Omicidio Congiusta. Il movente potrebbe essere nell’intimidazione al suocero di Gianluca

Print Friendly, PDF & Email

 

 Una fase del processo per l’omicidio dell’imprenditore di Siderno,Gianluca Congiusta,che si sta celebrando in un’aula del tribunale di Locri.

 

 Omicidio Congiusta. Il movente potrebbe essere nell’intimidazione al suocero di Gianluca

Costa e L’estorsione a Scarfò

Un messaggio chiaro che gli inquirenti hanno poi acquisito

 

  di PINO LOMBARDO per il Quotidiano 

 SIDERNO- E’ con una lettera estorsiva che, secondo quanto accertato dagli investigatori,Tommaso Costa avrebbe confezionato per mettere in atto un piano estorsivo nei confronti di Antonio Scarfò, futuro suocero di Gianluca Congiusta.

Da quanto sottolineato dagli inquirenti questa lettera Tommaso Costa l’avrebbe “annunciata” alla moglie,Adriana Muià,durante il colloquio avvenuto nelle carceri di Palmi il 19 dicembre 2003.Nel corso di quel colloquio Tommaso Costa informa la moglie che a breve gli spedirà una lettera contenente un’altra missiva “importante”,già affrancata.
L’uomo insiste con la moglie nel raccomandarle l’importanza che la lettera venga inviata immediatamente all’indirizzo che si trova già scritto sulla busta.La missiva, che secondo gli inquirenti è la chiave di lettura della barbara uccisione di Gianluca Congiusta,ha un chiaro contenuto estorsivo che fa emergere in maniera chiara la personalità e la determinazione criminale di chi l’ha ideata.
Da  quanto scritto traspare come viene esercitato il ruolo di capo,dal momento che  nonostante si trovi in una condizione limitata,(in quella fase si trovava detenuto),egli continua ad attivarsi,in questo caso mettendo in atto con estrema facilità e senza alcuna remora un progetto criminale estorsivo,per consentire che il suo clan “partecipi” a pieno titolo e con un ruolo visibile e concreto negli “affari” che si fanno nel territorio. Infatti,l’estensore della missiva,con toni decisi si dimostra palesemente spietato utilizzando un linguaggio chiarissimo nonché estremamente minaccioso ed intimidatorio, (“Se tu non provvedi a sistemare sto fatto può darsi che la decisione è quella di ucciderti” “se sbagli ti farà ammazzare”), senza tralasciare una mortale ironia “Buone feste per te e la tua cara famiglia”.
E che il “clan Costa” ormai si era “riconquistato” una parte del territorio sidernese lo ricostruiscono gli inquirenti.Essi infatti evidenziano che “l’interessamento” del “lungimirante” ed intraprendente capo clan verso l’industriale sidernese,(unitamente alla moglie Girolama Raso,è titolare delle società “AICER Srl” con sede il Locri (RC),in contrada Licino e “ILAS Srl” con sede in Siderno via Nazionale S.n.c.,  entrambe interessate alla realizzazione di materiale in acciaio Inox relativamente a arredi industriali per mense e bar-cucine,  frigoriferi ect…),sarebbe derivato dalla circostanza che Antonio Scarfò aveva avviato l’attività imprenditoriale a Siderno in un’area limitrofa alla zona dove abita Tommaso Costa e quindi nell’ambito delle “pertinenze” del boss.
Tommaso Costa,non è uno sprovveduto,ed è fortemente consapevole del rischio che corre nel mettere in atto quella iniziativa estorsiva,se non altro perché “rompeva” cliché consolidati e,molto verosimilmente,anche perchè l’industriale si sarebbe trovato sotto l’ala protettiva del più forte clan dei “Commisso”.E,forse,anche per ridurre i rischi, la missiva è stata costruita in maniera tale da rendere difficile l’individuazione di chi possa essere l’autore.Infatti Tommaso Costa ,nella lettera parla in terza persona volendo far credere all’imprenditore che non è lui, ristretto in carcere,  a scrivere ma un suo affiliato libero. Ma, nonostante ciò ed a parte questo “accorgimento”, risulta fortemente chiaro il messaggio che viene inviato all’imprenditore soprattutto laddove lo si raccomanda a non rivolgersi a nessuno tantomeno ai suoi parenti.

