Scambio di auguri tra Salvatore Cordì e l’imputato Costa Tommaso

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Scambio di auguri tra Salvatore Cordì e l’imputato

«Fra i Costa e i Commisso nessuno scontro armato»

LOCRI – «Cosimo Commisso che oggi sconta l’ergastolo anche per il presunto assassinio di mio fratello è innocente».

Parole dense di significato quelle dette da Tommaso Costa ieri durante la sua deposizione al processo Congiusta. E Costa ha anche aggiunto: «Tra la mia famiglia e i Commisso non c’è mai stato nessuno scontro armato».

Più volte ieri Tommaso Costa ha riportato l’attenzione sugli anni della faida a Siderno, e più volte ha detto che si è trattato di una “tragedia armata da altri” e che ha pagato con enorme dolore la sua famiglia. «Hanno cercato di dire che io mi ero messo anche con i Salerno – ha detto sempre Costa -ma io e Salvatore Salerno siamo stati coimputati nel processo “Siderno Group” e lui era accusato di avere ucciso uno dei miei fratelli. Come potevo mai avere a che fare con questa persona, non ci sarei mai riuscito.

Lo conoscevo, ci salutavamo ma non mi fidavo di lui, non è mai stato a casa mia, io non mi fido di nessuno, neppure dei miei familiari, io dopo quello che mi è successo sono sempre vigile, non abbasso mai la guardia».

E’ quasi uno sfogo quello di Tommaso Costa che dice di essere stato in silenzio per tutti questi anni e ora vorrebbe dire tante cose.

Anche sui suoi rapporti con le famiglie di Locri le sue risposte sono accese: «Conosco molti della Famiglia Cataldo,conoscevo Giuseppe, conosco Michele e tanti altri, siamo stati detenuti insieme e ci scambiavamo lettere e auguri – ha riferito Costa – ma io avevo anche buoni rapporti con i Cordì,per me era un abbraccio con i Cataldo e uno con i Cordì, ma non avevo niente a che spartire con nessuno.

Quando la mia famiglia è stata coinvolta nelle tragedie della faida, quando i miei fratelli sono morti non c’era nessuno a casa mia, né i Cataldo e neppure i Cordì, quindi perché avrei dovuto fare alleanze».

Sulla questione dei rapporti con tutti e due gli schieramenti di Locri è stata anche acquisita una cartolina di auguri che Salvatore Cordì, oggi all’ergastolo,e Tommaso Costa si scambiarono sotto un periodo di festa.

Anche sulla situazione di Siderno si è espresso Tommaso Costa ha spiegato cosa intendesse nelle sue missive parlando di colori, “più colori ci sono meglio è” scrisse a Curciarello. «Per colori -ha detto – non si intende per forza roba di ‘ndrangheta, io sono un colore, altri soggetti sono colori, più colori ci sono vuol dire che si riconoscono, anche come amici, uno sa chi è amico. Il problema è che uno si deve guardare dagli amici, perché i nemici sa sempre chi sono».

p.v.

articolo tratto dal Quotidiano della Calabria