Da tutta Italia per sostenere la legalità
Maurizio Zavaglia
Castelfranco Emilia, in Provincia di Modena. In questa comunità la partecipazione al campo è stata promossa dalle parrocchie Manzolino e Cavazzona, “come proposta educativa nuova, legata alla consapevolezza della cittadinanza e della legalità”, per come ci riferisce l’animatrice Rita Bovo.
Dello stesso gruppo di Castelfranco sono la persona più adulta, il sessantacinquenne Mario Bovo e la più giovane, la sedicenne Giulia Cavallotti che si augura di vivere “un momento di crescita individuale e collettiva”.
L’ iniziativa è stata presentata nella sala del Consiglio comunale, con il sindaco Mario Mazza a fare da padrone di casa e con la presenza degli organizzatori Giuseppe Ritorto, Francesco Rigitano e Mario Congiusta. Il primo cittadino, nel porgere il benvenuto ai volontari, ha ripercorso quanto fatto in questi anni sul tema dei beni confiscati, ricordando anche il terreno assegnato alla stessa associazione Don Milani sul quale si sono svolti i campi dello scorso anno (e sul quale Rigitano ha annunciato che sorgerà una casa di riposo per anziani).
Quest’anno, invece, il luogo “simbolo” individuato per lo svolgimento del campo è una villetta situata in località Giardini, che avrà come destinazione definitiva “sede di associazione sociali ed alloggi per categorie svantaggiate”.
La giornata tipo dei volontari rispecchia, con variabili locali, l’impostazione data a livello nazionale per tutti i campi promossi da Libera (che quest’anno sono complessivamente trenta, con la novità di sedi anche nel nord Italia) e per come illustrato da Giuseppe Ritorto: di mattina lavoro di sistemazione del bene confiscato, di pomeriggio formazione sui temi della legalità e dell’antimafia sociale, sera aggregazione, incontri con la comunità locale e scambi culturali.
Nello specifico, il programma per i volontari arrivati a Gioiosa prevede, oltre il lavoro sul bene confiscato in loco, una giornata di impegno nella tinteggiatura della farmacia del sindaco di Monasterace, Maria Lanzetta e la camminata lungo “i sentieri della memoria” fino alla cima di Pietra Cappa, nel cuore dell’Aspromonte, dove furono trovati i resti del corpo di Lollò Cartisano, fotografo vittima della ‘ndrangheta.
Durante il campo di volontariato sono previsti pure incontri con Stefano Dodaro, dirigente del commissariato di polizia di Siderno e con familiari delle vittime di mafia.