La scoperta della missiva per gli inquirenti è stata un fatto importante. A parte la forte pericolosità del contenuto,chiaramente evidenziata dal perentorio invito rivolto alla vittima di assecondare la richiesta di denaro per garantire il suo “benestare”,e questo anche se versa soldi ad altre persone,la lettera è risultata basilare per capire di come Costa si stesse preparando per “riconquistare” un posto all’interno delle cosche cittadine soprattutto in un momento in cui gli scenari del potere mafioso a Siderno si stavano ridisegnando. E se da un lato la strategia che avrebbe adottato Tommaso Costa può apparire azzardata in quanto poteva innescare e riaccendere quei vecchi rancori che,tra il 1987 ed il 1991,portarono alla faida di Siderno nel corso della quale non solo caddero ben quattro fratelli di Tommaso Costa,( Luciano, Giuliano, Vincenzo e Giovanni),ma le stessa “famiglia Costa” dovette “abbandonare il campo” essendone uscita totalmente sconfitta. Dall’altro fa emergere che era in atto un tentativo finalizzato a ridisegnare gli scenari del potere mafioso a Siderno creando nuove "aggregazioni",(una macabra conferma di tali risultanze investigative veniva fornita dall'uccisione di Salerno Salvatore, “boss” in evidente fase di ascesa, cui,dopo circa un mese, è seguito l’omicidio del fratello Agostino).
In questo contesto deve essere letta, altresì, la sfortunata vicenda che è costata Sarebbe in questo scenario "in movimento" che,secondo gli investigatori,deve essere letta l'uccisione di Gianluca Congiusta.Non a caso gli inquirenti hanno sottolineato che "solo ricostruendo tutti i tasselli della meticolosa e delicatissima opera di Costa Tommaso volta a “riscattare” la famiglia di appartenenza, a tessere una nuova rete di alleanze, a riguadagnare lo spazio di azione perduto, può comprendersi, in modo inequivoco, chi abbia voluto la morte del Congiusta ed i reali motivi che, in un’ottica criminale, l’hanno resa necessaria.".=====

Locri 12 giugno 2008pino lombardo

Testo della lettera estorsiva inviata il 20 dicembre del 2003 ad Antonio Scarfò titolare dell’impresa ILAS Srl Via Nazionale 2008 Siderno 

 Signor Scarfò sono stato delegato da Tommaso Costa a farvi un discorso per motivi che comprenderà ho preferito fare così.
E’ da più di due anni che hai fatto l’attività lavorativa e nessuno di noi ti ha fatto nulla,  però tu questo non l’hai capito e noi abbiamo avuto pazienza aspettando che forse tu ti ravvedevi ma non è stato così.
Non ti sei mai degnato a mandare un soldo anche se hai fatto il tuo comodo a cento metri dalla casa di Tommaso,  prima comprando la terra e poi il resto,  ora io ti ho avvisato e ti spiego il perché non sono venuto di persona.
Se tu non provvedi a sistemare sto fatto può darsi che la decisione è quella di ucciderti. Altra cosa se tu dai soldi ad altri a noi fa piacere e non ti dico di non darli,  anzi li dai ad altri e pure a Tommaso così non rischi con altri.
Non ti rivolgere al fratello o nipoti perché lui non li considera per nulla visto che sono pochi seri perché loro non contano nulla e se si assumono qualche responsabilità quando poi debbo spararti si mettono loro davanti al piombo.
Spero capirai  che non sto scherzando altrimenti non avrei fatto il nome di Tommaso e sei mi ha autorizzato a parlarti chiaro è perché se sbagli ti farà ammazzare.

Buone feste per te e la tua cara famiglia.=====