PRESENTATO A REGGIO IUS SANGUINIS

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Idee e Società IL LIBRO

P R E S E N TAT O A REGGIO “IUS SANGUINIS” DELLA G I O R N A L I STA  PA O L A BOTTERO

Le calabresi contro il potere del sangue

di ROBERTA PINO

REGGIO CALABRIA – Si chiamano Alice, Roberta, Federica e Lisa.

 Quattro donne diverse, come differenti sono le storie raccolte nel romanzo Ius sanguinis”,sottotitolo “rabbia, impotenza e speranza nella punta dello stivale”, in uscita nelle librerie per Città del Sole Edizioni.Un'opera tutta al femminile.
L'autrice è la giornalista piemontese Paola Bottero, esperta
di comunicazione e di sviluppo strategico e calabrese d’adozione visto che in Calabria lavora da molti anni.

 

In “Ius sanguinis”, la sua prima fatica letteraria, narra le vicende delle quattro ragazze assimilate da un comune punto di partenza: essere calabresi.Due storie di fantasia, quelle di Alice e Lisa, e due reali, quelle di Roberta Congiusta (presente all'incontro) e Federica Monteleone, i cui complessi percorsi, pur nella loro diversità, sono intrecciati e districati, pervasi dall'identica condizione di essere del Sud, un vincolo che è, nel contempo, «privilegio e maledizione», una genesi che, troppo spesso, diventa un tributo di sangue.

E questa duplice caratteristica è raccontata molto bene da una penna che viene dal Nord, una torinese che vanta un legame forte con la Calabria, sua terra di adozione.Una terra che ama «con rabbia e furore».
Così si esprime l'editore Franco Arcidiaco durante la presentazione del libro, avvenuta nel Palazzo della Provincia di Reggio Calabria.
Una visione che emerge a trecentosessanta gradi dal romanzo di Paola Bottero, per riconoscere ciò che del Sud affiora di negativo dai media nazionali e stigmatizzare, ancor di più, i valori, la forza e l'orgoglio di essere calabresi.
«Ho avuto la fortuna di conoscere persone bellissime qui in Calabria ed ho voluto raccontarle affinchè le loro storie andassero fuori dai confini calabresi – spiega l'autrice – i media riferiscono soprattutto di nera e di giudiziaria – prosegue – mala Calabria è fatta di tante persone vere, semplici, pure, con un animo profondo che, sol perché nate qui, sono costrette a subire uno ius sanguinis».

Tina Tripodi, vice presidente del consiglio provinciale in veste di padrona di casa, nel suo intervento, fa riferimento alla punta dello stivale, metafora che introduce il libro.“La Calabria è ricca di piedi minuti e schivi che sarebbero in grado di calzare a perfezione la punta dello stivale” – si legge nella prefazione – “piedi che vengono calpestati ogni giorno. Piedi di ieri, di oggi e di domani, di Cenerentole che non si arrendono”.

Questa è la Calabria raccontata da Paola Bottero “piedi che non accettano di vedere la propria regione calciata via, allontanata con disprezzo perché non compresa”.«Lo stivale è una metafora importante – afferma Tina Tripodi – rappresenta tutti quei piedi alla ricerca di un riscatto».
Presente all'appuntamento, moderato dalla giornalista di Sky Tg24 Manuela Iatì, anche Daniela De Blasio, consigliera per le Pari Opportunità della provincia che definisce l'incontro «un'occasione per riflettere su tante cose che abbiamo dentro, sulla “cultura maschile e maschilista” che si mescola con la cultura della sopraffazione tipica degli uomini e della rassegnazione delle donne che, ancora in Calabria, non riescono a denunciare le violenze subite».