PROCESSO CONGIUSTA PARLANO I TESTI DELLA DIFESA

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Parlano i testi della difesa

Altra udienza del processo per la morte di Congiusta 

 LOCRI (RC) La nuova udienza del processo per la morte di Gianluca Congiusta (nella foto) – l’imprenditore di Siderno ammazzato brutalmente il 25 maggio del 2005 non lontano dalla sua abitazione – che vede alla sbarra Tommaso Costa, considerato l’esecutore materiale dell’assassinio e a capo dell’omonima cosca, attualmente detenuto in regime di 41 bis nel carcere dell’Aquila, oltre a Giuseppe Curciarello, considerato il suo braccio destro, ha visto ieri sedere sul banco dei testimoni, chiamati dall’avvocato difensore di quest’ultimo, Tripodi, il giornalista Francesco Caridi e l’imprenditore sidernese Alvaro.

Una seduta in sordina quella presieduta dal giudice Bruno Muscolo –a latere Fabbrotta – incentrata su un articolo apparso su un settimanale locale nell’immediatezza dell’arresto degli imputati, in cui Caridi avanzava«perplessità su quello che veniva pubblicato dai giornali locali, probabilmentea causa del fatto di essere troppo legati all’emotività del fatto».
La lettera aperta oggetto della discussione inoltre riportava, tra i cinque punti di cui era composta, la notizia che il professionista, dialogando con il sindaco di Africo Giuseppe Maviglia, fosse venuto a conoscenza del fatto che nei giorni immediatamente precedenti alla brutale esecuzione di Gianluca Congiusta, il primo cittadino africese avesse notato un’auto di grossa cilindrata con due uomini a bordo, in un primo momento scambiati per poliziotti in borghese, ferma davanti al negozio dell’imprenditore. Poco dopo, secondo quanto riportato da Caridi in aula, lo stesso Maviglia, una volta entrato nell’esercizio commerciale, avrebbe assistito ad una discussione accesa tra i due uomini e Congiusta, sentendo il ragazzo chiedere ai due di lasciarlo in pace.

«La mia non voleva essere una critica all’ordinanza, che tra l’altro nel mio pezzo non è mai tirata in ballo, semmai uno sprone al sindaco affinchè si convincesse a farsi avanti per ripetere quanto aveva già riferito a me».

I toni della discussione si sono invece fatti più accesi, tra il presidente della Corte e l’avvocato difensore di Curciarello, quando sul banco dei testimoni è salito l’imprenditore sidernese Vincenzo Alvaro, amico di vecchia data della famiglia, chiamato a deporre dalla difesa in merito ad una storia legata all’acquisto all’asta proposto, e mai concluso, di un bene immobile di proprietà di Alvaro, che Congiusta si era offerto di rilevare anche per venire incontro alle difficoltà economiche che in quel momento attanagliavano l’imprenditore sidernese.

vi. imp.

Fonte: Calabria ora