processo Congiusta – udienza di lunedì 20 luglio – RASSEGNA STAMPA

Print Friendly, PDF & Email
2009-0721-qrc-p13

Congiusta, giudice in aula


Campagna chiamato a testimoniare: «Gianluca era una persona perbene»


di RAFFAELLA RINALDIS

(il Quotidiano della Calabria)


LOCRI – Un giudice come testimone d’eccezione, ieri, al processo per l’omicidio di Gianluca Congiusta, il giovane imprenditore sidernese assassinato nel maggio 2005. Il giudice Giuseppe Campagna, oggi applicato al Tribunale di Reggio Calabria, aveva lavorato in quello di Locri dal dicembre 1997 all’ottobre 2004. Il magistrato aveva ottimi rapporti con l’allora cognato di Gianluca, Sandro Fragomeni, un commercialista fidanzato con la sorella di Congiusta. Come risulta dagli atti del processo, in una telefonata, avvenuta dopo pochi giorni dall’omicidio, proprio Fragomeni parlò con il giudice Campagna.
La ragione della chiamata come testimone in Assise, davanti al presidente Bruno Muscolo del togato reggino Campagna, affiancato dal collega PierCarlo Frabotta, trova la sua ragion d’essere proprio nella conversazione tra i due uomini. La chiacchierata tra i due amici tendeva a fare ipotesi sul perché dell’omicidio. «Rimasi stupito dell’omicidio – ha affermato il giudice-testimone ieri in udienza -. Lo ritenevo una persona perbene, prendevamo il caffè insieme a lui un paio di volte a settimana, non ritenevo che potessero esserci motivi di criminalità alla base dell’omicidio».

Escusso dalla difesa il giudice Campagna è stato ascoltato circa la teoria che sarebbe emersa dalla conversazione telefonica intercettata, la pista, cioè, del delitto passionale. Si tratta di uno del leit motiv  della difesa di Tommaso Costa che, insieme a Giuseppe Curciarello, accusato però solo di associazione mafiosa, viene ritenuto colpevole dell’omicidio di Congiusta. La pista passionale è la strada che ha percorso il difensore, Maria Tripodi, nell’escutere il testimone. Il giudice ha così confermato di aver ipotizzato la pista passionale perché in molte occasioni il giovane imprenditore si era dimostrato sensibile al fascino femminile. «Non sono però al corrente di fatti concreti», ha precisato il giudice, precisando che si trattava di congetture nate nei primi giorni dopo l’omicidio, quando anche per gli investigatori si parlava di pista passionale. Dopo un primo periodo di indagini si passò, continua lo stesso Campagna, a ipotizzare anche altri moventi, uno di questi era quello legato all’attività commerciale del padre della fidanzata di Congiusta. Dalla testimonianza del giudice Campagna è emerso anche che lo stesso, da una posizione che ha definito «privilegiata» cercava di aiutare i familiari a darsi un perché dell’omicidio.
Lo stesso Sandro Figliomeni, nel corso della precedente udienza, aveva affermato che nelle ipotesi investigative, nei primi giorni di indagine, prevaleva la pista passionale e che in seguito si aprirono ulteriori piste che portarono, infine, all’incriminazione degli Attuali imputati del processo. Il processo stesso proseguirà nella prossima udienza, prevista per il prossimo cinque ottobre.