Al processo Congiusta testimonianza controcorrente

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Al processo Congiusta testimonianza controcorrente rispetto alle altre di una dipendente della vittima

“Non era solare come prima”

Sentito anche Panetta che con Gianluca aveva acquistato un terreno 

 di RAFFAELLA RINALDIS

 

 

LOCRI – “Gianluca appariva meno solare rispetto a come ero abituata a vederlo”, questo il commento della giovane commessa che lavorava nel centro telefonia di Congiusta.

Forse il primo testimone a fare questa affermazione, in controcorrente a molte testimonianze dalle quali è emerso finora che l’umore del giovane era sempre lo stesso. Descritto nel corso del processo, infatti, come un giovane dal carattere gioviale e sempre scherzoso, quella di ieri è l’unica nota che gli dipinge in viso una nota scura.

Alle domande della Corte Samanta Caroleo non ha saputo però spiegare a cosa fosse dovuto il cambiamento di umore nel suo datore di lavoro, “circa tre o quattro giorni prima dell’omicidio era triste, preoccupato. Non si è però confidato né ho potuto capire per quale motivo era cambiato”.

 La ragazza ha spiegato, dietro l’incalzare delle domande della difesa di Tommaso Costa, l’avvocato Maria Tripodi, che era spaventata nei giorni successivi alla morte di Gianluca, il dato è emerso anche da una testimonianza precedente in cui lo zio di Gianluca era stato intercettato in una conversazione telefonica con la sorella, madre di Congiusta, alla quale spiegava che una delle ragazze che lavoravano da lui si era particolarmente spaventata.

La commessa è stata anche sentita sulla circostanza di una intercettazione telefonica tra lei e la madre di Gianluca nella quale cerca di fare delle ipotesi sull’omicidio. La Corte, interessata alla conversazione avvenuta tra le due donne, ha quindi approfondito il dato, da qui la ragazza ha spiegato di aver sì postulato soprattutto sulle dinamiche della serata e dei giorni precedenti, mettendoli in relazione al cambiamento di umore del ragazzo, ma di non essere mai stata a conoscenza di problemi del suo titolare.

Nel corso dell’udienza è stato sentito anche un altro testimone, Giuseppe Panetta, al quale sono state poste domande circa l’acquisto di un terreno effettuato da lui insieme a Congiusta e ad un altro amico. Alla domanda della difesa se avesse mai avuto in prestito denaro dal giovane imprenditore il testimone ha escluso che sia mai accaduto.

Altri testimoni dovevano essere sentiti, tra questi un uomo ritenuto assente ingiustificato, tutti dovevano essere sentiti in ordine al titolo di amicizia che li legava a Congiusta e se fossero a conoscenza di frequentazioni con altre persone o se avesse loro mai confidato preoccupazioni. Prosegue così un processo che ancora pare non sia entrato nel vivo della questione.

Caratterizzato dai confronti e dall’incalzare delle domande sulle frequentazioni femminili o sui prestiti di denaro. La conclusione sembra lontana e già sono passati quattro anni dalla morte del ragazzo.

A ricordare la sua memoria iniziative che si sviluppano nella Locride e oltre, un monumento sul luogo dell’omicidio, una famiglia che non si da pace e un processo dove sembra che la verità da raggiungere sia lontana.