da una pluralità di appartenenti alla cosca CORDI’ di Locri.

Continua a leggere

Onu: no a respingimenti, stop a discriminazioni

Onu: no a respingimenti, stop a discriminazioni

Onu: no a respingimenti, stop a discriminazioni

GINEVRA –  Attacco dell’Onu alla strategia dei respingimenti di migranti. L’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, denuncia le politiche nei confronti degli immigrati, “abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale”. Mentre la maggioranza respinge le accuse e l’opposizione critica, la Farnesina sottolinea che il richiamo non è rivolto all’Italia. Intanto, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, invita a non aver paura dell’immigrazione.

Continua a leggere

‘NDRANGHETA: SGOMBERATO IMMOBILE CONFISCATO AI CORDÌ NEL ’99

‘NDRANGHETA: SGOMBERATO IMMOBILE CONFISCATO AI CORDÌ NEL ’99

Reggio Calabria 14 settembre 2009. Procedono in misura continua le attività degli uomini della Questura di Reggio Calabria finalizzate a togliere ai capi delle temibili consorterie di ‘ndrangheta la disponibilità dei beni immobili realizzati con il provento di attività criminose e materialmente ancora in mano dei prevenuti senza averne più titolo.

Continua a leggere

Arrestato dopo 8 anni Carmelo Barbaro killer dell’ndrangheta

Arrestato dopo 8 anni Carmelo Barbaro
killer dell’ndrangheta

REGGIO CALABRIA (13 settembre) – È finita dopo otto anni, nello studio di un chirurgo estetico, la latitanza di Carmelo Barbaro, di 61 anni, considerato dagli investigatori uno dei killer della cosca De Stefano-Tegano di Reggio Calabria, il cui nome era inserito nell’elenco dei 30 ricercati più pericolosi d’Italia.

Latitante dal 2001, dopo che una condanna a 22 anni e cinque mesi di reclusione per associazione mafiosa, omicidio ed altro era passata in giudicato, l’uomo è stato indicato da alcuni collaboratori di giustizia come l’esecutore materiale di alcuni degli omicidi commessi nel corso della guerra di mafia a Reggio.

A porre fine alla fuga di Barbaro sono stati i carabinieri del Comando provinciale di Reggio che dopo un anno di pedinamenti a persone ritenute vicine al latitante e di appostamenti, stasera hanno individuato Barbaro nello studio di un chirurgo estetico dove si era recato per farsi cancellare alcuni tatuaggi dal petto.


Continua a leggere

Chi lotta contro la mafia?

Chi lotta contro la mafia?

Cristiano Aldegani, sindaco leghista di Ponteranica, in provincia di Bergamo, ha deciso che la biblioteca comunale non deve essere più dedicata a Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978.


I morti da ricordare devono essere “padani doc”, non siciliani.

La targa con il suo nome è stata rimossa.

Cosa aspetta il ministro Maroni a rimuovere il sindaco?

Da biblioteca “Peppino Impastato” a biblioteca comunale (in attesa di nuova denominazione), ma il sindaco leghista ha annunciato di voler intitolare la struttura a un sacerdote bergamasco (“una personalità locale”) morto nove anni fa. Accade a Ponteranica, comune in provincia di Bergamo. Il neo sindaco, il leghista Cristiano Aldegani, ha fatto rimuovere la targa voluta un anno e mezzo fa dal precedessore di centrosinistra e dedicata al giovane giornalista e politico siciliano ucciso dalla mafia nel 1978. Un’iniziativa che si è ben presto tramutata in un vero e proprio boomerang, suscitando le reazioni scandalizzate delle opposizioni, ma anche di un pezzo di Pdl, dove i mugugni contro le “marachelle della Lega” si stanno ben presto trasformando in vere e proprie prese di distanza “dall’ignoranza politica e istituzionale” degli alleati in camicia verde.

Continua a leggere

Beni per un valore di 55 milioni di euro, sequestrati dalla DIA di Reggio Calabria a Pasquale Inzitari.

Beni per un valore di 55 milioni di euro, sequestrati dalla DIA di Reggio Calabria a Pasquale Inzitari.

Pasquale Inzitari- lnaugurazione “Porto degli Ulivi”

Reggio Calabria, 10 settembre 2009.  Beni per un  valore di  oltre 55 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia di  Reggio Calabria a Pasquale Inzitari,  imprenditore della Piana di Gioia Tauro,  coinvolto nell’operazione “Porto degli Ulivi”  di Rizziconi, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, lo scorso anno.  I militari hanno messo i sigilli a società, aziende, patrimonio personale ma ritenuto strumentale alla criminalità organizzata. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa dal Procuratore di Reggio Calabria, Dott. Giuseppe Pignatone e dal Colonnello Francesco  Falbo.

Continua a leggere

Luigi Ciotti a nome di Libera e Gruppo Abele aderisce all’appello dei Giuristi sulla liberta’ di Stampa

Luigi Ciotti a nome di Libera e Gruppo Abele aderisce all’appello dei Giuristi sulla liberta’ di Stampa

Luigi Ciotti a nome di Libera e Gruppo Abele aderisce all’appello dei Giuristi sulla liberta’ di Stampa


“L’articolo 21 della Costituzione prescrive che tutti abbiano «il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», ma oggi esistono forme di censura più subdole, meno avvertite, di quelle che tradizionalmente caratterizzano i sistemi non democratici.

Continua a leggere

Non rimandateci indietro

Non rimandateci indietro

Non rimandateci indietro

I recenti tragici episodi di migranti morti o lasciati morire a pochi chilometri delle nostre coste impongono una riflessione alla società civile. Non si tratta di tragiche fatalità. Al cinismo dei mercanti di uomini si è aggiunta l’indifferenza o la paura di intervenire di chiunque avvisti un natante in difficoltà. Il soccorso in mare si è ormai trasformato da dovere a fonte di guai. Le imbarcazioni che avvistano natanti in difficoltà sono trattenute dall’intervenire dal timore di un rallentamento nel loro lavoro o, peggio, di una incriminazione per favoreggiamento di reato, quello di immigrazione clandestina. Il caso recente della nave con capitano turco, impedita per cinque giorni dall’avvicinarsi alle coste maltesi o italiane dopo aver soccorso e preso a bordo un gruppo di naufraghi, avrà certo scoraggiato i più dall’intervenire in soccorso  di natanti in difficoltà. Le cifre delle morti in mare sono così imponenti da chiedersi se non vi sia una responsabilità oggettiva delle leggi che, nell’intento primario di scoraggiare l’immigrazione clandestina, hanno reso troppo oneroso e al limite dell’eroismo esercitare l’elementare dovere del soccorso dei naufraghi o dei natanti in difficoltà.

 

Continua a leggere