La “mala pianta” della ‘ndrangheta: come difendersi e combatterla
Napoli: «Sono vestiti di perbenismo e titoli accademici e ormai infestano le istituzioni»
Stefania Parrone
ROCCELLA
Il tema della cultura nella lotta alle mafie come ingrediente fondamentale per far lievitare una nuova visione a favore della legalità, improntata sia sul ruolo della scuola nella formazione dei giovani, sia sullo spirito di cooperazione mirato alla valorizzazione e sviluppo del territorio anche ai fini occupazionali. Questo il filo conduttore di un partecipato forum sulla mafia destinato agli studenti delle scuole superiori, ospitato all’ex convento dei Minimi di Roccella, dal titolo “Tra storia e leggenda, la mala pianta che ha infestato il mondo. Quale cultura per sradicarla?”.
L’iniziativa è stata promossa dall’associazione “Roccella in movimento” con il patrocinio della Provincia e la collaborazione dell’emittente “Telemia”, che ha trasmesso in streaming l’incontro, offrendo il servizio di collegamento Skype in videoconferenza con le scuole del comprensorio. Per l’occasione è stata esposta anche l’originale opera d’arte di denuncia il “Pilastro”, realizzata da Francesco Misuraca, che raffigura il ritrovamento di un cadavere occultato nel pilastro di una costruzione.
In sala erano presenti gli allievi dell’Isit “Maiorana” e del liceo scientifico “Mazzone”, oltre a cittadini e autorità (alcune delle quali sono anche intervenute) tra cui il capitano della Compagnia carabinieri di Roccella, Marco Comparato, affiancato dal maresciallo capo della locale stazione Francesco Nanni, i marescialli dell’Ufficio circondariale marittimo Giancola e Buongiorno, il consigliere provinciale del Pdci, Pino Mazzaferro, il presidente del consiglio comunale Pasquale Vozzo, il parroco don Giuseppe Raco.
Il forum, moderato brillantemente dal giornalista Enzo Romeo, è stato introdotto dalla presidente di “Roccella in Movimento” Stefania Farina, che ha posto l’accento sulla «collaborazione per promuovere una cultura che punti alla legalità e alla progettualità», ed ha proposto al Comune di «intitolare una strada cittadina alle vittime delle mafia».
Dopo la proiezione di un video realizzato dai soci dell’associazione, che ha ripercorso i momenti salienti dello sviluppo delle mafie, offrendo spunti ai lavori del forum, è intervenuto l’assessore provinciale alla Difesa della legalità e sindaco di Polistena Michelangelo Tripodi che ha sostenuto «la riscoperta dei saperi, dei valori e di una calabresità sana rispetto a quella offuscata oggi dalla presenza della ‘ndrangheta», come strumenti per sconfiggere la sottocultura dell’illegalità. Ha sottolineato pure la necessità che «lo Stato e la società si rinnovino nella lotta alla mafia con strumenti adeguati all’evoluzione del fenomeno».
L’On. Angela Napoli
L’on. Angela Napoli, membro della Commissione parlamentare antimafia, ha offerto un’ampia disamina sul nuovo volto assunto dalla ‘ndrangheta che «si è vestita di perbenismo e di titoli accademici, penetrando anche nelle istituzioni» ed ha invitato i giovani a riflettere sull’importanza della meritocrazia per affermarsi nella società non dimenticando il richiamo a «fare sempre il proprio dovere».
Sulla stessa lunghezza d’onda il dirigente scolastico del “Maiorana” Vito Pirruccio, convinto dell’esigenza di «risvegliare la cultura del dovere e dei comportamenti educativi per arginare la deriva dei valori».
Mario Congiusta
Mario Congiusta, in rappresentanza di “Libera”, ha spostato l’analisi sulle «responsabilità degli adulti» nella lotta alla mafia, invitando poi i giovani a «smitizzare le associazioni criminali che di onorabilità non hanno nulla: sono solo portatrici di dolore e morte per le famiglie delle vittime e anche per le proprie».