Amore e coraggio non si possono estirpare. L’imprenditore sociale Michele Luccisano vittima di una nuova intimidazione. Provato per il taglio di 400 piante, ma non si arrende.
Michele promuove i prodotti di Calabria solidale
Pubblicato il 9 giugno 2015
di Luca Assumma –
Purtroppo, le radici di quattrocento piantine di melograno sono state vilmente estirpate dal terreno che a Cittanova Michele Luccisano coltiva con amore e coraggio. Amore per la natura e per la propria terra, coraggio contro l’arroganza e la ndrangheta.
Ma altre “radici” di Michele, quelle personali che affondano nel terreno della giustizia, della libertà e dell’attaccamento alla propria Calabria, fortunatamente, sono difficili da sradicare. Restano ben salde, nonostante i continui soprusi di prepotenti criminali. Certo, Michele, anima di “Calabria Solidale”, rete di produttori che promuovono i principi di legalità, trasparenza, solidarietà, rispetto del lavoro, tutela dell’ambiente e del territorio, è provato dall’ennesima intimidazione, l’ottava per l’esattezza. E, come lui, lo sono pure i suoi cari. «La storia si ripete. Dopo ogni condanna nei confronti di chi ho denunciato, arriva l’intimidazione. Questa è l’ottava. Io e la mia famiglia siamo angosciati. Lavoriamo sodo e con passione, ci rompiamo la schiena e puntualmente vediamo i nostri sacrifici e i nostri valori sviliti. Riprendere daccapo è deprimente» sono le parole dell’imprenditore sociale affidate telefonicamente a “Trame solidali”. Parole, queste di un Michele dallo stato d’animo a dir poco inquieto, che tradiscono amarezza. Ed altre indignazione: «Tutte le parole sono state dette, le chiacchiere stanno a zero. Compiamo i nostri doveri e chiediamo il rispetto dei nostri diritti, ma ci sentiamo soli. Le istituzioni fanno nulla, non troviamo interlocutori credibili ai quali rivolgerci. Questo è l’ennesimo danno che subiamo, ma l’aspetto economico non è importante. Invece, lo è quello morale di ritrovarci periodicamente in queste situazioni. E sempre soli». Ma Michele Luccisano, nonostante tutto, vuole continuare a far crescere piante, sbocciare fiori e far maturare frutti, sia materialmente, come fa nella sua terra che coltiva con passione, sia simbolicamente, continuando il suo impegno personale e con “Calabria Solidale” contro la ndrangheta e in favore dell’economia e della cultura calabrese. Insomma per una Calabria più giusta e più bella. «Non molliamo contro i soprusi. Resistiamo, nonostante sia l’ottava volta che ci colpiscono. Otto attacchi avrebbero ammazzato chiunque, ma noi siamo ancora qui e non arretriamo. Anzi, andiamo avanti» è il pensiero finale di un Michele che va plaudito per i suoi valori e la sua appassionata e coraggiosa azione, ma, soprattutto, non lasciato solo dalla gente di buona volontà e, specialmente, dalle istituzioni.