«Pista passionale senza prove»
Rocco Romeo ha ripercorso tutta l’attività investigativa sull’omicidio
CALABRIA –
«Abbiamo espletato tutti gli accertamenti sul possibile movente passionale e su altre piste senza però approdare a nulla».
Sito Ufficiale Associazione Gianluca Congiusta onlus
CALABRIA –
«Abbiamo espletato tutti gli accertamenti sul possibile movente passionale e su altre piste senza però approdare a nulla».
È il commissario di Siderno Rocco Romeo il primo dei testimoni chiamati ad apportare nuovi elementi istruttori al processo d’appello bis per l’omicidio Congiusta, il procedimento che l’anno scorso aveva identificato nel boss Tommaso Costa il mandante dell’omicidio del giovane imprenditore sidernese, ma che la Cassazione ha rinviato all’esame di una nuova Corte d’assise d’appello.
OPPIDO MAMERTINA (Reggio Calabria) – Ci sono i preti che lottano contro la ‘ndrangheta e ci sono quelli che davanti ai boss ancora s’inchinano e fanno inchinare pure i santi in processione. E successo ancora, è successo in Calabria, dove Papa Francesco solo due settimane addietro aveva tuonato contro i mafiosi scomunicandoli pubblicamente, davanti a 200 mila persone che erano andati ad ascoltarlo a Rossano.
Antonio Scarfò
LOCRI – L’imprenditore Antonio Scarfò, ex suocero di Gianluca Congiusta, non poteva non sapere delle lettera estorsiva, indirizzata a lui, spedita da Tommaso Costa, lettera che sostanzialmente è alla base dell’omicidio di Gianluca Congiusta, assassinato il 24 maggio del 2005.
Mons. Francesco Oliva
di Domenico Logozzo *
“La scomunica della ‘ndrangheta è una “novità” che non può non avere conseguenze concrete”. Mons. Francesco Oliva, che da fine luglio sarà il nuovo vescovo di Locri, è stato molto diretto, senza ambiguità, nel commentare le parole di Papa Francesco all’indomani della “scomunica” ai mafiosi.
di Angela Panzera
Ripartito in Corte d’Assise d’Appello a Reggio Calabria il processo per l’omicidio di Gianluca Congiusta, ucciso a Siderno il 24 maggio del 2005. Come disposto dalla Cassazione, la Corte dovrà tornare a giudicare le responsabilità di Tommaso Costa, in precedenza condannato all’ergastolo come responsabile del delitto.
“Una dichiarazione storica. Da tanto tempo aspettavamo che un Papa pronunciasse queste parole’’. Nicola Gratteri, procuratore aggiunto presso il tribunale di Reggio Calabria, commenta così all’Adnkronos le durissime parole di Papa Francesco contro la ‘ndrangheta, definita ‘adorazione del male’ e contro i mafiosi che ‘non sono in comunione con Dio e sono scomunicati’.
Papa Francesco celebra la messa nella Piana di Sibari davanti a 250mila i fedeli e lancia il suo anatema contro i mafiosi. “La ‘ndrangheta – dice il Papa parlando a braccio – è adorazione del male, i mafiosi non sono in comunione con Dio sono scomunicati”. Quindi rivolgendosi ai tanti giovani che sono venuti ad incontrarlo a Cassano, in Calabria, li esorta: “Voi, cari giovani, non lasciatevi rubare la speranza! Adorando Gesù nei vostri cuori e rimanendo uniti a Lui saprete opporvi al male, alle ingiustizie, alla violenza con la forza del bene, del vero e del bello”.
Niente sconti, neanche alla svolta di Papa Francesco. E’ il solito Gratteri quello che si è presentato sul palco di Trame, a Lamezia, per discutere del suo ultimo libro “La chiesa e la ‘ndrangheta. Storia di potere, silenzi ed assoluzioni”.