Universita’ Messina: ‘ndrangheta condizionava esami, 4 arresti

Print Friendly, PDF & Email

Universita’ Messina: ‘ndrangheta condizionava esami, 4 arresti

(AGI) – Messina, 6 lug. – La ‘ndrangheta condizionava esami all’universita’ di Messina, corrompendo o in altri casi intimidendo i professori, secondo quanto ricostruisce un’indagine dela Dda che ha portato all’arresto di quattro persone.

Si tratta del docente della facolta di Economia Marcello Caratozzolo e dell’ex consigliere provinciale Santo Galati Rando, entrambi posti ai domiciliari, e di Domenico Montagnese, in passato coinvolto nell’inchiesta sull’omicidio del professore universtario Matteo Bottari, e Salvatore D’Arrigo, condotti in carcere. Nei confronti di altri due indagati e’ stato emesso un provvedimento di obbligo di dimora.
  Un filone d’indagine riguarda l’ipotesi di voto di scambio per Galati Rando, che avrebbe avuto appoggi elettorali della ‘ndrangheta in occasione di una sua candidatura alle regionali.
  Le accuse contestate a vario titolo sono associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso (per Montagnese) finalizzata alla corruzione, al traffico illecito di influenze, al millantato credito, al voto di scambio e ad altri delitti con la pubblica amministrazione. D’Arrigo e’ stato arrestato a Brescia, dove si era trasferito.
  Montagnese viene indicato come il tramite con la ‘ndrangheta. L’indagine era stata avviata nel luglio dell’anno scorso, alla vigilia degli esami di ammissione alle varie facolta’ dell’universita’ di Messina. Nelle intercettazioni, l’uomo e’ stato ascoltato dagli inquirenti illustrare i suoi metodi: “Se tu ti vuoi prendere gli esami senza fare un c… E senza problemi, allora bisogna andare praticamente a minacciare. Non c’e’ niente da fare e’ cosi’. E’ questo il sistema”. Montagnese affermava poi che un’altra possibilita’ era quella di sfruttare il professore Marcello Caratozzolo: “Caratozzolo va’ e dice: ‘questo e’ un amico… vediamo che possiamo fare…” Il filone del voto di scambio riguarda invece Galati Rando, che secondo l’accusa, per la sua candidatura alle regionali dell’ottobre scorso, comunque senza successo, avrebbe barattato le preferenze con idoneita’ scolastiche nelle scuole private riconducibili a suoi parenti.
  L’indagine e’ stata coordinata dal procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita, e dal sostituto Liliana Todaro.
  (AGI) .