Delitto Congiusta,nell’udienza dell’11 ottobre il collaboratore di giustizia fratellastro di Cordì
Oppedisano sarà sentito in aula
Respinte tutte le richiestedegli avvocati della difesa
di Pasquale Violi
Locri. Il pentito Domenico Oppedisano verrà sentito in aula il prossimo 11 ottobre.
Domenico Oppedisano
Lo ha stabilito la Corte d’Assise di Locri che ha accolto le richieste del pubblico ministero Antonio De Bernardo. Oppedisano, fratellastro del boss Salvatore Cordì,assassinato a Siderno il 31 maggio del 2005, ha deciso di collaborare nell’aprile del 2010, quando si presentò alla polizia di Campobasso sostenendo di avere interessanti informazioni per la Dda di Reggio Calabria.
E i magistrati reggini sentirono per la prima volta Oppedisano il 6 maggio scorso, un’audizione fiume in cui il collaboratore disse di avere elementi utili sull’omicidio di Gianluca Con giusta. Il pentito ha parlato di una lite, a pochi giorni dall’omicidio tra il giovane imprenditore e Giuseppe Curciarello, ma sembra abbia rivelato altre informazioni che nell’ambito del processo potrebbero risultare decisive. E se volesse aggiungere elementi alle
sue dichiarazioni Oppedisano sarebbe ancora in tempo, e non è escluso che lo faccia, visto che i termini fissati dalla legge, 180 giorni, in cui un collaboratore di giustizia può rilasciare informazioni utili alla magistratura, scadranno il 6 novembre. E va verso l’archiviazione anche la sua posizione nell’ ambito dell’inchiesta “Sharks” in cui i pm della Dda avevano chiesto per Oppedisano la misura di custodia cautelare, poi rigettata dal Gip.
sue dichiarazioni Oppedisano sarebbe ancora in tempo, e non è escluso che lo faccia, visto che i termini fissati dalla legge, 180 giorni, in cui un collaboratore di giustizia può rilasciare informazioni utili alla magistratura, scadranno il 6 novembre. E va verso l’archiviazione anche la sua posizione nell’ ambito dell’inchiesta “Sharks” in cui i pm della Dda avevano chiesto per Oppedisano la misura di custodia cautelare, poi rigettata dal Gip.
Ma ieri è stata anche la giornata in cui la Corte d’Assise, presieduta da Bruno Muscolo con a lataere PierCarlo Fra botta, ha rigettato praticamente tutte le richieste delle difese. Infatti il legale di Tommaso Costa, l’avvocato Maria Tripodi, a cui si è associato Leone Fonte, difensore di Giuseppe Curciarello, aveva avanzato alla Corte la richiesta di audizione di diversi testimoni, tra cui Cosimo Salerno, un ragioniere di Bianco, arrestato in un’altra inchiesta della Dda, inserito nel campo dell’immobiliare con cui sembra che Gianluca Con giusta avesse avuto rapporti.
In aula la difesa voleva portare anche gli uomini del commissariato per vederci chiaro su una perquisizione a casa della famiglia Genovese. Per le difese sarebbero stati interessanti anche alcune risultanze di intercettazioni in carcere tra Di Giovanni, che sostiene di avere avuto rapporti con la vittima, e il detenuto Barbaro.
Tutte richieste che la Corte non ha ritenuto di dover accogliere perché già oggetto di approfondimento.
fonte: il Quotidiano