Reggio – In libertà il boss De Stefano. Ha goduto della liberazione anticipata –

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De_Stefano

di Angela Panzera – Ha lasciato il carcere Paolo Rosario De Stefano. Ha finito di scontare la sua condanna per associazione mafiosa e da qualche giorno è rientrato a Reggio Calabria.

Finisce quindi di pagare il conto con la giustizia il “reggente”, cosi come ritenuto da diversi uffici di Procura, della cosca di Archi ossia da quando il cugino Peppe- condannato recentemente a 27 anni di carcere in primo grado nell’ambito del processo Meta- venne arrestato nel dicembre del 2008. Gli uomini della Squadra Mobile della Questura reggina non impiegarono molto tempo a scovare anche lui. Gli agenti,coordinati dall’allora Capo della Mobile Renato Cortese e dal vice questore aggiunto Fabio Catalano – che allora guidava la Castturandi e adesso ricopre il ruolo di vice capo della Mobile – , lo arrestarono il 18 agosto del 2009 in provincia di Messina precisamente a Sant’Alessio Siculo. Aveva affittato una villetta in riva al mare e lì aveva deciso di trascorrere la latitanza durante il periodo estivo. Era da quasi 4 anni che la Polizia gli stava col fiato sul collo e monitorando i familiari gli agenti sono riusciti a catturarlo. In particolare gli investigatori seguirono la moglie che insieme ai tre figli, si era allontanata dal quartiere Archi, alla periferia Nord di Reggio Calabria e storico quartiere della cosca, per raggiungere il marito nel suo rifugio ubicato a pochi chilometri da Taormina. Il suo arresto all’epoca fu definito come un “durissimo colpo alla ‘ndrangheta” in quanto il suo nome era inserito all’interno dell’elenco dei trenta ricercati italiani più pericolosi. Condannato definitamente a otto anni di carcere per associazione mafiosa Paolo Rosario De Stefano era ritenuto il “reggente”, e l’ultimo dei latitanti, della cosca De Stefano che assieme ai Libri si contrappose agli Imerti-Condello. Una lunga faida iniziata negli anni Ottanta in cui morirono centina e centina di persone. Reggio era un vero e proprio lago di sangue. Nella guerra morì anche il capo storico della cosca, Paolo De Stefano; meno di dieci anni dopo l’attentato in cui perse la vita il fratello Giorgio nel novembre del 1977 in località “Acqua del Gallo”, nel comune di Santo Stefano d’Aspromonte. Paolo Rosario quindi fu l’ultimo della ‘ndrina ad essere catturato. Nonostante sia stato recluso per diverso tempo al regime di 41bis, ossia il carcere duro, quello destinato ai capimafia più pericolosi, Paolo Rosario De Stefano comunque ha deciso di intraprendere un percorso, tra l’altro molto proficuo, di studio; nello specifico si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Ed è grazie a questo suo percorso che è stato uno dei pochi detenuti a godere della liberazione anticipata, proprio in virtù dei suoi successi universitari. Al momento ha sostenuto 14 esami. Il suo libretto è pieno di trenta e trenta e lode. Adesso quindi Paolo Rosario De Stefano, assistito dal legale Marco Maviglia, è un uomo libero; ha “saldato” il suo debito con la legge.

fonte: strill