Il conto in sospeso di Scilipoti

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Politica

Il conto in sospeso di Scilipoti

Un albergatore di Fiuggi avanza ancora 9000 euro dal candidato al Senato con il Pdl in Calabria per un convegno organizzato nel novembre 2012

Domenico Scilipoti

LAMEZIA TERME Nemmeno il tempo di metabolizzare la candidatura al Senato in Calabria (sarà al numero sei per volere di Silvio Berlusconi) nella lista Pdl, che per l’ex dipietrista Domenico Scilipoti arriva una brutta gatta da pelare.

Arriva precisamente da Fiuggi dove i vertici della struttura alberghiera “Grand Hotel Palazzo della Fonte” denunciano che il deputato deve saldare un conto da poco meno di diecimila euro. Spieghiamo bene di cosa stiamo parlando: il 10 novembre dello scorso anno il “Movimento di Responsabilità Nazionale” guidato proprio da Scilipoti organizza nella cittadina laziale la prima convention dei giovani del partito. È sabato e l’occasione è propizia per radunare un bel po’ di giovani. La sessione di dibattiti, durata un intero pomeriggio, viene aperta e chiusa dallo stesso Scilipoti. A seguire la cena e il pernottamento per coloro che erano giunti da lontano. Tutto a spese del movimento, ovviamente. D’altronde, Scilipoti (che salvò il governo del Cavaliere alla Camera votando la fiducia in una concitatissima giornata del dicembre 2010) conosce bene il periodo di crisi e mai si sognerebbe di far scucire dei soldi a dei giovani suoi sostenitori. I problemi sorgono, però, quando si tratta di saldare il conto. «Dopo aver versato una caparra da mille euro al momento della prenotazione – è stata la spiegazione fornita dal titolare dell’albergo Giorgio Paolini –, sono rimasti da pagare altri 8690 euro». A dire la verità, il professore Armando Wood, segretario organizzativo del Movimento di Responsabilità Nazionale, prima di lasciare Fiuggi consegnò un assegno ai responsabili dell’hotel. Ma l’amara sorpresa arriva quando il titolo di credito viene versato in banca. «Ci viene detto – denuncia ancora Paolini – che la firma in calce all’assegno è illeggibile e non corrispondente a un conto corrente attivo». Dopo lo stupore iniziale, i responsabili amministrativi della struttura alberghiera hanno provato in tutti i modi a mettersi in contatto con i loro pari grado del partito di Scilipoti. Ma dei soldi reclamati, almeno fino al momento, non c’è traccia. E così, all’imprenditore alberghiero, non è rimasto altro che affidarsi a un legale per vedere riconosciuto quanto gli spetta.

pa. po.

fonte: Corriere della Calabria