Le mani di Reggio su l’Aquila

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Il controllo dell’economia dei Borghetto-Zindato-Caridi esteso dalla città dello Stretto all’Abruzzo
Le mani di Reggio sull’Aquila

Scacco alle cosche che fiutarono l’affare-ricostruzione all’Aquila

Dopo il sisma appalti ghiotti
Santo Caridi fiutò l’affare dei lavori per il terremoto e agganciò un imprenditore edile all’Aquila


di MICHELE INSERRA

REGGIO CALABRIA -Il terremoto in Abruzzo dell’aprile 2009 era visto come una sorta di provvidenza dalle cosche reggine.

La tragedia che viveva la popolazione aveva fatto emergere il fiuto per l’affare.
La scossa principale, di 5,8 gradi della scala Richter, si era registrata attorno alle 3,30. L’epicentro era stato individuato a una decina di chilometri dall’Aquila. Il sisma era stato avvertito in tutto il centro- sud d’Italia, dalla Romagna a Napoli. Oltre ai morti e ai dispersi, i feriti furono circa 1.500 e almeno 70mila gli sfollati, intere famiglie costrette ad allontanarsi dalle proprie abitazioni.

Una prima stima parlò di 10-15 mila edifici danneggiati con pesanti danni al patrimonio storico e artistico della regione.
Numeri impressionanti che hanno fatto gola alle cosche reggine.

Chi fiuta l’affare è Santo Caridi che per raggiungere l’obiettivo “appalti” si avvale dell’apporto di un commercialista reggino, Carmelo Gattuso, che risulta assumere di fatto il ruolo di prestanome nell’ambito di società attive nel territorio aquilano per conto dello stesso Caridi. Quest’ultimo in passato era stato già arrestato per associazione mafiosa (Operazione Wood) nel 1999. Il punto principale dell’attività investigativa della
polizia di Reggio Calabria si focalizza nel corso del mese di gennaio 2010. Da questo momento Santo
Caridi inizia ad intrattenere rapporti di lavoro con il costruttore edile aquilano Stefano Biasini.Caridi
interpellò Gattuso per preparare un piano sicurezza per l’imminente apertura di un cantiere:
“Sentite volevo farvi due domande… allora per il piano sicurezza… di che cosa avete bisogno? Lopotete fare voi là? Per un’apertura di un cantiere?…Dobbiamo fare il piano…vedete che mi servono i nominativi di tutti i dipendenti perché dobbiamo fargli fare il corso… ponteggi, sicurezza, antincendio, primo soccorso, dobbiamo
fare tutti i corsi…visura camerale, sì dei dipendenti, del direttore tecnico”.
E specificava che quanto richiesto necessitava per le imprese di Stefano Biasini e di PasqualeGiuseppe Latella. La richiesta di preparare il piano sicurezza per le due imprese edili, sollecitata da Caridi, faceva emergere il diretto interesse dell’uomo verso le stesse.
Una circostanza questa che veniva confermata da una serie di altre conversazioni registrate nel prosieguo dell’attività investigativa degli agenti della squadra mobile.
Caridi parte a tutta birra. E si adopera per trovare una casa all’Aquila per alloggiare gli operai.
La ricostruzione post terremoto non ammetteva altre perdite di tempo.