Corruzione, Italia al 67° posto Meglio di noi anche il Ruanda

Print Friendly, PDF & Email

Corruzione, Italia al 67° posto Meglio di noi anche il Ruanda

Il Belpaese perde posizioni nella classifica stilata ogni anno dall’ong Transparency International. Nel 2009 era 63/ma, nel 2008 55/ma. In testa a pari merito Danimarca, Nuova Zelanda e Singapore

Peggio di così ci fu solo il dato del 1997, quando il punteggio era pari a 5,03.  Nella classifica mondiale della “percezione della corruzione” stilata dal network globale “Transparency International” e diffusa ieri a Berlino, l’Italia – con il suo 3,9 – ricopre il 67esimo posto, collocandosi tra il Ruanda (4 punti) e la Georgia (3,8). Gli Stati più virtuosi tra i 178 esaminati risultano essere, ex aequo, Danimarca, Nuova Zelanda e Singapore, con il 9,3 di punteggio; la maglia nera spetta invece alla Somalia, con un punteggio pari a 1,1.

Lo strumento utilizzato dal “TI” è denominato “Corruption Perceptions Index” ed è considerata la misura più credibile al mondo per misurare la corruzione nel settore pubblico: sulla determinazione del punteggio influiscono, oltre al reato di corruzione in senso stretto, tutte le questioni inerenti al malgoverno della cosa pubblica che si manifestano sia a livello nazionale ma soprattutto nei territori regionali. Ad ogni Paese viene assegnato un punteggio da zero a dieci (dove zero indica livelli indicati di corruzione e 10 bassi): si tratta di una funzione “indicativa” e non “classificatoria” in quanto restituisce la percezione della corruzione che hanno manager, imprenditori, uomini d’affari e analisti politici su un Paese, basandosi sul loro vissuto personale o sulle notizie attinte dai media. Una percezione che tuttavia può essere determinante nel momento in cui si devono individuare degli Stati nei quali investire.

La situazione dell’Italia è peggiorata rispetto sia al 2009 sia al 2008 (quando i punteggi erano rispettivamente di 4,3 e 4,8), numeri che avevano fatto collocare il Belpaese rispettivamente alla 63esima e alla 55esima posizione. La sezione italiana dell’organizzazione “Transparency International”, alla quale aderiscono oltre 90 associazioni, in una nota ha così commentato la notizia: “Si tratta di un risultato che non sorprende più di tanto, in considerazione di un anno caratterizzato dal riemergere di fatti corruttivi, o sospettati tali, a vari livello di governo e che ha visto coinvolti sia funzionari sia esponenti politici appartenenti ad ogni schieramento”.

Transparency International – Indice sulla corruzione 2010

Di seguito i Paesi in cima alla classifica e quelli in fondo:

1. ex aequo: Danimarca, Nuova Zelanda, Singapore: 9,3
4. ex aequo: Finlandia e Svezia: 9,2
6. Canada 8,9
7. Olanda 8,8
8. ex aequo Australia e Svizzera: 8,7
10. Norvegia 8,6
11. ex aequo Islandae Lussemburgo: 8,5
13. Hong Kong 8,4
14. Irlanda 8,0
15. ex aequo Austria e Germania: 7,9

164. ex aequo Repubblica Democratica del Congo, Guinea, Kyrgyzstan, Venezuela: 2,0
168. ex aequo Angola e Guinea Equatoriale: 1,9
170. Burundi 1,8
171. Chad 1,7
172. ex aequo Sudan, Turkmenistan, Uzbekistan: 1,6
175. Iraq 1,5
176. ex aequo Afghanistan e Birmania: 1,4
178. Somalia 1,1