Le “amicizie” prima del delitto del 31 maggio 2005
«Curciarello e Salerno erano in buoni rapporti»

Sito Ufficiale Associazione Gianluca Congiusta onlus
Le “amicizie” prima del delitto del 31 maggio 2005
«Curciarello e Salerno erano in buoni rapporti»


Sulle cosche di Locri e Siderno piombano le dichiarazioni del pentito Domenico Oppedisano
La pace siglata a casa di don Pepè
Incontro tra Attilio Cordì e il boss storico. Salvatore Cordì uccise Giuseppe Cataldo


Il governo e l’Europa
Il sistema Italia sotto la lente del Consiglio d’Europa

24 giugno 2010
Sergio Sergi
In Italia i “continui attacchi del governo Berlusconi contro l’autorità giudiziaria mettono in pericolo il principio della separazione dei poteri e dell’indipendenza del sistema giudiziario”. Passato praticamente inosservato, questo giudizio è contenuto in una risoluzione approvata mercoledì dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, riunita nella sessione estiva. Ora, forse è l’abitudine, o addirittura l’apatia, o come dice Bersani il “conformismo” dilagante, fatto sta che questa notiziola, presente in un atto ufficiale di un organismo che rappresenta i cittadini di ben 52 Stati (Russia dell’amico Putin compresa) è sfuggita, diciamo, ai mezzi d’informazione.

IN CARCERE L’AMICO DEI COSTA
Dalle indagini emergono i collegamenti tra il gruppo di Soverato e la cosca di Siderno

Da sinistra Vittorio Sia, Bayan Khaled, Tommaso Costa, Maurizio Tripodi




REGGIO CALABRIA – Operazione della Guardia di finanza per l’arresto di sedici narcotrafficanti collegati, secondo l’accusa, con la famiglia di ‘ndrangheta dei Barbaro di Plati’ (Reggio Calabria) e di Latorre di Mondragone, (Caserta), collegati ai Casalesi. I militari del nucleo di polizia tributaria con l’aiuto della polizia olandese stanno anche arrestando, in Olanda, quattro broker internazionali del narcotraffico.

Crotone, iniziata mietitura
su terreni confiscati alla ‘ndrangheta
Ad Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese è partita la mietitura sui terreni dei clan confiscati e assegnati all’associazione Libera

21/06/2010 Nei giorni scorsi don Ciotti aveva denunciato che nessuno si era reso disponibile ad effettuare la trebbiatura su quei terreni, ma oggi i lavori sui terreni dei clan confiscati e assegnati all’associazione Libera sono iniziati:

Berlusconi: “Siamo tutti spiati”
Il premier dà “i numeri”all’assembela di Confcommercio. Ma l’Anm non ci sta e controbatte. Mentre Bossi apre a possibili modifiche del ddl. Bersani risponde: “Quella del premier è un’idea di terrorismo ad personam che lascia il tempo che trova”

Giudice in composizione collegiale, limitazione delle intercettazioni, ridimensionamento dell’uso delle ambientali. Bisogna leggere il provvedimento, approvato dal Senato, per capire lo scempio e il colpo durissimo che il governo e la maggioranza hanno inferto alla lotta alla mafia e al crimine diffuso. E i numeri dei latitanti arrestati non bastano più per giustificare un provvedimento che fa cadere la maschera a questo esecutivo che, nei fatti, aiuta il crimine organizzato riducendo gli strumenti a disposizione dei magistrati. Nicola Gratteri conosce bene la ‘ndrangheta, la combatte da anni, la mafia calabrese ha più volte progettato di ammazzarlo. Prima di fare una legge porcata, come questa, che disciplina materie delicatissime bisognerebbe ascoltare chi quotidianamente combatte il crimine. Ma i suggerimenti, gli appelli, le richieste di modifica sono cadute miseramente nel vuoto. Abbiamo raggiunto Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, al telefono. L’amarezza di un giusto, la frustrazione degli onesti. Gratteri non vuole sentire parlare dei successi contro le mafie, rivendicati dal governo. “ Mi deve spiegare lei, l’intervento del ministro della giustizia e dell’interno per favorire l’arresto dei latitanti. Mi dice una cosa che hanno fatto concretamente? Cosa hanno modificato dal punto di vista degli uomini a disposizione, dal punto di vista normativo? Nulla. E’ frutto del lavoro, il sudore esclusivo di chi fa polizia giudiziaria, anche oltre le ore di lavoro previste, sapendo che le ore straordinarie saranno pagate solo in parte”.
Presentato il libro “Avamposto nella Calabria dei giornalisti infami”
Scritto da Barbara Panetta
LOCRI – L’argomento non è il solito. Ed i protagonisti non sono poi così scontati. Operatori dell’informazione li chiamano alcuni. Semplicemente infami altri. Loro sono orgogliosi di essere l’uno e l’altro…
L’occasione è la presentazione nazionale del libro di Roberta Mani e Roberto Rossi – lei milanese, lui siciliano di Catania – Avamposto nella Calabria dei giornalisti infami. “Non un libro auto-celebrativo della categoria” precisa Gianluca Albanese nell’introdurre il dibattito, ma un testo che racconta la passione dei giornalisti calabresi che “rischiano la vita, spesso senza essere ripagati”, chiarisce Mario Congiusta.
La sala di Palazzo Nieddu accoglie – insieme al pubblico – i due autori, i giornalisti Michele Inserra, Michele Albanese e Gianluca Albanese e i protagonisti di due importanti contributi al libro, Mario Congiusta e Doris Lo Moro.